𝙂𝙞𝙫𝙚 𝙢𝙚 𝙖 𝙘𝙝𝙖𝙣𝙘𝙚

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9. 𝘿𝙖𝙢𝙢𝙞 𝙪𝙣'𝙤𝙘𝙘𝙖𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚

Una volta rincasata e sentendosi infervorata, Amanda si mette subito seduta sulla poltrona del suo soggiorno per poter rileggere le canzoni

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Una volta rincasata e sentendosi infervorata, Amanda si mette subito seduta sulla poltrona del suo soggiorno per poter rileggere le canzoni. D'un tratto le sembrano spazzatura, non adatte ad un disco. Accartoccia i fogli, gettandoli sul pavimento. Non si sente ispirata, non ha voglia di comporre. Si avvicina al giradischi e imposta della musica, stendendosi in terra proprio come faceva quand'era piccola. Manca solo suo padre a completare il quadro, e così si sentirebbe più a suo agio, pronta ad incidere dieci canzoni in pochi secondi. Chiude gli occhi, sospira provando a non canticchiare canzoni che sa ormai a memoria. Louis Armstrong echeggia tra le quattro sottili pareti del suo appartamento, facendola librare in aria. "Così continuiamo a remare, barche controcorrente, risospinti senza posa nel passato". L'ultima frase da Il grande Gatsby le appare davanti agli occhi come un indizio, un'idea. Si mette a sedere, prende i fogli accartocciati allungandoli sul pavimento per poterli sistemare. Poi prende una penna e sistema delle parole qua e là, sibilandole a bassa voce. "I can't see him coming but I can feel him. The world is fading around me and I'm running away, looking for that light, a sound, a comforting and friend voice... we're gonna sing in the dark, till sun will rise again". Esaltata, balza in piedi e accarezza la superficie di legno del giradischi, ringraziandola col pensiero per averla sempre incoraggiata. Dopo si butta sotto la doccia, cantando la sua nuova canzone sotto il getto dell'acqua bollente. La sera, raggiunto il Playhouse per il suo solito turno, esita sul ciglio della porta riflettendo se parlare o no a Chad del suo programma previsto per il giorno seguente. Incrocia la sua collega, Geraldine che la saluta con un cenno della mano. "Avrei un favore da chiederti..." prende tempo, sfregandosi le mani "...domani sera dovresti rimpiazzarmi".

"Io non attiro il tuo stesso pubblico. Domani venderemo pochi biglietti... ne hai già parlato con Chad?" Amanda scuote il capo. "Ti vedo sulla difensiva. C'è qualche problema tra di voi?" lei deglutisce, e dopo forza un sorriso. "Assolutamente no, ma domani è importante che io mi assenti. Sarà solo domani sera, te lo prometto".

"Tesoro, io posso darti il mio aiuto ogni volta che vorrai però non sono io la titolare". "Lo so". Geraldine va dietro le quinte, quindi Amanda prende tutto il coraggio per avvicinarsi a Chad. Un sorriso smagliante, uno sguardo confortante. Se solo non avesse un lato oscuro. "Chad...".

"Amy, sei in anticipo, oggi. Successo qualcosa?". "No, ma devo chiederti un permesso. Domani sera non potrò esibirmi..." Chad chiude cassa, facendo il giro del bancone per poterla raggiungere. "Come mai?".

"Mio padre!" mente, avvertendo uno strano brivido dietro la schiena. "Torna in città e vuole stare con me. Partirà molto presto e non ci vediamo da un anno..." lui le dà una leggera pacca sulla spalla. "Per me va bene, se Geraldine può sostituirti". Amanda sospira di sollievo, e dopo gira i tacchi ma Chad la richiama. "È un peccato però". Lei si volta, curiosa. "Volevo far venire il mio amico discografico e fartelo finalmente conoscere".

"Dici davvero?" Chad fa di sì col capo. "Riparte per Parigi dopodomani quindi solo domani sera era disponibile. È proprio un peccato".

"Aspetta, forse posso dire a mio padre di raggiungermi qui al locale. Tanto l'esibizione durerà poco, e dopo potremo cenare insieme". Chad mostra un sorriso entusiasta. "Chiamo il mio amico. Domani dovrai essere perfetta, più del tuo solito" si sporge in avanti, baciandole la guancia per poi allontanarsi con il cellulare in mano. Adesso che ha dato il suo biglietto da visita a Jeremy, non sa comunque come contattarlo e rimandare il loro incontro perché lui non le ha lasciato il suo numero. Prima della sua esibizione, cerca Charlie per poterglielo chiedere. Si avvicina al pianoforte e prova un pezzo, posando dolcemente le dita sui tasti bianchi e neri. "Charlie?" gli fa sussultare le spalle per la sorpresa. "Non ti avevo sentita".

"Ho bisogno del numero di cellulare del tuo amico. Ho qualcosa di urgente da dirgli". Si alza dalla panca e prende il telefono, scorrendo dei nomi in rubrica. "Non so se stasera possa risultare raggiungibile. So che doveva incontrare qualcuno a cena".

"Qualcuno?" Charlie annuisce, lasciandola nel più totale avvilimento. Comunque prova a chiamarlo, ascoltando la fastidiosa voce della sua segreteria telefonica. Rimanda i tentativi al dopo serata, schiarendosi la voce e abbigliandosi per l'esibizione. Carey siede nel primo tavolo sotto il palco, ed è insolitamente accompagnata da un giovane elegante. Amanda li raggiunge sul tardi, sedendole accanto. "Ottima performance" dichiara il suo nuovo amico, presentandosi come Edwin. "Ci siamo conosciuti al corso di ballo caraibico" confessa Carey, sorprendendola.

"Da quando segui un corso?". "Ho iniziato oggi. Volevo provare qualcosa di nuovo". "È anche molto dotata. Una ballerina eccezionale" spiega Edwin interponendosi tra le due amiche. Amanda dà un veloce sguardo al locale, cercando qualcosa o qualcuno. Nel mentre Carey flirta in maniera spudorata con lo sconosciuto dagli occhi scuri. Amanda si sente fuori posto, incapace di fare lo stesso. Vorrebbe essere corteggiata e allo stesso tempo allontanare tutti gli uomini per potersi dedicare esclusivamente alla musica. Solo quando ha conosciuto il giovane sassofonista dagli occhi verde-azzurro, ha compreso che avrebbe potuto ottenere entrambe le cose, se solo fosse riuscita a lasciarsi andare.

𝘾𝙤𝙣 𝙜𝙡𝙞 𝙤𝙘𝙘𝙝𝙞 𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙡𝙖 𝙫𝙤𝙘𝙚 | 𝘾𝙝𝙧𝙞𝙨 𝙀𝙫𝙖𝙣𝙨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora