𝙒𝙞𝙩𝙝 𝙩𝙝𝙚 𝙫𝙤𝙞𝙘𝙚

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3. 𝘾𝙤𝙣 𝙡𝙖 𝙫𝙤𝙘𝙚

Le luci sono soffuse, la musica di sottofondo rimanda ad un'atmosfera burlesque e, a proposito di questo, le cameriere passano tra i tavoli sui loro tacchi a spillo, corsetti neri e gonne come se fossero appena uscite dal film Chicago

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Le luci sono soffuse, la musica di sottofondo rimanda ad un'atmosfera burlesque e, a proposito di questo, le cameriere passano tra i tavoli sui loro tacchi a spillo, corsetti neri e gonne come se fossero appena uscite dal film Chicago. Billy Atwood si esibisce per primo, dando modo agli altri cantanti di prepararsi. Amanda è stranamente in ansia, come non lo è mai stata. "Cos'è successo? Tremi come una foglia" Charles si informa sui suoi pensieri, aspettando di poter calare il sipario al termine dell'esibizione di Billy. "Non è successo nulla".

"Non puoi nascondermi le cose, Amy. Sei un libro aperto per me, perciò parla. L'altro giorno hai chiesto di poter parlare con Chad. Cosa ti ha detto che ti ha turbata?" lei prende tempo, sedendosi di peso su una vecchia cassa che contiene abiti di scena. "Tempo fa, gli ho chiesto se potesse mettere una buona parola con il suo amico discografico. Dal suo sguardo ho intuito che non gli è mai passato per la testa di parlargli di me. Vuole tenermi qui".

"Ma tu ami il Jazz Playhouse". Amanda si limita a far roteare gli occhi e a sollevarsi in piedi. "Meglio che mi prepari. Tra qualche minuto sono di scena" prima che possa tornare nel suo camerino, Charles la richiama un'ultima volta.

"Ehi, tigre. Non temere. Non finirai a cantare qui tutte le sere per il resto della tua vita. Tu hai talento e se ne accorgeranno. Là fuori c'è una mandria impazzita e acclama solo te. Chad fa il tutto esaurito ogni sera esclusivamente per te, e so che questo non te lo dirà mai ma ci sono io. Io posso dirtelo". Amanda si sporge su di lui, baciandogli la guancia. "Sei un vero amico, Charlie". Lei va via, mentre il macchinista si sporge dalle tende per osservare il pubblico che applaude mentre sorseggia Martini con l'oliva che galleggia nel bicchiere. La folla freme e scalpita, e canta assieme a Billy quando simula la voce rauca per poter emulare Ray Charles sulle note di Georgia On My Mind. Raramente si concede a dei brani classici. Oltre Amanda, anche lui canta dei pezzi suoi ma al contrario della sua talentuosa collega, è più riservato e continua ad apprezzare la musica dei grandi cantanti jazz e Ray resta il suo preferito in assoluto. Billy fa un mezzo inchino, sorride al pubblico e in una giravolta raggiunge il dietro le quinte. "Amanda è pronta?".

"Tra qualche secondo. Ha un grattacapo stasera, ma nulla che non riuscirà a risolvere con la musica...". Lei appare sulla porta, in un abito dorato e dei guanti color avorio che le arrivano ai gomiti. "Sei divina". Si limita a sorridere, passandosi delicatamente la mano sul tessuto di seta che le avvolge le curve morbide. Ad un tratto i tre odono la voce di Chad, che avvicinatosi al microfono presenta: "La ragazza d'oro. Il gioiello del Jazz Playhouse. L'unica e sola Amanda Callaghan". Lei si scambia uno sguardo con Charles, rammentando la loro precedente conversazione. Infine si schiarisce la gola, scostando la tenda per poter raggiungere il punto del palco in cui la luce è più nitida. L'occhio di bue la illumina, e il nuovo pianista inizia ad accarezzare la tastiera facendo cenni con la testa. Canta, focalizza la sua voce da usignolo sulle persone accalcate al bancone, nel punto più lontano del locale dove difficilmente si riescono a distinguere i rumori. Oggi ha scelto di esibirsi con un brano già noto, lasciando i suoi pezzi da parte. Nel corso degli anni in cui si è esibita al Playhouse, ha scritto molto e cantato ogni sera, facendo riposare la voce solo al mattino per evitare di rimanere senza. La sua voce – secondo lei – è tutto ciò che ha, ciò che le hanno concesso di avere quando le altre sue coetanee ricevevano regali esagerati dai genitori dopo un ottimo voto sull'ultimo compito in classe. A lei non è mai successo. Suo padre, per quanto le sia legato, è spesso assente e non riesce a far parte della sua vita come vorrebbe, come dovrebbe. 

Si scambiano delle mail ogni weekend, ed una volta al mese si videochiamano su Skype. Jim Callaghan è un ex aviatore, che ha scelto di restare nell'aeronautica militare per insegnare ai nuovi cadetti e questo comporta la sua perenne assenza e il continuo via vai tra una città e l'altra. Amanda non lo incontra da quasi un anno, e a volte le sembra di impazzire quando realizza che, effettivamente, non ha un padre. Teme di averlo perso, il giorno in cui ha perso sua madre. Incidente automobilistico, quasi cinque anni fa. Rammenta il viso diafano della madre, e i suoi stessi occhi cangianti che hanno fatto innamorare un giovane James Callaghan quando era ancora nell'esercito. Una lacrima le riga la guancia, e subito le scaccia via ricordando di essere su di un palco. La musica si attenua, e i presenti applaudono come di consueto alla talentuosa ragazza dai capelli del colore dell'oro, che mai nessuno è riuscito ad avvicinare. Amanda Callaghan è come una terra inesplorata, dove nessuna nave rischia di arenarsi. Questa stessa sera, tra i tavoli imbanditi da cocktail e posacenere c'è un uomo seduto accanto ad un suo amico. Indossa un borsalino, per dare l'idea di essere un appassionato di blues. Ha guardato Amanda per tutto il tempo, con gli occhi di chi non ha mai visto nulla di più bello, e l'ha ascoltata con le orecchie di un neonato che ode la voce della madre per la prima volta.

Meraviglia, perfezione e bellezza trasudano da quella ragazza avvolta dal tessuto dorato e Jeremy non può far altro che osservarla da lontano quando fa un mezzo inchino e torna nel backstage, perché un diamante grezzo così lucente teme di essere intaccato e acceca chi non è degno di un bagliore tanto lustro quanto lo è una sera di luna piena che illumina una strada deserta.

𝘾𝙤𝙣 𝙜𝙡𝙞 𝙤𝙘𝙘𝙝𝙞 𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙡𝙖 𝙫𝙤𝙘𝙚 | 𝘾𝙝𝙧𝙞𝙨 𝙀𝙫𝙖𝙣𝙨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora