𝑨𝑴𝒀 𝑷𝑶𝑵𝑫
"Dolcezze vi comunico che siamo arrivati. Siamo dentro la Waverider.""Voi andate pure, noi vi raggiungiamo tra qualche minuto." neccessitavamo di un po' di spazio per assimilare quanto appreso.
Successivamente ci mettemmo in cammino verso il cuore della Waverider.
I corridoi erano freddi, spogli e grigi, sperai che il fulcro non fosse così inospitale.Seguendo le voci concitate degli occupanti, le quali man mano si fecero sempre più vicine, ci ritrovammo in un'ampia sala di comando.
Il mio sguardo si posò verso le immense finestre, fuori era tutto nero, era impossibile identificare qualunque cosa.
All'interno erano presenti dei tablet disposti in maniera concentrica, avvicinandoci alle finestre erano disposti dei sedili in metallo, per niente comodi poi una poltrona posta dinnanzi ad una piccola console, essa serviva per manovrare manualmente il velivolo.
Poco distante, in un'area separata da del vetro, si poteva trovare un piccolo studio, sommerso di libri di varie grandezze, una scrivania, un mappamondo e un cannocchiale.Quando raggiungemmo gli altri, il nostro Piccolo Dalek, che nel frattempo, già si era addentrato nei meandri di essa, si comportò come se ci fosse solo lui nell'abitacolo, ignorò totalmente tutti gli altri componenti, i quali lo stavano tartassando di interrogativi.
Lo scenario, a cui assistemmo, sarebbe potuto essere alquanto divertente se solo la situazione non fosse stata critica.
Il primo, piuttosto, diede più importanza al contenuto del centro dei tablet disposti a semicerchio, la parte centrale era cava, lì, i monitor erano attaccati alla fonte energetica dell'astronave."Rip, dacci una spiegazione!" proferì uno.
"Perché hai agito nuovamente da solo? Sai che siamo una squadra, potevamo essere utili." gli fece presente un altro.
Lui non rispose, si trovava ancora con il busto e la testa immerso tra tutti quei fili, le gambe erano a mezz'aria, era come se stesse facendo la verticale.
"Eccoli! Finalmente li ho trovati. Unendo questi dovrei ristabilizzare il Corriere del Tempo." disse invece lui, trascurando completamente i suoi amici.
Quindi riemerse con una matassa di materiale elettrico che successivamente collegò al dispositivo che il nostro nemico gli aveva fatto fuori."Allora?" rincalzarono gli altri.
Lui, rimase impassibile di fronte a tale scompiglio, con movimenti lenti e cadenzati, si avvicinò ad uno dei grandi monitor e studiò attentamente qualcosa.
"Gideon? Mi potresti tracciare la rotta della Jump Ship?"
Una voce lo accontentò.
"Bene, si stanno dirigendo nella meta prestabilita con Miranda in caso di necessità e/o pericolo. Non capisco perché abbiano tardato così tanto."
Mentre tutti assunsero un'espressione tra il rassegnato e l'allibito, noi ci trovavamo ai margini di quella sala, ad osservare da lontano tutta la scena.
Solo il più massiccio di tutti loro ci venne incontro, ci osservò con aria minacciosa, poi prese, con le sue enormi mani, le guance di mio marito, le strinse e allargò svariate volte.
Il malcapitato mugugnò qualche parola incomprensibile e solo dopo un'eternità lo lasciò in pace."Visto è un clone!" affermò, continuando a tenere ben saldo il suo sguardo penetrante sullo sventurato.
Quest'ultimo si massaggiò le gote e assunse un'aria truce, tanto da essere in grado di fulminare l'omaccione."Non ti permettere... io, come ti ho già riferito, non sono il clone di nessuno. E sai perché, grosso energumeno? Perché io sono l'unico ed inimitabile Rory Pond. Sì, io sono Rory Pond!" esclamò con determinazione l'interessato, "battezzandosi" con il mio cognome.

STAI LEGGENDO
𝑹𝒊𝒄𝒐𝒓𝒅𝒊 𝑭𝒓𝒂𝒎𝒎𝒆𝒏𝒕𝒂𝒕𝒊 - Doctor Who and Legends of Tomorrow
FanfictionRicordi in Frammenti è il sequel di "The End isn't The End, At Least". Qui il protagonista principale è Rip Hunter, un eroe alla ricerca del suo passato e l'unico in grado di raccontargli la verità è una sua vecchia conoscenza: il Dottore. Ma dietro...