24- 𝐓𝐫𝐲 𝐚𝐠𝐚𝐢𝐧?

13 2 0
                                    

Passarono due giorni.
E in quei giorni mi ripresi un po' e risentii anche dei miei amici al telefono come Andrew, Aurora e dei miei compagni di bevute.
Nei miei occhi era tornato un po' di colore e per quanto avessi ancora il terrore di pensare di andare a letto con degli uomini o semplicemente di essere toccata, riuscii lo stesso ad uscire e fingere di stare bene, per poco riuscii anche a non fingere.
Provai a concentrarmi sul fatto di essere accompagnata dagli amici migliori del mondo, di non essere sola e che fra poche ore avessi di nuovo l'aereo che ci avrebbe riportati a casa, finalmente avrei abbandonato questo posto che mi ha portato solo dispiaceri.
Ammetto, c'è voluto un po' per convincermi ma sono riusciti a farmi accettare, ci sarei andata principalmente per riabbracciare Aurora ma poi mi convinsi ulteriormente pensando che stando lì magari sarei riuscita a riconquistare la mia vita di prima, poco a poco.

Lasciare l'albergo con le mie valigie, mi fece un impressione devastante. Avrei voluto tornare indietro e ributtarmi sotto le coperte come avevo fatto solo un giorno prima, ma prima che potessi afferrare la valigia Cole mi sorprese e fece incrociare le mie dita con le sue tentando di calmarmi, invece Joseph mi riservò un sorriso rassicurante, così sospirai un paio di volte e proseguii allontanandomi dall'hotel, promettendomi che non sarei mai tornata a questa vita e in questa città mai più. Diversamente da quando sono arrivati, ritornai a scherzare e sorprendentemente lo fece anche il silenzioso Cole, rivelando una parte maliziosa che non avevo mai visto e che lo fece sembrare molto più buffo e dolce.
Io e Joseph dopo questa sorpresa inaspettata lo prendemmo in giro come degli adolescenti e in quel momento mi dimenticai di tutto e anche nel momento successivo, poi sull'aereo, fino ad arrivare in Inghilterra. E lì a momenti mi veniva da piangere per il sollievo quando uscimmo dall'aeroporto e vidi Aurora e Andrew davanti alla macchina ad aspettarci entusiasti.

Andai incontro ad Aurora e la abbracciai forte, come non avevo mai fatto e lì iniziai a sentire che le cose potevano veramente migliorare, ma non potevo manco immaginare quanto mi stavo sbagliando...
Ci staccammo con calma e subito dopo iniziò a ridere coinvolgendo anche me, di solito le nostre litigate finivano così e questa non faceva da eccezione, anche se in futuro ne avremmo dovuto parlare ma non ora. Appena finì mi mise una mano sulla spalla ancora rossa per la risata.

«Non ci posso credere che non ci siamo sentite per tutte le vacanze per un malinteso. So di essere stata al quanto permalosa e ci è voluto molto tempo per farmi capire come sono andate le cose, però ti prometto che sta sera mi farò perdonare» disse facendomi l'occhiolino ed io trovai mille scuse per non andarci, tuttavia alla fine mi convinsi che ci sarei andata solo per lei e anche per me, per ricominciare. Istintivamente volli chiedergli come stavano andando le cose con Max, però prima di rovinare il momento mi fermai e gli risposi con il mio solito sorrisetto complice.

---

Dopo esserci salutati alla nostra maniera, ridendo e scherzando ci avviammo verso i dormitori del college, posando i bagagli e godendoci il calduccio della camera.
Nel frattempo mi parlavano dei corsi che naturalmente erano andati avanti mentre che ero in Italia. Intanto che discutevano e parlavano di ciò che avevano fatto in mia assenza, mi resi conto che ormai non c'era  più tempo per piangermi addosso, dovevo reagire e molto di più di quanto stessi facendo ora.
Dovevo gestire questo momento per migliorare, non per distruggermi e buttarmi giù.
Dovevo diventare più forte, costruendomi una corazza ancora più resistente di prima e proprio per questo motivo decisi di tornare al pub con i miei amici e di riprendermi la mia vita.
Con i ragazzi ci demmo appuntamento direttamente lì e così rimanemmo solo io ed Aurora da sole, all'inizio sentii un po' di disagio rammentando quello che era successo l'ultima volta che siamo state da sole in quella stanza, ma poi come se niente fosse successo rompemmo il silenzio discutendo di argomenti più superficiali come cosa metterci, o almeno per me lo erano, per lei erano la vita.
Lei optò per un tubino sbracciato, con una grande scollatura sul petto ed io diversamente scelsi qualcosa di un po' più sobrio ma allo stesso tempo sempre sexy, come lei indossai un tubino con l'aggiunta delle maniche lunghe e con la particolarità di una striscia semi trasparente sul seno e un piccolo spacco sulla gamba.
Successivamente arrivò la parte che più mi preoccupava di più, ovvero spogliarmi.
Cercai di essere più a mio agio possibile, dopotutto i lividi se ne erano andati, almeno quelli esteriori. IL mio fisico era sempre lo stesso, però manco questo bastava a farmi sentire meno sbagliata.
Continuammo a scherzare su come si sarebbe evoluta la serata, sulle nostre prossime conquiste e sull'alcol che solo il pensiero mi faceva venire da vomitare. Su una cosa ero certa, non avrei toccato alcun bicchiere tanto alcolico, quanto al resto avrei dovuto sforzarmi, tanto rimorchiare mi era sempre uscito spontaneo, dovevo solo non pensare a lui e concentrarmi su quello che mi faceva sentire il sesso.

Come programmato ritrovammo i ragazzi davanti il pub e prima di entrare lanciai un occhiata verso la stradina buia che portava a casa di Harry e il desiderio di chiamarlo si fece più forte, però mi ritrovai a pensare che sarebbe stata una stronzata da fare, se mi voleva doveva cercarmi lui e visto che lo aveva fatto fino ad ora. non doveva essere un grande problema.
Scendemmo la solita scalinata immergendoci subito negli odori mischiati di alcol e erba, strinsi forte il cornicione delle scale e mi diedi forza scendendo, mentre affianco a me Aurora si guardava in giro cercando qualcuno, mi chiesi se avesse conosciuto qualcuno di nuovo ma venni subito smentita da una voce femminile più forte che superava la musica sotto la scalinata. Mi preparai psicologicamente e feci un sorriso forse troppo sforzato quando vidi Max dietro al bar e incitava di avvicinarci, cosa che Aurora naturalmente fece con molta grinta.

«Ragazzi da quanto! ed è un piacere rivederti Emma» mi sorrise mentre preparava dei drink. Mi guardai attorno notando che avevamo attirato l'attenzione di alcuni uomini e un po' mi innervosì, come la cosa che successe dopo
«Se stai cercando Harry non viene qui da quattro o cinque giorni circa» aggiunse rivolta a me sicuramente e dovetti trattenermi per non insultarla peggio dell'ultima volta, però un'occhiataccia me la lasciai sfuggire.
Perché tutti pensavano che mi importasse cosa facesse Harry? e perché lei stava così attenta a quante volte frequentasse quel posto?
Non dovevo pensarci, non la volevo una risposta e di sicuro me ne fregavo del motivo.

«Ci versi qualcosa da bere o no?» domandai ignorando la sua provocazione e Aurora mi guardò con espressione da rimprovero, ma ormai lo avevo detto e non si tornava indietro e la cosa non sembrò destabilizzare i miei amici.
Io e Cole ordinammo un semplice Martini a testa, mentre gli altri ci andarono giù pesante e Max si unì a noi senza che le dicessimo niente, a quanto pare era già successo in precedenza quando non c'ero.
Non mi infastidii molto visto che Cole sentendo il mio malessere o semplicemente per amicizia, iniziò a scherzare sugli uomini di mezza età seduti dall'altra parte del bar che mi fissavano come se mi volessero mangiare ed è proprio il modo in cui il mio amico li imitò mi fece ridere a crepapelle e alleggerire le mie ansie, così da iniziare a godermi la serata e non per farmi qualcuno per la prima volta ma per stare in compagnia del gruppo che in tre anni ero riuscita a creare con gioia e stupore.
Alla discussione si aggiunsero anche Joseph, Andrew e poi Aurora accompagnata da Max che Martini dopo Martini riuscivo ad apprezzare di più.
Da lì a poco ci trovammo non so come in mezzo alla pista da ballo a ballare insieme come l'alcol c'è lo permetteva.
Le mie preoccupazioni si affievolirono ma rimasero lo stesso e feci del mio meglio per dimenticare gli sguardi degli uomini addosso, attaccandomi quanto potevo ad Aurora che sorprendentemente concedeva più attenzione a me che a Max.
Se avesse capito qualcosa? dopotutto non era la prima volta e mi conosceva meglio di chiunque.
La musica cambiò in un ritmo più raggaeton e mi resi conto che era la stessa canzone che avevo ballato con Harry la prima volta che ci eravamo conosciuti e mi venne da sorridere e chiedermi se era il caso che dovessi scrivergli io.
Appena presi il telefono in mano il telefono e arrivai con difficoltà al numero Aurora mi prese il telefono con lo sguardo più serio che poteva fare, tuttavia alla fine non ci riuscì e si mise a ridere.

«Non si scrive e non si chiama nessuno da ubriache, è la regola tesoro e vale anche per te, anzi soprattutto per te. Questo lo tengo io e non fare i capricci» urlò superando il volume della musica, ballandomi attorno.
Per una volta le diedi ragione, le buttai le braccia sulle spalle e iniziammo a ballare insieme come una volta a ritmo, facendoci prendere dalla musica latina e focosa.
Proprio in quel momento oltre il telefono spensi anche la ragione e mi dedicai completamente e unicamente al mio meraviglioso gruppo, senza dare l'opportunità a nessun uomo di avvicinarsi.

𝐓𝐨𝐱𝐢𝐜 𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐎𝐫 𝐍𝐨𝐭 [𝐇.𝐒.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora