1. 𝙇𝙖 𝙧𝙖𝙜𝙖𝙯𝙯𝙖 𝙙'𝙤𝙧𝙤
Amanda Callaghan è la ragazza d'oro. È il nome con cui l'hanno battezzata al Jazz Playhouse, la sera che ci si è esibita per la prima volta. Immediatamente le orecchie del pubblico si sono drizzate al suono della sua voce melodiosa, capace di intonare note impossibili e di improvvisare lo scat, una tecnica del jazz usata dalla grande Ella Fitzgerald e che sarebbe continuata a vivere nella voce di Amanda, che in tutti modi cerca di eguagliarla. Sul suo viso diafano e nei suoi occhi verdazzurri che hanno incatenato diversi giovani scapoli del posto, traspare la semplicità e la bellezza eterea che l'avrebbe accompagnata fino al suo ultimo respiro. Lei non è consapevole della sua perfezione, e questo la rende ancora più inarrivabile perché nessuno sarebbe riuscito a toccare le corde giuste della sua anima. Nessuno può trasmetterle le stesse sensazioni che ha provato la prima volta che ha ascoltato un disco jazz, raschiato dalla puntina del giradischi di suo padre. Forse è questa la sensazione che ha sempre cercato in un uomo, e non trovandola si è detta di restare da sola, sola con la sua musica – secondo lei la miglior solitudine al mondo – e sarebbe stata felice. La piccola Amanda, all'età di cinque anni, che riceve il primo disco trentatré giri da suo padre e infervorata lo imposta in pochi secondi, sentendolo gracchiare nelle sue orecchie come il suono soave del cinguettio degli uccelli in piena estate, la musichetta che ti accompagna al centro commerciale quando stai facendo acquisti. Amanda è così: sognatrice, razionale, dolce, estremamente ambiziosa con sogni nel cassetto che sa di poter realizzare. Il suo desiderio si è concretizzato, una volta uscita dalla scuola di musica, dove non hanno dovuto insegnarle alcunché perché i suoi insegnanti di canto hanno immediatamente carpito il talento e la trepidazione dalle sue corde vocali. Adesso è una donna di trenta anni, che non ha quasi nulla oltre la musica, ma secondo lei – invece – ha tutto ciò che le serve. Nel crepuscolo di un pomeriggio di marzo, quando ha inizio la sua stagione preferita, si dirige al solito orario al suo appuntamento al Playhouse. Dovrà suonare per un pubblico vario ed esigente composto da quasi cinquecento persone. Ha cantato per molte più persone, durante gli spettacoli organizzati dalla sua scuola di musica e alla fine riceveva la standing ovation a cui aveva aspirato. È difficile stare dietro le richieste della gente, ma lei si è detta fin da subito di non mollare poiché nessuno le avrebbe tolto il coraggio e la forza di andare avanti. Come sempre, evita l'ingresso principale e si dirige sul retro, avanzando lungo il corridoio che la porta dietro le quinte. "La ragazza d'oro è qui tra noi" esclama Charles, il macchinista e suo grande amico da anni. "Com'è la situazione là fuori?" lo interroga, sfilandosi giacca e foulard. "Gelida, ma si riscalderà una volta che sarai uscita. Hanno già chiesto di te".
"Devo parlare con Chad. Puoi dirgli di raggiungermi dopo lo spettacolo?". "Senz'altro, Amy". La musica proveniente da dietro le tende si attenua, e si levano gli applausi del pubblico che onorano il lavoro del cantante che lascia il palco con un mezzo inchino. Si accorge di Amanda e la attira a sé, mettendole un braccio intorno alla vita. "Tesoro, sai che ti amo ma non posso continuare ad aprire i tuoi concerti. Mi fanno sentire inutile".
"Io sarei inutile senza di voi, e sei anche tu un cantante straordinario altrimenti non ti avrebbero applaudito in quel modo". Billy fa un cenno con la testa. "Falli secchi, tigre!" la esorta, vedendola sistemarsi i capelli con una mano cacciata sotto i riccioli biondi che le sfiorano il collo. Amanda sorride, tira un grosso respiro e si avvicina alle tende, aspettando di sentire il suo nome prima di proseguire verso il palco e fare la sua entrata in scena. Ogni sera è un'emozione diversa, impareggiabile. Riconosce alcuni volti nel pubblico, persone che la seguono dagli esordi e c'è anche un viso noto, che ha potuto conoscere quando aveva solo dieci anni. Carey Johnson, la sua migliore amica, sua sorella. Si scambiano uno sguardo, Carey le fa l'occhiolino e batte le mani prima che la band inizi a suonare la sua canzone. Amanda impugna l'asta del microfono, avvicinando le labbra e sibilando fonemi melodici sulla base di un brano che ha ormai nel cuore e nelle ossa. La prima canzone scritta, quella che l'ha resa una cantautrice degna di poter seguire le orme della Fitzgerald. Il jazz ha una storia tutta sua, ed ha accompagnato artisti e gente comune - nella prima metà del novecento – nella scoperta di loro stessi. La nascita di questa corrente musicale, è da attribuirsi quasi certamente a Buddy Bolden, e Francis Scott Fitzgerald qualche anno dopo avrebbe dedicato a questo genere gran parte delle sue opere. Perché sognare l'irrealizzabile ti rende un visionario e una persona incapace di stare con i piedi per terra? Sognare ti rende diverso da tutti gli altri – pensa Amanda cantando sulle note di My fair kind of happiness, e socchiudendo gli occhi per qualche istante, per lasciarsi trasportare dalla musica e dal calore che il pubblico riesce a trasmetterle ogni sera.
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𝘾𝙤𝙣 𝙜𝙡𝙞 𝙤𝙘𝙘𝙝𝙞 𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙡𝙖 𝙫𝙤𝙘𝙚 | 𝘾𝙝𝙧𝙞𝙨 𝙀𝙫𝙖𝙣𝙨
General FictionUna giovane donna di New Orleans sogna di poter diventare come Ella Fitzgerald, il suo idolo sin dall'infanzia. Terminati gli studi, riesce finalmente a realizzare il suo desiderio, divenendo la punta di diamante del Jazz Playhouse. Jeremy Brauer, u...