6. 𝙇'𝙞𝙣𝙘𝙤𝙣𝙩𝙧𝙤
Le parole confortanti di Charlie non gli sono sembrate così rassicuranti. Per questo Jeremy si è dato coraggio e raggiunto il camerino di Amanda non l'ha più trovata. "Ti ho detto che è andata via con la sua amica" replica Charlie, alzando le spalle. Subito Brian inarca le sopracciglia. "L'amica sexy?". L'altro fa di sì con la testa. "Ti ha detto dove andava?" Jeremy prende la parola, esasperato.
"Certo, e ci siamo anche scambiati il numero di telefono..." dichiara Charlie in tono ironico, e quando posa la mano sul suo panciotto tira un grosso respiro. "...non mi ha detto nulla ma ho sentito che voleva tornare a casa". Jeremy sbuffa e in qualche minuto lascia il locale insieme a Brian, giacché il motivo per cui ha deciso di restare al Jazz Playhouse è appena andato via in taxi. Quando il mattino dopo incontra Charlie per colazione, gli spiega di che cosa hanno parlato lui e Amanda. "La troverai stasera. È disposta a conoscerti, perciò non fare il bambino".
"Non lo sono. Ho trentacinque anni". "Amico, credimi. Ti stai comportando proprio come un bambino... e sentiamo un po'. Che cosa hai intenzione di dirle quando la conoscerai? Devi pensare bene alle prime parole che le rivolgerai, perché mi è sembrata una che...".
"Lo so, lo so. Tranquillo, Chaz. So cosa fare". Continuano a chiacchierare davanti ad una tazza di caffè, per poi darsi appuntamento per il pomeriggio e dividersi. Amanda ha accettato di incontrarlo, e lui non può far altro che sorridere ma adesso il problema sembra essere un altro. Dopo un'ulteriore giornata trascorsa alla ricerca di un lavoro che non sembra voler essere trovato, si mette davanti al pianoforte e suona qualcosa mentre Brian è via. Lui non ha un vero e proprio sogno, e anzi cerca solo un impiego che gli conceda una paga notevole, non eccessiva. Al contrario Jeremy, dopo aver abbandonato gli studi ha trovato un po' di conforto solo nella musica e sa che questo conforto non lo abbandonerà mai, perché quando hai un sogno, un sogno davvero enorme e all'apparenza troppo ambizioso, devi inseguirlo. Afferrarlo e stringerlo forte, perché come si è soliti dire "il treno passa una sola volta" e Jeremy non ha intenzione di perdere la corsa. Subito dopo il tramonto, si mette in ghingheri come la sera precedente ma questa volta ci mette un po' più di volontà e qualche goccia in più di profumo spruzzato sotto le orecchie e sui polsi.
Brian arriccia al naso quando irrompe nella sua stanza da letto. "Wow, ci hai fatto il bagno lì dentro?" gli indica la bottiglietta Calvin Klein posta sul comodino. "Pensi che abbia esagerato?".
"Giusto un po', ma adesso è troppo tardi. La serata inizia tra meno di mezzora" ticchetta il dito sull'orologio che porta al polso, invitando Jeremy a seguirlo all'auto. Appena oltrepassano i buttafuori all'ingresso, lo sguardo di lui immediatamente si posa sul palco dove Charlie è già seduto alla panca del suo Steinway e Amanda scosta le tende, mostrandosi alla folla in un abito bianco con una scollatura larga sulla schiena. La chioma bionda gliela sfiora come un velo delicato sulla sua pelle chiara e morbida. Jeremy immagina che lo sia, e desidera solo toccarla, parlarle.
Adesso aspetta che finisca di cantare, e anche se nel frattempo freme e scalpita all'idea di poterla avvicinare per qualche secondo come se dovesse incontrare il suo personaggio famoso preferito, riesce ugualmente ad ascoltarla e a parlare con Brian nonostante sia distratto e già proiettato verso l'incontro imminente. Le luci si abbassano e si levano gli applausi quando Amanda fa un cenno con la testa verso una persona seduta nel pubblico. È la ragazza bruna con l'abito bianco che Brian ha notato la sera prima, e che nota anche adesso. Subitaneamente Jeremy balza in piedi e raggiunge la porta del backstage, lasciandosi alle spalle le parole del suo amico. Un uomo alto con spalle larghe e capelli brizzolati gli blocca il passaggio. "Dove credi di andare?" gli domanda in tono arrogante. "Nei camerini. Vorrei parlare con la cantante".
"Non accetta visite e non posso lasciarti passare". "Ti prego. Ho davvero bisogno di dirle una cosa..." il buttafuori fa un cenno con la mano e Chad li raggiunge, presentandosi come il proprietario del locale. "Piacere di conoscerla. Io sono qui per parlare con Amanda". "Sei un suo amico?" Chad lo interroga mettendosi a braccia conserte. "No, ma...".
"Se non hai un appuntamento con lei, non posso farti passare. Se lasciassi passare tutti quelli che vogliono parlarle, adesso avrebbe il camerino pieno di pazzi scalmanati. Devo chiederti di tornare al tuo tavolo". Jeremy prende un grosso respiro prima di continuare. "Ieri mi aspettava. Il mio amico le ha parlato di me e lei ha accettato di vedermi"."A noi non ha detto nulla".
