Una giovane donna di New Orleans sogna di poter diventare come Ella Fitzgerald, il suo idolo sin dall'infanzia. Terminati gli studi, riesce finalmente a realizzare il suo desiderio, divenendo la punta di diamante del Jazz Playhouse. Jeremy Brauer, u...
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Amanda riceve complimenti e lusinghe quando si ritrova nel corridoio per poter raggiungere il suo camerino. Sedutasi allo specchio, osserva per qualche secondo il suo riflesso e pensa di non volersi struccare. Tira un grosso respiro, rammentando le parole di Chad, quello che Charles pensa di lui e tutti i sacrifici che Amanda ha dovuto fare per arrivare lì. La prima sera che ha conosciuto Chad, non le è sembrato così male. Come un qualunque proprietario di un locale appena inaugurato, Amanda se l'era immaginato presuntuoso e saccente. Pertanto, le è stato subito amico anche se per qualche secondo le è sembrato che ci stesse provando, dopo averle fissato troppo a lungo il fondoschiena e nella scollatura. Col passare dei mesi, il loro rapporto è divenuto prettamente professionale, basandosi sulla fiducia reciproca e sul rispetto. Adesso lo considera come uno dei suoi più cari amici, e la sua cerchia si può benissimo contare sulle dita di una mano e sono quasi tutti dipendenti del Jazz Playhouse. Al di fuori di quel locale che l'ha accolta e amata, c'è solo Carey. E stasera, come tutte le altre sere, si è presentata dove lavora e l'ha supportata, applaudendole costantemente. È proprio lei che si presenta alla porta del suo camerino, bussando pacatamente per non disturbarla. "Ancora qualche minuto" dichiara Amanda senza voltarsi, e in pochi secondi Carey è al suo fianco, che le butta le braccia al collo. "Sono io. Volevo dirti che anche stasera sei stata fantastica". Lei accetta l'abbraccio della sua migliore amica, restando seduta e commuovendosi al suono delle sue parole.
"Grazie, ma tu sei come una sorella per me. È quasi obbligatorio per te farmi questi complimenti". "Non scherzare, Amy. Apprezzerei la tua musica persino se fossi un'estranea, e lì fuori ti hanno acclamata e applaudita. Non parte da me la cosa, ma da te. Deriva dal tuo talento". Carey avvicina la sedia alla sua, sedendole accanto nell'attesa che si svesta e che si strucchi. "Quella di stasera era una canzone nuova?" Amanda fa di sì con la testa, per poi alzarsi e raggiungere il separé. Fa scivolare il vestito lungo i fianchi dopo essersi sbottonata la lampo sulla schiena. "Devi esibirti di nuovo?".
"No, adesso tocca ai miei colleghi. Possiamo andare via". Nello stesso momento, qualcuno bussa alla porta e Carey fa le veci della sua amica, chiedendo chi è. "Sono Charles. Il pubblico reclama un bis". Amanda torna davanti allo specchio dopo aver indossato jeans, maglia e blazer nero, pronta per poter tornare a casa. Apre la porta, e gli occhi scettici del suo amico si posano sulla sua figura longilinea. "Ti sei già cambiata?" lei annuisce.
"Non torno là fuori. Inventa una scusa con loro, con Chad. Canterò domani sera". Charles cerca la sua amica Carey con gli occhi prima di replicare. "Ok, per me va bene ma non so come potrà prenderla Chad". "Non mi interessa come potrebbe prenderla. Oggi sono davvero stanca e non ho voglia di...". All'improvviso, un ragazzo con i capelli biondo cenere e una cravatta bordeaux appare alle spalle di Charles, bussando sulla porta aperta. "Mi scusi il disturbo, volevo...".
I tre strabuzzano gli occhi, chiedendogli chi è. "Sono il nuovo pianista, Charlie". Amanda fa un mezzo sorriso. "Oh sì, giusto. Per un attimo mi ero dimenticata di te. Cosa c'è? Mi hanno già avvertito che vogliono un bis ma io...". "Non sono qui per questo. So che è il mio primo giorno e non dovrei avanzare pretese, però vorrei chiederle un favore".
"Ti prego, dammi del tu". Charlie, a quel punto, le porge la mano per presentarsi ufficialmente. Lei ricambia il gesto, ammiccando verso il nuovo pianista che non è niente male, e sembra anche piuttosto gentile. Probabilmente non sa ancora in quale ambiente si è andato a cacciare.
"Va bene, Amanda. Volevo presentarti una persona. Un tuo grandissimo fan". Per la prima volta in tutta la serata, Amanda sorride emozionata, passandosi le dita nei capelli biondi e inumidendosi le labbra. "Oh, non sapevo di avere dei fan". Carey, di ricambio, le dà un piccolo buffetto sul braccio, facendola trasalire. "Visto? Si sono accorti tutti che hai talento".
"E per me è un onore poter suonare qui, e per una cantante come te..." riprende Charlie, facendo un passo avanti verso di lei. "E questa persona è talentuosa quasi quanto te. Formereste un duo perfetto". "Ah, perciò questa persona canta?". "No, non canta. Non so se lo sa fare, ma sa suonare e..." Charles lo interrompe, gesticolando con una mano agitandola in aria. "Amy, io devo andare ad avvertire Chad. Sei sicura di non voler più cantare stasera?".
"Al cento per cento. Io e Carey usciremo dal retro tra qualche minuto. Ci dileguiamo". Charles va via, lasciando le due ragazze in compagnia del pianista. Amanda e Carey riprendono a muoversi freneticamente da una parte all'altra, come se si fossero dimenticati della sua presenza. Al che, lui riprende a parlare, ribadendo la sua intenzione di presentarle qualcuno che sarebbe onorato di conoscerla. "Charlie, sei un pianista eccezionale e suppongo che anche il tuo amico sia dotato ma adesso devo proprio andare. Puoi dirgli che rimando questo incontro. Sa dove trovarmi. Sono sempre qui, al Jazz Playhouse. Tutte le sere. Non può mancarmi" dichiara con una voce flebile e un tono quasi nostalgico. Carey la aiuta con le borse, seguendola fuori dalla porta del camerino e raggiungendo il magazzino retrostante dove si imbattono in Billy e Jack, il cugino ballerino che è anche uno studente alla scuola di musica dove Amanda ha potuto approfondire le sue conoscenze e intraprendere una lunga e passionale relazione con il jazz. Nell'attesa che il taxi accosti al marciapiede, Carey si schiarisce la gola interrogando la sua amica su quello che pensa davvero del nuovo pianista. "Penso ciò che gli ho detto. È davvero di talento ma il Playhouse non è il posto per lui. Una volta che conoscerà Chad per quello che è davvero, spero se la dia a gambe levate".
"Ne parli come se fosse un mostro". Amanda tira un grosso respiro, aderendosi allo stomaco il cappotto avvolto intorno alle braccia. "Ho sentito una storia. C'era un'altra cantante prima di me. Secondo i più accaniti ed esigenti clienti, era formidabile. Aveva una voce simile a quella di Whitney Houston e sapeva insinuarsi nel cuore delle persone che la ascoltavamo".
Carey serra le sopracciglia e le palpebre, scettica. "Perché parli al passato?". "Perché è passato. Questa ragazza è scomparsa, Carey e si teme possa essere stata uccisa". Lo sguardo dell'amica è imperturbabile, scioccato. Allo stesso tempo, è indifferente come se non credesse alle sue parole. Amanda le racconta la storia più nel dettaglio, confessando i suoi sospetti verso Chad. "Perché avrebbe dovuto farlo?".
"Perché lei voleva andarsene da questo posto, come voglio fare io. Voleva vedere il mondo e far scoprire il suo talento al di fuori di New Orleans. L'amico di Chad, il discografico, le aveva offerto un contratto e dopo, puff, si è dileguata. È sparita, Carey e nessuno sa dov'è". Finalmente il taxi accosta accanto a loro, quindi Amanda posa la mano sulla maniglia per poter salire a bordo ma Carey la blocca. "E se fosse davvero così? Tu devi andartene da qui, o dovresti semplicemente denunciarlo".
"E con quale pretesto? Non ci sono prove che lo possano incolpare. Non voglio sospettare di nessuno. Vorrei solo avere un'occasione. Merito anche io un contratto con la casa discografica, e lo avrò, Carey. A qualunque costo". Carey la segue nel taxi e insieme lasciano la penombra di quel vialetto tetro e recondito, facendoci ritorno solo la sera seguente quando ad Amanda tocca ancora una volta esibirsi sotto gli occhi meravigliati del pubblico, mentre lei tenta di allontanare i sospetti verso Chad e le paure causate dalla notizia della scomparsa di Robyn Monroe. La cantante perfetta, quella a cui deve il posto al Jazz Playhouse. Perché se lei non fosse scomparsa, Amanda non avrebbe mai ottenuto una tale occasione in un locale così di prestigio.