𝘽𝙧𝙚𝙖𝙠 𝙖 𝙡𝙚𝙜

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12. 𝘽𝙪𝙤𝙣𝙖 𝙛𝙤𝙧𝙩𝙪𝙣𝙖! 

Amanda vuole parlare con Jeremy, chiarire tutta la situazione e fargli soprattutto sapere che non gli avrebbe mai dato buca se non fosse stata costretta

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Amanda vuole parlare con Jeremy, chiarire tutta la situazione e fargli soprattutto sapere che non gli avrebbe mai dato buca se non fosse stata costretta. Comunque continua a procrastinare, perché c'è qualcosa di più urgente su cui concentrarsi. È tornata con un atroce mal di testa a casa. Forse ha esagerato con i cuba libre, e le diverse domande che si sta ponendo non hanno in alcun modo alleviato quell'angoscia. Si è messa sotto le coperte senza spogliarsi, e sollevando le lenzuola fin sopra alla testa ha provato a prendere sonno ma senza risultati. La prima notte insonne della settimana. Il giorno dopo, raggiunge il Playhouse prima del tramonto, e trovando Chad da solo tira un grosso respiro cercando il coraggio per poterlo avvicinare e affrontare.

"Amy!" tuona lui, sollevando gli occhi dalla cassa. "Ieri sera sei sparita. Comunque ottima performance, come sempre". "Certo. Mi hai mentito, Chad". Lui abbassa gli occhi, evitando di guardarla. "Che intendi?". "Hancock non è venuto e nemmeno ne aveva l'intenzione visto che non l'hai avvisato".

"Amy..." lei gesticola, furiosa. "No, Chad. Basta! Sono stanca di ascoltare le tue scuse. Non vuoi presentarmelo, ho capito. Voglio sapere perché. Perché non vuoi che prenda il volo? Pensi che non sia abbastanza brava da incidere un disco?".

"Al contrario. Penso che tu sia la migliore. E mi dispiace di averti tenuta segregata qui negli ultimi mesi...". Lei si mette a braccia conserte, aspettando scuse plausibili. Accetterebbe persino che si mettesse in ginocchio. "...non volevo buttarti tra le braccia del primo che capita. Hancock è bravo, ma ci sono altri discografici in giro, degni di lavorare con te".

"Beh, io non ne conosco di così bravi". "Devi avere pazienza. La tua occasione arriverà..." Chad fa il giro del bancone, e con le mani in movimento mette in ordine dei documenti. Intanto cammina verso il palco, e Amanda lo attende vicino ai tavoli. "Stasera ti esibisci?".

"Non lo so. Ci sto pensando". "Dai!" Chad si stringe nelle spalle, e dopo abbozza un sorriso. "Ti prometto che farò il giro delle chiamate ed entro l'estate avrai un contratto". Lei sa di essere piuttosto vulnerabile, e a Chad ci tiene particolarmente visto che le ha trovato un posto nel suo locale. Il miglior locale jazz di New Orleans. "Non mi prendi per il culo, vero?". Lui strabuzza gli occhi, sorpreso.

"Wow, da quando usi questo linguaggio con me?". Amanda sceglie di non dargli una vera risposta. Lo aiuta a riordinare i documenti e dopo raggiunge il suo camerino, chiudendo la porta dietro di sé. Prima di prepararsi, prende il cellulare e cerca il numero di Jeremy in rubrica, esitando sul tasto di chiamata. Infine lo preme, portandosi il telefono all'orecchio. Uno squillo, poi il secondo, il terzo e quando il cuore le arriva in gola sente finalmente la sua voce. "Jeremy, sono io. Non riattaccare. Ti devo delle scuse".

"Sì" risponde, ansante. "So che le parole possono fare un buco nell'acqua, per questo vorrei dirtele di persona. Ti va di raggiungermi al Playhouse stasera?". "Non lo so. Ho un impegno alle otto e...". "Per favore" lei batte i denti mentre aspetta una risposta. "Ok, provo a liberarmi". "Lascio il tuo nome all'ingresso". Lei riappende per prima, e dopo qualche minuto inizia a prepararsi, consapevole che dovrà fare una bellissima figura.

Intanto lui, da solo nel suo appartamento, si porta le mani tra i capelli. "Ho un impegno alle otto..." ma chi voglio prendere in giro, pensa mentre getta il cellulare sul letto. Per tutto il pomeriggio fa su e giù per la stanza, e alle sette decide di indossare qualcosa di decente per poter uscire. Si scontra con Brian lungo le scale. "Dove vai, amico?". "A fare un giro in centro..." mente, aggiustandosi la cravatta. "Sì, e ti sei messo così in tiro per un giro in centro?".

"Beh, non si sa mai chi si può incontrare". Brian sogghigna. "Se mi dai cinque minuti ti raggiungo. Ho voglia di fare baldoria, stasera". "Non preoccuparti. Non mi serve la balia".

"Ed io non voglio farla. Ti servirà una spalla, ed io ho davvero bisogno di bere". Jeremy annuisce, accettando di aspettarlo sullo zerbino. I cinque minuti passano e lui non è ancora pronto. Nel frattempo guarda l'orologio, pregando di arrivare in tempo per l'esibizione di Amanda. Gli manca sentirla cantare. Lei è davvero meravigliosa, in tutto quello che fa. E la sua voce, come quella delle grandi cantanti, è stata capace di fargli cambiare idea. Adesso lui sa quello che vuole. Brian scende rapido lungo il corrimano, e aggiustandosi la giacca del completo scuro giunge ai piedi delle scale con un sorriso che gli riempie l'intera faccia. "Mi sono messo in tiro anche io. Stasera andremo entrambi a canestro". Jeremy non comprende ciò che il suo amico vuole dirgli, quindi lo guarda storto domandandogli della ragazza che ha conosciuto solo qualche giorno prima. "Oh, è già acqua passata. So di aver detto che con lei sarebbe stato diverso, ma a quanto pare non era la stessa cosa per entrambi".

"Non lo è mai. È difficile trovare un punto d'incontro, in questi casi" Brian comprende immediatamente che quella del suo amico è una specie di frecciatina, quindi ammicca. "Non sei ancora riuscito ad invitarla fuori?". "Non importa" sceglie di non condividere altri dettagli con lui, benché sia il suo migliore amico e confidente da tanti anni. Certe cose è sempre meglio tenersele per sé. Arrivano al locale, e Jeremy si sente quasi sollevato quando scopre che Amanda deve ancora esibirsi. Come ogni sera, attira famiglie e uomini di tutte le età. Esita vicino al bancone intanto che Brian cerca un tavolo.

Amanda è dietro le quinte, più ansiosa del solito. Il macchinista se ne accorge, e ironizza sul suo stato d'animo. "Speri che ci sia qualcuno in particolare, stasera?". "Può darsi".

"È sempre la stessa persona?". Amanda fa spallucce per poi mostrargli un sorriso furbo. "Dopo Billy tocca a te". "Perfetto". Butta giù il solito cucchiaio di miele, si schiarisce la gola e aspetta che il suo collega le lasci campo libero. Billy supera le tende, e nel mentre si passa una mano sulla fronte madida di sudore. "Wow, stasera il pubblico è piuttosto esigente. Ho intravisto dei volti nuovi..." Amanda si sente mancare. Chad sbuca dalla porta e con un aggeggio strano tra le mani le chiede: "Amy, sei pronta?". Lei si limita ad annuire, e poi si sistema la scollatura a V del vestito. Appena lei e Charles restano da soli, poco prima che salga sul palco, lui afferma che è in gran forma. "Sei stupenda. Non torturarti. Solo un cieco non si accorgerebbe di quanto sei meravigliosa".

"Non lo dici solo perché sei mio amico, vero?". "Un amico non ti direbbe cose simili..." Amanda forza un sorriso, domandandosi il perché Charles di punto in bianco sia così dolce nei suoi confronti. È così orgogliosa dei risultati ottenuti in ambito lavorativo, che non ha avuto modo di riflettere sul resto. Forse Charles prova qualcosa, e lei non si sente in grado di ricambiarlo. "Tocca a te!" dichiara Chad sbucando per pochi secondi. "Augurami buona fortuna, Charles!".

"Non ne hai bisogno". Lui solleva il sipario, e l'occhio di bue la accieca per qualche secondo. La luce si affievolisce, dandole modo di raggiungere il microfono. Dalla folla si levano applausi e mormorii, intanto la base musicale inizia con dei delicati colpi sulla tastiera del pianoforte. Per questa sera, Amanda ha scelto di cantare Ashes in chiave jazz. È stata una sua idea, e Chad l'ha immediatamente apprezzata. Nessuno mai aveva pensato di cantare Celine Dion, e Amanda ne è stata capace, con la sua voce melodiosa e soave.

"I've been bending backwards till I'm broke... watching all these dreams go up in smoke". In qualche modo, l'ultima frase sembra descrivere quello che le sta accadendo. Tutti i suoi sogni sono andati in fumo, e questo per colpa della sua bontà. Amanda si fida troppo, di chiunque. Si perde nei suoi pensieri, e solo gli applausi a fine brano la riportano con i piedi per terra. Oltre la luce abbagliante, cerca qualcuno tra il pubblico. Infine eccolo lì, vicino al bancone. Jeremy sta applaudendo, le sorride, le fa capire che potrebbe perdonarle ogni cosa. Lei si sente grata di questo, della sua presenza e prima di lasciare la sua postazione lo guarda un'ultima volta, accorgendosi di qualcuno alle sue spalle che sta ricambiando il suo sguardo. Una figura del suo passato. "Elijah!". 

𝘾𝙤𝙣 𝙜𝙡𝙞 𝙤𝙘𝙘𝙝𝙞 𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙡𝙖 𝙫𝙤𝙘𝙚 | 𝘾𝙝𝙧𝙞𝙨 𝙀𝙫𝙖𝙣𝙨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora