𝙁𝙞𝙣𝙙 𝙩𝙝𝙚 𝙩𝙧𝙪𝙩𝙝

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11. 𝙎𝙘𝙤𝙥𝙧𝙞𝙧𝙚 𝙡𝙖 𝙫𝙚𝙧𝙞𝙩à

L'Abreuvoir pour messieurs sulla Dauphine alle dieci di sera non è così male

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L'Abreuvoir pour messieurs sulla Dauphine alle dieci di sera non è così male. Ne ha sentito parlare qualche giorno prima mentre passeggiava al mercato, e adesso si è ritrovato sulla porta del locale dopo aver compreso che Amanda non l'avrebbe raggiunto. Si siede al bancone, ordina un bourbon e nell'attesa si rigira il suo biglietto da visita tra le dita. Teme qualcosa, per questo non lo ha utilizzato per contattarla. Avrebbe dovuto fare di tutto per incontrarla, invece ha aspettato dei segnali. Si comporta da adolescente pigro perché l'alternativa non gli sembra così entusiasmante. Si scola il bicchiere di bourbon in un unico sorso, e in pochi secondi ne tracanna un altro. Entro le pareti di mattoni color ruggine vi ritrova un variegato serraglio, tra cui studenti, musicisti, giovani coppie e uomini d'affari. Intanto si gode la musica sinfonica che lo travolge d'acchito, amplificando così i suoi pensieri, le paranoie, i dubbi. A mezzanotte, si trascina fuori dalla porta e ritrovato il coraggio, sicuramente destinato a dissolversi una volta che sarebbe tornato lucido, prende il telefono e compone il numero di Amanda. Lei risponde dopo un paio di squilli. "Perché?" le domanda. "Jeremy? Sei tu?".

"Rispondimi. Perché mi hai tirato un bidone?" dall'altro capo del cellulare, il silenzio più assoluto. Dopo la sente respirare piano. "Mi dispiace. Sono stata presa in giro".

"Anche io" così riattacca, non dandole modo di spiegarsi. Come ha pensato, non le avrebbe mai potuto parlare in maniera razionale con questa inopinata ebbrezza. Si avvia verso il suo appartamento, e senza avere la forza di liberarsi dei vestiti si mette a letto. A chilometri di distanza, Amanda ha ancora il cellulare in mano, nella penombra di una stradina. Non vorrebbe lambiccarsi il cervello con tutte le domande che le stanno facendo sorgere un dubbio, ma sembra inevitabile. Matt le offre un passaggio, e saliti in auto iniziano a confrontarsi riguardo il disco. "Che ne pensi?".

"È fantastico, Amy. Non ho mai udito nulla di simile..." lei non sembra essere d'accordo. Si strofina il dito su una palpebra, dimenticandosi di essere truccata. "Non lo so. Non mi convince nulla negli ultimi tempi". Matt la guarda con la coda dell'occhio. "È successo qualcosa a lavoro?".

"No..." risponde d'istinto e dopo cambia espressione "...non lo so. Tu hai mai avuto la sensazione che tutto intorno a te stia proseguendo velocemente e senza intoppi, e nel mentre tu sei l'unico che rimane fermo, impossibilitato a muoversi?". Matt alza un lato della bocca. "Ok, sì. So che è una domanda assurda e forse non hai capito che cosa sto cercando di dirti".

"No, no. Ho capito benissimo a cosa ti riferisci". "E cosa ne pensi?". Matt svolta rapido a sinistra, facendola agitare sotto la cintura di sicurezza. "Matt!". "Perdonami. Mi sono ricordato che c'è un pub nuovo dove ti vorrei portare. Con tutte queste domande non puoi andare a dormire serena. Hai bisogno di prendere un po' d'aria". Amanda ammicca nella sua direzione, rimettendosi comoda. "Sì, hai ragione". Accostano sul margine destro dopo aver superato una lunga coda di auto. Il pub nuovo sembra già aver ottenuto numerosi riscontri positivi, considerata la calca all'ingresso. "Da quanto tempo hanno aperto?".

"Una settimana" spiega Matt. "Grandioso, no?". Aspettano in fila, e in qualche minuto superano le tende rosse ritrovandosi in un ambiente dissonante dal resto. "Cosa ti rammenta?" lui la interroga ammirandola guardarsi intorno con occhi stralunati. "Non lo so, non ho ricordi associabili a questo contesto ma devo dire che mi ispira parecchio".

"Ho pensato proprio a questo, mentre ti ascoltavo cantare poco fa..." lo segue al tavolo, sedendogli difronte. "Adesso mi dici cosa ti preoccupa". "Forse ho bisogno di buttare giù qualcosa prima". Matt fa un cenno al cameriere. "Non mi avevi detto che ci sarebbe stato qualcun altro con te oggi in studio?".

"Sì, un ragazzo che ho conosciuto solo due sere fa".

"E perché non è venuto?".

"Perché sono una stronza credulona, accidenti!". Lui serra le sopracciglia, perplesso. "Che cosa intendi?".

"Mi sono fatta abbindolare da Chad. Gli ho creduto e così mi sono fatta scappare l'occasione di conoscere qualcuno che merita".

"Il ragazzo conosciuto due sere fa" termina di dire Matt, e Amanda annuisce di conseguenza. "C'è un rimedio. Fatti perdonare".

"No, non mi è sembrato uno che concede seconde chance".

"Come si chiama?".

"Jeremy". Amanda ha conosciuto Matt solo qualche sera dopo la sua prima esibizione al Playhouse. Era lì con degli amici, e mentre loro hanno cercato invano di farsi avere il suo numero di cellulare, Matt ha agito per vie traverse, parlandole principalmente di musica e di spettacoli. Così ha scoperto che stava affittando uno studio di registrazione, e in primavera Amanda ha deciso di approfittare della nuova conoscenza per iniziare a farsi spazio nel mondo del jet set. In principio, non sapeva che in Matt avrebbe trovato un amico e una persona onesta su cui contare sempre. "Dal tuo racconto, sembra una persona molto speciale".

"Poteva esserlo..." lei soffoca una risata derisoria "...Dio, che sciocca che sono. L'ultima volta che mi sono lasciata andare a queste frivolezze, ho accantonato ciò che davvero mi importava e alla fine me ne sono pentita".

"Parli del tuo ex?". Amanda annuisce. "Sai che fine ha fatto?".

"È da tempo che non ho sue notizie. Suppongo sia in qualche afosa parte del mondo con una modella di lingerie". I due amici sorseggiano cuba libre e stuzzicano patatine, mischiandosi al fragore della notte che accompagna una meravigliosa serata fulgidamente stellata. "Al tuo posto, contatterei di nuovo questo Jeremy e gli chiederei di incontrarmi dicendogli che non accetto rifiuti".

Amanda picchietta le unghie sul tavolo, e improvvisamente solleva lo sguardo su Matt. "Io sto sprecando la mia vita. Ho sempre promesso a mio padre e a me stessa che sarei stata felice, sempre appagata. Non mi sarei mai fatta mettere i piedi in testa. Quindi che cosa ne sto facendo della mia vita?". "Vuoi che ti risponda o stai parlando tra te e te?".

"Sì, vorrei un tuo parere". Matt ordina un altro cocktail. Si schiarisce la gola, chiedendo ad Amanda di fare mente locale. "Ok, quando sono iniziati questi dubbi?". Lei si domanda se parlargli di Robyn potrebbe essere una cattiva idea. Ha affrontato l'argomento solo con Carey, e la sua migliore amica non ha saputo consigliarle. "Diciamo che... beh, non metterei mai la mano sul fuoco per Chad".

"Che intendi dire?". Amanda si porta una mano davanti alla bocca, socchiude gli occhi e tira un grosso respiro. "Hai mai sentito parlare di Robyn Monroe?". "Questo nome non mi suona nuovo. Chi è?". "La cantante che ho sostituito al Playhouse... lei è, lei è scomparsa".

"In che senso scomparsa?". Amanda ordina un altro cocktail anche per sé. Aspetta di farne un sorso prima di continuare a parlare. "Il produttore discografico che pensavo di incontrare stasera, l'aveva scritturata offrendole un contratto. Lo so perché non si parlava di altro in quei giorni... beh, dicono che Chad era geloso perché si era innamorato di lei e per questo non voleva che lo abbandonasse per incidere un disco. In pochi giorni non si è più saputo nulla di Robyn".

"Un momento, un momento..." Matt inizia a parlare concitatamente "...mi stai dicendo che l'ha fatta sparire per non farla andare via dal suo locale?".

"Non lo so... anche tu conosci Chad, e forse anche più di quanto lo conosca io. Mi sai dire se lui sarebbe capace di una cosa simile, o se sono io che mi sto immaginando tutto?". Matt è confuso. Si porta le mani sulle ginocchia, drizzando la schiena contro la sedia. "Questa sì che è una storia in stile piccoli brividi. Magari dovremmo informarci".

"Sulla condotta di Chad?". Matt scuote il capo. "Sugli ultimi giorni di Robyn. Insomma, su tutto quello che ha fatto prima che sparisse. Ho un amico investigatore. Potrei chiedergli un preventivo e...". Amanda allontana la sedia. "Vorrei parlare con Chad prima di agire".

"Mi sembra rischioso". "Voglio farlo, Matt. A questo punto mi sento in dovere di andare da lui e chiederglielo di persona. Devo liberarmi di questo peso". "Magari portati un taser o uno spray al peperoncino..." Matt decide di canzonarla con una battuta, e Amanda risponde con un ghigno. "Spero di sbagliarmi" dichiara lei, ricalcitrante. 

𝘾𝙤𝙣 𝙜𝙡𝙞 𝙤𝙘𝙘𝙝𝙞 𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙡𝙖 𝙫𝙤𝙘𝙚 | 𝘾𝙝𝙧𝙞𝙨 𝙀𝙫𝙖𝙣𝙨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora