Ci incamminammo verso il punto di incontro che avevamo stabilito la sera precedente con Cole, cioè davanti al cancello di ingresso della nostra università. Mi maledii mentalmente per aver messo delle converse estive poco adatte per il tempo circostante e inoltre il percorso di ghiaia che stavamo percorrendo, cercando di fare il prima possibile siccome lui si trovava già nel punto prestabilito. Appena con mia grande gioia, il percorso composto unicamente dalla ghiaia finì, ci addentrammo nel parcheggio, dove intravedemmo praticamente subita la sua macchina grigia, firmata Jaguar, alla fine dello stesso parcheggio e molto vicino alla strada deserta e illuminata solo da delle piccole luci, che illuminavano a mala pena. Gli andammo incontro, prendendo il caffè lungo d'asporto, che gli avevamo preso poco fa al bar e che fortunatamente è riuscito a rimanere caldo.
«Pensavo vi foste perse» commenta sarcastico, aprendo lo sportello di fianco al guidatore e mi ci siedo immediatamente, allungandogli la bevanda calda, accompagnato da un sorrisino angelico.
«Tu invece potevi anche avvisare che stavi uscendo e non quando ormai eri dentro la macchina. Senza farci sospettare che ti fossi dimenticato che dobbiamo andare a fare lezione a Londra, così magari saremmo anche arrivate prima o insieme, non ti pare?» gli rispondo con il suo stesso tono provocatorio.
«Si scusa, hai ragione tu sta volta. La prossima volta provvederò ad avvisarti» si scusa giocando nervosamente con l'elastico della sua giacca elegante e sicuramente molto costosa. Provenendo dalla famiglia più influente della città, mi sembra una cosa più che logica. Oltre al fatto che lui in ogni circostanza ha sempre un abbigliamento e comportamento perfetto, anche i suoi capelli anche se ricci, sono sempre apposto, probabile merito della sua istruzione dei suoi importanti genitori, da quanto mi ha detto sono entrambi degli ereditari terrieri, oltre a lavorare nel settore informatico.
«Figurati stavo solo scherzando» gli do una leggera pacca sulla spalla, in modo giocoso e facendogli tornare il sorriso, ma non rilassando le spalle, che restano tese.
«Non penso che ci sarà una seconda volta, se non ci muoviamo. Abbiamo un'ora e mezza di strada, se ci va fatta bene, se ci fosse traffico diventeranno due ore» aggiunge con angoscia guardando l'orologio sul polso bianco e pallido come la neve. Io mi giro verso Aurora e ci mettiamo a ridere nello steso momento, per l'espressione del nostro amico che si fa sempre più perplessa, probabilmente non capendo la nostra spensieratezza.
«Ti conviene bere il caffè, stai dando veramente di matto! secondo te di mattina presto c'è qualche pazzo che parte o va in vacanza? in pieno autunno? alle sei di mattina? sempre senza contare noi ovviamente» lo fa ragionare la biondina, fra una risata e l'altra. Cole sembra essersi accorto delle sue inutili e infondate preoccupazioni. Prendendo il caffè e iniziando a berlo, senza guardarci, con le guance leggermente arrossite, per la timidezza.
«Tu sei seriamente cresciuto qui? se non ti conoscessi, probabilmente ora penserei che stessi mentendo ma a quanto pare, sei solo un po' stordito. Tranquillo ci siamo passati tutti per quella fase» lo prendo in giro io, facendolo sbuffare per poi guardarmi male con i suoi occhioni verdi. Ad un tratto poggia il caffè nello spazio di fianco alle leve, accendendo il motore e facendo partire la macchina entrando nella stradina, con un'unica carreggiata e così incominciando il nostro viaggetto mattutino.
Per la successiva mezz'ora nessuno sembra voler proferire parola, pertanto lasciandomi purtroppo del tempo, per pensare alle situazioni che si potrebbero realizzare fra poco. Troppo poco per farmi riuscire a comprendere il casino con cui mi sono andata a cacciare. Solo per colpa mia, ho scelto io di creare l'imbarazzo che si presenterà fra poco più di un'ora.
Se avessi conosciuto Cole, il primo anno o prima dell'inizio di quest'ultimo, probabilmente mi avrebbe dato un consiglio più saggio di quello che mi ha dato Aurora. Così da non lasciarmi cadere in quella paradisiaca tentazione, oramai diventata peccato. Però eccomi qua a fare i conti con il mio errore. Si l'ho detto davvero "errore" per quanto orgogliosa non posso fare altro che ammetterlo almeno a me stessa.
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𝐓𝐨𝐱𝐢𝐜 𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐎𝐫 𝐍𝐨𝐭 [𝐇.𝐒.]
ChickLitEmma Borghese è una ragazza Italiana. Ha un carattere molto forte, è estroversa ma non si lega facilmente alle persone. Frequenta l'ultimo anno alla Cambridge University e in questi anni ha conosciuto la sua migliore amica Aurora e il suo migliore a...