"Non è detto che debba dirle proprio tutto" Chad serra le sopracciglia, innervosito. Subito dopo invita il buttafuori a scortare Jeremy all'uscita. "No, non me ne vado. Lei non ha alcun diritto di..." Jeremy gli punta il dito contro nel tentativo di liberarsi della presa violenta dell'omone tatuato. "Mi lasci! Io voglio solo parlarle...". La musica si ferma e i presenti assistono alla scena, posando i loro occhi curiosi sull'uomo che sta urlando contro il proprietario del Jazz Playhouse. Brian lo raggiunge, e dopo anche Charlie che per la fretta inciampa nel filo collegato al microfono. "Chad, lui è con me. Ho parlato io ad Amanda ieri sera..." Charlie prende la parola, irritando Chad.
"Lavori qui da soli due giorni. Non avresti dovuto avvicinarti ad Amanda". "Nessuno me lo ha impedito. Lei è stata felice di vedermi e ha detto che avrebbe incontrato il mio amico stasera". Chad sospira, e dopo si guarda intorno. "Beh? Perché avete fermato la musica?" la band ricomincia a suonare e Billy sale sul palco, tentando di attenuare la tensione che si è creata in pochi minuti nel locale. Chad dà una pacca sul petto al buttafuori, che sposta il peso da una gamba all'altra per liberare il passaggio. "Ehi, rubacuori!" sussurra all'orecchio di Jeremy. "Hai cinque minuti. Amanda deve tornare sul palco tra poco".
Lui sorride, fa di sì con la testa e si prepara a raggiungerla. Quando si trova davanti alla sua porta, con scritto il suo nome su un cartello bianco, si sistema i capelli con una passata veloce con la mano mentre con l'altra adatta la cravatta nel colletto della camicia. Dopo bussa pacatamente, tirando un grosso respiro.
"Avanti!" esulta lei con la sua voce delicata e Jeremy si appresta ad entrare, guardandola seduta su uno sgabello e chinata in avanti per allacciarsi il cinturino delle scarpe con il tacco. Amanda nota le scarpe lucide di lui, quindi alza lo sguardo e incontrando quello del visitatore resta per un attimo senza parole, per poi strabuzzare gli occhi. "Chi sei?".
Non riesce ad emettere un sibilo, e l'idea che si era fatto sul parlarle semplicemente di musica e citarle una frase dalla canzone di Ella svanisce in pochi istanti quando guarda nel verde cristallino dei suoi meravigliosi occhi attorniati da una leggera linea di matita. "Ci conosciamo?" prosegue Amanda, vedendolo a disagio. Raddrizza la schiena e si mette in piedi, avanzando verso di lui. "Sei per caso l'amico di Charlie, il pianista?". Jeremy annuisce, quindi lei soffoca una risata.
"Va bene. Non mi ha detto molto, ma sembri uno di poche parole..." gli porge la mano, ammiccando. "...io sono Amanda". Lui gliela guarda, perplesso. Dopo si dà coraggio, e prova a ricordare che cosa voleva dirle, che cosa ha provato ascoltandola cantare. "Jeremy, Jeremy Brauer" le loro dita si intrecciano, si stringono per secondi interminabili. "Ora che ci siamo presentati..." lei scioglie la presa per prima, tornando davanti allo specchio. "Devo tornare sul palco tra poco, quindi perdonami se mi permetto di...". Jeremy sospira ancora e questa volta trova le parole adatte. La frase perfetta.
"Paradiso, sono in paradiso e il mio cuore batte così tanto che faccio fatica a parlare, e mi sembra di trovare la felicità che cerco quando siamo fuori insieme, a ballare guancia a guancia". Amanda posa subito il pennello sul tavolo, si gira verso di lui e gli mostra una fossetta al lato della bocca. Un piccolo gesto che gli fa capire che ce l'ha fatta. Ora ha la sua attenzione, l'ha conquistata. Anche se, pensandoci bene, non può essere stato così semplice come sembra. Lei è pur sempre Amanda, il diamante grezzo del Jazz Playhouse. La donna inavvicinabile che gli uomini bramano e che non riescono ad avere. A questo pensiero, Jeremy dovrebbe buttarsi giù. Invece la desidera con più veemenza, perché una cosa irraggiungibile e rara diventa quasi come una gara e lui vuole vincerla. Vuole vincere il suo cuore e vuole suonare su quello stesso palco, al suo fianco.
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𝘾𝙤𝙣 𝙜𝙡𝙞 𝙤𝙘𝙘𝙝𝙞 𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙡𝙖 𝙫𝙤𝙘𝙚 | 𝘾𝙝𝙧𝙞𝙨 𝙀𝙫𝙖𝙣𝙨
General FictionUna giovane donna di New Orleans sogna di poter diventare come Ella Fitzgerald, il suo idolo sin dall'infanzia. Terminati gli studi, riesce finalmente a realizzare il suo desiderio, divenendo la punta di diamante del Jazz Playhouse. Jeremy Brauer, u...