𝑪𝒂𝒑 10 - 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒔𝒆𝒄𝒐𝒏𝒅𝒂

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𝑹𝑰𝑷 𝑯𝑼𝑵𝑻𝑬𝑹

A quel punto tornammo al momento rimasto: eravamo appena atterrati su Venere e sinceramente mi aspettai di non trovarci alcuna forma di vita, ci avevano innestato quest'idea, quindi, perché non crederci.

Invece, rimasi senza parole quando vidi degli omini che popolavano il pianeta: avevano le fattezze umane ciononostante erano piccoli, alti quanto un bambino di cinque anni ed erano estremamente magri.
La loro pelle era di un giallo acceso e nessuno di loro possedeva i capelli. Le donne si differenziavano dai maschi in quanto indossavano dei cappelli veramente sgargianti, sembravano avere in testa un vaso di fiori variopinto, trovai il particolare in questione molto simpatico.
Il loro viso era di un ovale perfetto, dove degli occhi, grandissimi e di un marrone molto scuro, spiccavano a differenza del naso e della bocca particolarmente minuscoli, quasi inesistenti.
Il loro vestiario era molto simile al nostro terreste, tuttavia si vedeva chiaramente che il tessuto era composto da materiali più freschi e leggeri rispetto ai nostri.
Questo perché il clima del pianeta era decisamente molto temperato, dovuto dalla minor distanza dal Sole rispetto alla Terra.

Atterrammo in prossimità di un mercato rionale, e rimasi sorpreso nel vedere la frutta e la verdura di uno strano colore giallognolo, che fosse esso a conferire il colore della pelle degli abitanti di Venere?

"Ma non avevano detto che la vita su questo pianeta non esisteva? Quindi hanno detto una frottola a tutta l'umità?" chiesi non appena mi si parò davanti agli occhi quello scenario.

"Siamo nel futuro a migliaia di anni dalla vostra epoca. Le cose si sono modificate, evolute ed è ciò che è capitato qui, Piccolo Dalek." mi spiegò con calma il Dottore poggiando entrambe le mani sulle mie spalle, spingendomi poi con fare aggraziato verso l'esterno.

"Siamo nel futurooo!" esclamò euforica mia sorella, saltellando qua e là sul suolo color carminio di Venere.

"È meraviglioso! Ammetto che i nostri viaggi mi mancano un po'." confessò nostro padre, portandosi le mani a visiera davanti agli occhi, accecato dall'intensa illuminazione data dal sole. Nostra madre, invece, si tolse di dosso il suo giacchetto verdastro e ci aiutò a fare lo stesso con i nostri.

"Per fortuna la temperatura è gradevole, non trovate? Questo durante i cinquantotto giorni in cui si affaccia sul sole, l'altro lato, quello rivolto verso la Terra, è molto più freddo. Saranno in pieno inverno di là." ci informò la donna bionda e riccia.

Dopo quello scambio di battute, e, l'aver saputo che un giorno equivaleva a centosedici dei nostri terrestri, iniziammo con l'esplorazione del pianeta.
Facemmo la conoscenza degli autoctoni: degli alieni molto cordiali e generosi.

"Io vado a prendere degli oggetti che mi interessano. Ci vediamo tra poco! Nel frattempo andate a fare qualche giro, perlustrate l'area e scoprite qualcosa d'interessante." con queste parole, il Dottore si dileguò.

Camminammo ancora un po', finché noi piccoli non fummo stanchi ed assetati, per questo motivo i nostri genitori ci guidarono verso un bar, dalle fattezze anni cinquanta, e River ci seguì.
Ci sedemmo in degli sgabelli molto alti posti davanti al bancone.

"Mi sbaglio o siamo già stati in questo fast food?" domandò Rory, guardandosi attorno con fare sospetto.

"Hai ragione, mio caro. Sembra quello visitato nello Utah e, se ben ricordi, proprio davanti a quel cartonato, River ha..."

𝑹𝒊𝒄𝒐𝒓𝒅𝒊 𝑭𝒓𝒂𝒎𝒎𝒆𝒏𝒕𝒂𝒕𝒊  - Doctor Who and Legends of TomorrowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora