Una giovane donna di New Orleans sogna di poter diventare come Ella Fitzgerald, il suo idolo sin dall'infanzia. Terminati gli studi, riesce finalmente a realizzare il suo desiderio, divenendo la punta di diamante del Jazz Playhouse. Jeremy Brauer, u...
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Di certo non se l'aspettava un invito simile, specialmente da una ragazza come Amanda. Dopo che lo aveva lasciato da solo nel bar, Jeremy si era interrogato sulle mosse successive. E il giorno seguente, consapevole che l'avrebbe incontrata si è svegliato di buon'umore anche se, quasi all'improvviso, la giornata prende una piega inattesa. La cena con i genitori avvenuta la sera prima non era andata così male, considerati i lunghi mesi in cui non si era fatto sentire. Più per impegni che altro, ma in qualche modo Jeremy sa che ha tenuto le distanze perché non voleva ammettere di aver sbagliato. Non si è pentito di aver abbandonato la facoltà di medicina, e sa che prima o poi sarebbe giunta la sua occasione. L'invito di Amanda è stato il biglietto da visita ufficiale, che gli ha finalmente dato modo di continuare a sperare. "Vorrei solo che tu ti rendessi conto di quello che ti sei lasciato alle spalle" ha detto suo padre, una volta consegnato lo scontrino con il pagamento alla cassa. "Papà, so bene a cosa sto andando incontro. Vorrei il vostro appoggio" sua madre, al contrario, con la mano appoggiata sulla sua spalla a simboleggiare tutto il rispetto per la scelta del figlio, è andata contro il marito. "Carl, ascoltalo. Merita il nostro appoggio".
L'uomo con la fronte corrucciata è semplicemente uscito dalla porta del ristorante, richiamando un taxi con un cenno della mano. "Noi siamo in hotel, per qualsiasi cosa" ha replicato la donna, salutando Jeremy prima che si allontanasse dall'auto. E adesso eccolo qui, con un milione di domande, tante aspettative e zero profitti. Sul cellulare si è ritrovato delle chiamate perse da parte di Charlie e da un numero sconosciuto, a cui non aveva potuto rispondere. La cena con i suoi era risultata troppo opprimente. Ogni volta che si allontanavano, rivedersi era come ritrovarsi nel mirino di un uomo durante una battuta di caccia. Jeremy compone il numero di Charlie dopo aver consumato la colazione, e non riceve risposta. Dopo si rigira il biglietto di Amanda tra le dita, pensando a cosa farne. È ancora risoluto riguardo la promessa che si è fatto. Conquistarla, vincere il suo cuore e cantare insieme a lei. Adesso, finalmente, questi propositi sembrano potersi concretizzare. Una volta che Brian rientra dalla sua corsa mattutina, raggiunge la cucina per potersi versare del caffè appena fatto. Con il respiro affannoso e la fronte madida di sudore gli domanda: "Com'è andata la cena con i tuoi?".
"Li conosci. Vogliono sempre avere l'ultima parola". "Quindi è andata male..." Jeremy allontana lo sgabello e torna nella sua stanza. "Hai sentito Charlie?" urla dall'altra camera. "No, non nelle ultime ore. Perché?". "Mi stava chiamando ieri sera". "Ieri sera era a lavoro. Io non sono potuto andare al Playhouse. Avevo un impegno..." un attimo di pausa, poi Brian riprende. "...ho conosciuto una ragazza".
"E ti pareva, come tutte le sere". "No..." bofonchia l'amico, raggiungendolo in camera ancora zuppo di sudore "...questa è diversa". "Ok, ma adesso buttati sotto la doccia. Puzzi". Brian sogghigna, gettandogli la felpa addosso. Il lento prolungamento delle ore che lo dividono dall'incontro con Amanda, non gli permette di restare a lungo concentrato su qualcosa. Comunque ci prova, ci prova finché non sente quella personale soddisfazione di cui necessita. Amanda vuole sentirlo suonare, dargli un'occasione e Jeremy spera solo di esserne all'altezza. Charlie ancora non risponde alle chiamate ripetute ogni venti minuti, quindi prende giacca e chiavi e si dirige a casa sua. Gli apre, ancora in pigiama e con gli occhi sonnolenti. "Scusa, amico. Sono tornato tardi stamattina, o presto. Come si dice quando rincasi all'alba?".
"Hai suonato fino alle sei del mattino?". Charlie scuote la testa. "Abbiamo festeggiato, e il tempo è trascorso velocemente. Sai come funziona". No, pensa Jeremy, accomodandosi sul divano. "Ho trovato le tue chiamate e...". "Oh giusto. Ti cercava Amanda e non sapeva come contattarti".
"E cosa voleva?" l'amico fa spallucce. "Non lo so, sembrava solo molto ansiosa" – "Quindi l'altro numero di telefono era il suo". Charlie annuisce, offrendogli del caffè. Lui lo rifiuta, prendendo il telefono per poter comporre il numero. Nessuna risposta. "Ma cosa succede ultimamente? Tutti che hanno perso la volontà di rispondere alle chiamate".
"Avrà da fare. Stasera la trovi al locale". Così, Jeremy comprende che Amanda non ha proferito parola riguardo il loro appuntamento allo studio di registrazione. È ancora dubbioso quando lo raggiunge dopo il tramonto. La porta è chiusa, sta calando la notte e di Amanda non vi è alcuna traccia. Guarda l'orologio ogni cinque secondi, impaziente e frustrato. Nello stesso momento, Amanda è al Jazz Playhouse, pronta a salire sul palco. Secondo Chad, il suo amico discografico è per strada e sta per arrivare. "Non capisco. Aspetto che arrivi per potermi esibire o...?".
"Non aspettare. Il pubblico sta fremendo". Stranita dal suo atteggiamento indifferente, Amanda raggiunge il microfono e canta. Non la sua nuova canzone. Sente che quella sarà udibile a poche orecchie, e Chad non deve scoprire in nessun modo che lei ci sta lavorando. Lo tiene all'oscuro, lo tiene buono finché non avrà il coraggio per poter spiccare il volo. E dopo dirà addio a questa vita, per cominciarne un'altra. La canzone termina, la base musicale si affievolisce sempre di più. Lei torna dietro le quinte, incrociando Billy. "È arrivato?" il collega serra le sopracciglia. "Chi?".
"Hancock. Il discografico". Billy si scambia una veloce occhiata con il macchinista. "Di che stai parlando?". "Doveva venire qui stasera. Chad ha finalmente deciso di farmelo conoscere". "Impossibile!" sbotta Billy, facendo un tiro dalla sigaretta elettronica. "So che è in Europa, il signor Hancock".
"No, doveva partire domani per Parigi. Stasera era disposto ad incontrarmi". Per qualche secondo, le sembra di parlare da sola. Come se stesse scandendo ogni parola per convincersi del fatto che Chad è un brav'uomo. Non l'avrebbe mai presa in giro. "Amanda, svegliati! Torna con i piedi per terra. Chad non ha intenzione di fartelo conoscere. Sa che potrebbe portarti via dal Playhouse". Le prudono le mani, e ricorda di aver abbandonato Jeremy per quest'incontro che a quanto pare non avverrà. "Ditemi subito che ore sono". Charles guarda l'orologio da polso.
"Le nove e mezza, perché?". "Diamine!" impreca lei, raggiungendo subito l'uscita d'emergenza. Sale sul primo taxi e si ritrova nel luogo dell'incontro in venti minuti, sapendo di essere largamente in ritardo. Spera che lui l'abbia aspettata, e quando non lo vede sulla porta, stringe i pugni e soffoca un grido tra i denti, consapevole di aver dato precedenza alla sua musica piuttosto che ad altro. Lei è questa persona? Piena di sé, vanitosa e inaffidabile?
"No, posso essere migliore" si dice, entrando comunque nello studio di registrazione. C'è il suo amico speaker dietro al vetro. "Matt, avvia la base!" dichiara, facendogli un cenno con la mano. Si dice determinata a registrare la nuova canzone, perché sa di meritarsi un album tutto suo.