𝙏𝙝𝙚 𝙡𝙤𝙣𝙜𝙚𝙨𝙩 𝙙𝙖𝙮

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24. 𝙄𝙡 𝙜𝙞𝙤𝙧𝙣𝙤 𝙥𝙞ù 𝙡𝙪𝙣𝙜𝙤

 𝙄𝙡 𝙜𝙞𝙤𝙧𝙣𝙤 𝙥𝙞ù 𝙡𝙪𝙣𝙜𝙤

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La notte trascorre implacabile, donandogli una strana sensazione come se tutto avesse una scadenza. Non può temporeggiare e starsene in panciolle mentre Amanda è fuori, chissà dove alla mercè di uno psicopatico che andrebbe rinchiuso o fatto sparire dalla faccia della terra. Non può perdere un secondo. Jeremy sa di dover agire ma non sa da dove incominciare. Intanto, affacciato alla finestra assiste al cambiamento delle sfumature nel cielo, contemplando il crepuscolo con un certo dolore alle tempie che martella pertinace. Jeremy non ha cenato e non ha nemmeno voglia di consumare la colazione, però è consapevole di doverlo fare per essere in forze. Sta accadendo qualcosa oltre gli alti edifici di New Orleans. Può percepirlo nell'aria. Appena si fa mattina, prende un lungo caffè e inizia le sue ricerche, ritornando allo studio di Sam ma questa volta da solo. La porta è ancora scassinata, semi aperta perciò vi entra con tutta facilità, raggiungendo la cabina del suono. Nei cassetti, trova fogli impilati con diversi nomi di ragazze che danno il loro consenso per poter registrare un album con lui. Ha usato questa scusa per attirarle con l'inganno e ricevere la loro approvazione. Figlio di puttana! – impreca Jeremy scuotendo il capo, continuando a scartabellare i documenti alla ricerca di un qualche indizio su Amanda. Lei non ha firmato alcun contratto con Hancock. Non aveva intenzione di registrare con lui, come ha già confessato a Jeremy in precedenza. 

Amanda voleva lasciare il Playhouse, per andare alla ricerca di qualcuno che credesse in lei tanto da proporle un contratto discografico. Chad non aveva più la sua completa fiducia ma adesso Jeremy lo odiava meno, conscio che il suo era stato un vano tentativo di proteggerla da chi gli aveva già portato via una persona importante. Allora come aveva fatto Samuel Hancock a rapirla, per giunta in pieno giorno appropriandosi del suo cellulare per fingersi lei e assicurare ai suoi amici che stesse bene e anche per poter scaricare Jeremy dopo non essersi presentata ad un appuntamento? Lui può solo raggruppare tutte le congetture possibili e immaginare quella che più si potrebbe avvicinare alla verità, nell'attesa che Amanda ricompaia come per magia, sana e salva per premurarlo sulla sua incolumità. Continua le ricerche, muovendosi da una parte all'altra come un folle, lasciando il caos sparso sul pavimento ma non gli importa. Sa che quello che cerca è a portata di mano. Un piccolo indizio su dove si trova Sam adesso. Nel mentre, gli squilla il cellulare. Lo prende dalla tasca del giubbotto per scoprire che Carey lo sta chiamando. "Non ho tempo da perdere" dice tra sé, lasciando il telefono poggiato ad un vecchio giradischi. Si china in avanti per poter aprire l'ennesimo cassetto e dietro ci trova una cassaforte, ovviamente chiusa con una combinazione di numeri che Jeremy non può pensare di poter scoprire in un tempo minimo a sua disposizione. 

È impossibile da scassinare e in giro non ci sono codici a cui affidarsi. Innervosito, dà un calcio ispirato e si porta le mani sui fianchi, udendo ancora una volta la suoneria del suo telefono che echeggia tra le pareti strette. Adesso decide di risponderle ma con tono spazientito. "Carey, per favore... sto provando a cercare..." dall'altro capo sente singhiozzare. Istintivamente le domanda cosa è successo. "Lei... lei è qui". "Lei?" Carey tira su col naso. "Amanda. È... è al Playhouse". Jeremy riappende, inciampa su un cartone sul pavimento e raggiunge l'ingresso, partendo in fretta e furia verso il quartiere francese.

𝘾𝙤𝙣 𝙜𝙡𝙞 𝙤𝙘𝙘𝙝𝙞 𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙡𝙖 𝙫𝙤𝙘𝙚 | 𝘾𝙝𝙧𝙞𝙨 𝙀𝙫𝙖𝙣𝙨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora