𝙑𝙞𝙚𝙪𝙭 𝘾𝙖𝙧𝙧é

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7. 𝙑𝙞𝙚𝙪𝙭 𝘾𝙖𝙧𝙧é

Il buttafuori si presenta alla porta prima che Jeremy riesca a proferire qualsiasi parola

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Il buttafuori si presenta alla porta prima che Jeremy riesca a proferire qualsiasi parola. "Sono passati i cinque minuti. Deve andarsene". È Amanda a fare la prima mossa. Si avvicina all'omone stretto nel suo giubbotto di pelle, inarcando le sopracciglia fulve. "Non serve, Frank. Jeremy è un amico e resterà qui con me. Avvisa Chad che salirò sul palco con qualche minuto di ritardo". Quando Frank reagisce con stizza, lei gli posa una mano sul petto. "Ti prego, ho bisogno di un po' di tempo". Li lascia finalmente da soli, chiudendo la porta dietro di sé su ordine di Amanda. Lei esita nel tornare a sedersi.

Invece sorride, non riuscendo a restare seria dopo le parole pronunciate dall'ospite e a placare la sua curiosità. "Adesso che hai attirato la mia attenzione, citandomi Ella Fitzgerald, cosa intendi fare?". Jeremy è ancora immobile, troppo preso a guardarla negli occhi e a cercare qualcosa di sensato da dirle. Ha terminato le frasi prese da canzoni, e adesso tocca a lui improvvisare. "Ti ho vista ieri sera. Eri sul palco e... non ho potuto far altro che... ascoltarti cantare. Sei semplicemente meravigliosa e..." fa continue pause, guardandola arrossire. Un lieve rossore si stipa sulle guance di lei, e nel frattempo solleva ancora una volta un lato della bocca.

"Sei gentile. Canto al Jazz Playhouse da un po' e in pochi si sono presentati alla mia porta". "Forse Frank non lo ha permesso" Amanda soffoca una risata, e quel dolce suono gli sembra il più piacevole al mondo. "Sì, a volte mi sembra di essere in prigione. Non mi permettono di fare quello che voglio, quando voglio". "E adesso che cosa vorresti fare?". Amanda si fa seria, comprendendo ciò che stava per confessare a Jeremy. Un perfetto sconosciuto. "Devo davvero andare adesso. Chad mi sospende lo stipendio se...".

"Non so quanto guadagni qui, ma qualsiasi cifra non sarebbe abbastanza. Tu meriti qualcosa di diverso...". Lei deglutisce, sconvolta e anche sorpresa dalle parole del suo ospite. Sì, uno sconosciuto ma uno sconosciuto che in meno di dieci minuti è già riuscito a metterla davanti alla verità. La cruda realtà.

"È stato un piacere conoscerti, Jeremy. Non esitare a tornare qui. Il Jazz Playhouse accoglie con garbo i giovani come te, che sanno riconoscere il valore della musica". Amanda si passa velocemente il lucidalabbra rosso, guardandosi nello specchio. Poco dopo si volta, e rasenta Jeremy di striscio tornando nel corridoio. "Amanda!" la richiama prima che possa tornare sul palco. Lei tira un grosso respiro, voltandosi a guardarlo. È fermo sulla porta, e si sfila il cappello per portarselo sul petto. "Parlavo sul serio, e vorrei parlarti ancora".

"Mi trovi sempre qui. Nessuno mi smuoverà mai da questo posto" fa un mezzo accenno con la testa e dopo prosegue verso il backstage. Saluta Charles, e Billy che se ne sta seduto su una grossa valigia subito balza in piedi, guardandola dritto negli occhi.

"Hai gli occhi lucidi. È successo qualcosa?" lei non si era accorta di questo. Si è commossa. Ha provato qualcosa udendo le parole di Jeremy, e comprendendo ciò che sarebbe stato di lei se fosse rimasta in quel locale. "Sto bene. Ho solo conosciuto un ragazzo che mi ha fatto i complimenti, e mi ha ricordato che amo cantare. È questo che voglio fare". Concede il bis ambito dal pubblico, e allo scoccare della mezzanotte è di nuovo sul taxi. Insieme a Carey sceglie di non rincasare.

È giovane, bella, piena di vita e la sta sprecando per non deludere Chad, per non deludere sé stessa. "Ora riconosco l'impavida e ribelle Amanda Callaghan che eri al liceo. La mia amica pazza che alle feste saliva sui divani per ballare, e allontanava gli uomini che volevano provarci con lei. Non comprendo appieno la tua decisione di restare single, ma se sei felice così lo sono anche io. E adesso andiamo a rinchiuderci in qualche locale. Voglio ballare tutta la notte e sentirmi giovane". "Sei giovane".

"Sì, ma non lo sarò per sempre". Carey la tira per il braccio quando il taxi accosta a Vieux Carré, il quartiere francese di New Orleans, dove le luci e la musica fanno da cornice al meraviglioso panorama di edifici decorati a festa come durante un qualsiasi mardi gras. Il locale è perfetto, per quando cala la notte e vuoi solo ascoltare un po' di musica, per lasciarti travolgere e avvolgere come in un abbraccio caloroso. Amanda si guarda intorno, sentendosi una novizia dell'ambiente festoso che non le appartiene da un po' di tempo. Balla tutta la notte, come pronosticato da Carey che, meravigliata di essere riuscita senza troppi sforzi a buttare la sua migliore amica in pista, le fa compagnia e insieme attirano fin troppi sguardi, mentre in sottofondo c'è un'atmosfera blues che le rimanda con la mente agli anni venti. Il periodo preferito di Amanda, che avrebbe voluto vivere sulla sua pelle. Quando è nata la musica jazz, e quando a partire dagli anni trenta avrebbe partecipato alla crescita musicale del suo idolo, seguendola nei suoi spettacoli e diventandone una fautrice assidua. Carey continua a ballare, a volteggiare nel suo abito puniceo e ad accogliere con troppa grazia e cortesia gli uomini che la avvicinano. La circondano come un branco di lupi, e Amanda, irritata, tenta senza successo di portarla via. "Sto bene, Amy. Va al bancone e ordinaci qualcosa da bere".

"Sì, Amy. Portale qualcosa da bere" gracida uno dei lupi affamati come una rana fastidiosa, sogghignando verso la bionda. Lei solleva solo le sopracciglia, e dopo prosegue verso il bar, accomodandosi sullo sgabello e aspettando la sua ordinazione. Guardandosi intorno, ripudia la nuova generazione e quella vecchia. Uomini di tutte le età la esaminano dalla testa ai piedi come se non avessero mai visto una donna. Amanda allontana lo sguardo da quella visione repellente, e non si pente di essersi totalmente concessa alla musica, allontanando la vita sociale e la possibilità di innamorarsi. Un'idea irrealizzabile, un'utopia che ha lasciato perdere da troppo tempo. Una volta scottata, è quasi impossibile ricomporre i tasselli ridotti in frantumi e adesso che ha la musica dalla sua parte, non si lascerà più travolgere dalla passione per un uomo che non la merita. "Amanda!".

D'un tratto si sente richiamare oltre il piacevole suono del sassofono, e non è Carey ma una voce maschile. Voltandosi, riconosce il ragazzo biondo che è entrato nel suo camerino la sera prima. "Ciao, non volevo disturbarti. Ti ho vista da sola e...". "Sei Charlie, giusto?" lui annuisce, sedendole accanto. "Ho saputo che hai finalmente conosciuto il mio amico stasera. Spero ti abbia fatto una buona impressione". Amanda fa di sì con la testa, e in pochi secondi viene servita dal barista con due cicchetti di tequila. "Non è un tipo di molte parole, vero?".

"Già, non è molto loquace almeno all'inizio. Se gli concedi tempo e fiducia, può diventare il miglior confidente al mondo". Amanda ricorda di essersi trovata piuttosto bene a parlargli, anche se solo per dieci minuti. "Non lo metto in dubbio. Sembra un ragazzo molto dolce".

"E suona il sassofono!". Lei sgrana gli occhi, posando il gomito sul bancone. "Dici sul serio?". "Sì, lo suona da un po'. Se la cava anche con la chitarra e il pianoforte. Ha scoperto per caso questo talento, e per caso si è innamorato del jazz". "Quindi è venuto da me per arruffianarsi il capo e ottenere un provino?". Charlie scuote il capo. "Assolutamente no. Certo, vorrebbe suonare in un locale come sto facendo io ma è venuto da te soprattutto perché ti trova strepitosa... però non voglio dilungarmi. Penso voglia dirtelo di persona". Amanda arrossisce, portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "E ora è qui con te?". "No, è tornato a casa con un nostro amico". Prima che Charlie possa allontanarsi, lei lo richiama con un flebile gridolino. "Se è libero domani in mattinata, può trovarmi al cafè in centro. Mi farebbe piacere conoscere meglio il suo talento". Charlie sogghigna, le rivolge un occhiolino e va via.

𝘾𝙤𝙣 𝙜𝙡𝙞 𝙤𝙘𝙘𝙝𝙞 𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙡𝙖 𝙫𝙤𝙘𝙚 | 𝘾𝙝𝙧𝙞𝙨 𝙀𝙫𝙖𝙣𝙨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora