𝑪𝒂𝒑 13

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𝑪𝑨𝑻𝒀 𝑷𝑶𝑵𝑫

"Che cos'è successo, Fratellino?" domandai allarmata, quando capii che c'era qualcosa che non andava.

"Non lo so! Ho avvertito qualcosa pungermi il collo e sinceramente inizio a non sentirmi molto bene... mi gira la testa e mi sento debole."
mi rispose lui con voce affaticata.
Aspettai un paio di minuti, magari il suo malessere poteva essere stato provocato dal non essere abituato da quest'esperienza.
Tra l'altro era un umano, la sua mente era differente da quella di un Signore del Tempo, quest'ultima era in grado di sopportare sforzi simili anche per lunghissimi periodi, il cervello umano no.
Sperai in un suo miglioramento, e auspicai che necessitasse solamente di ricaricarsi un po' poi avremmo ripreso da dove ci eravamo interrotti.
Purtroppo sbagliai le previsioni: le sue condizioni peggiorarono e l'angoscia aumentò notevolmente.

Che cosa gli stava capitando?

"Caty..." farfugliò, aggrappandosi ad un mio braccio con l'intento di aiutarsi a rimanere in piedi.
Lo guardai meglio in volto, vidi il suo incarnato farsi pallido, iniziò a tremare, come se improvvisamente la temperatura  circostante fosse arrivata a sotto zero e nello stesso momento notai la fronte imperlata di sudore.

"Forse è meglio se ti siedi qui." lo sistemai per terra appena in tempo, subito dopo perse i sensi, "Anthony... Anthony.... cosa ti sta accadendo? Svegliati ti prego! Non farmi uscire di testa." lo chiamai, scuotendolo un po', nella vana speranza di un suo repentino ridestamento.

Non accadde.

"Forza, se è uno scherzo sappi che non è divertente... svegliati! Non puoi lasciarmi così!" ero già impanicata.

Controllai le sue funzioni vitali: per mia fortuna ancora respirava, il battito cardiaco era un po' lento, tuttavia esistente.
Questi dettagli mi rincuorarono seppure rimasi ancora in balia all'inquietudine, in quanto non sapevo che cosa gli fosse accaduto.
Era grave? Oppure stavo semplicemente ingigantendo le mie preoccupazioni a causa della paranoia?
Continuai a chiamarlo finché sentii dei passi alle mie spalle. Mi girai e vidi trattarsi di una donna, non avevo mai sentito la sua voce prima d'allora e la sua, proprio come la mia, era colma di apprensione.

"Capitano... Capitano Hunter... si svegli!" disse.

La nuova arrivata era magra e slanciata, possedeva dei lunghi capelli castani, i quali portava leggermente ondulati, donandole un aspetto ordinato e curato. Dal suo abbigliamento, una blusa senza spalline abbinata a dei semplici ma eleganti pantaloni neri, i quali si allargavano leggermente verso la caviglia, le proferivano lo stesso identico aspetto.
Aveva un sorriso cordiale e i suoi occhi azzurri, infondevano tanta tenerezza, seppero confortarmi e riuscii a ritrovare una leggera lucidità.

"Chi sei?" domandai.

"Sono Gideon, l'Intelligenza Artificiale della Waverider, miss Williams!" mi rispose.

"Ah! Quindi sei tu Gideon! La ragazza del mio Fratellino.
Ora capisco perché ha una cotta per te! Come fai ad essere qui?"

"Ho instaurato una connessione con lui e ho la possibilità di poter stare in due posti contemporaneamente." mi spiegò.

"Ad ogni modo, cosa gli sta accadendo? Tu lo sai, vero?" domandai nervosamente, riportando l'attenzione su di lui.

"Siete sotto attacco, il capitano è stato avvelenato con un agente nervino. Lei non può più trattenersi oltre nella sua psiche, rischierebbe di rimanere bloccata in questo limbo. Deve tornare sul mondo reale e svegliare suo fratello. Io intanto avviserò la Waverider e i suoi componenti del pericolo il quale voi due state vivendo, vi manderò rinforzi. Tenete duro." mi spiegò, prendendomi le mani con fare affettuoso e per mostrarmi che lei non mi avrebbe abbandonata.

𝑹𝒊𝒄𝒐𝒓𝒅𝒊 𝑭𝒓𝒂𝒎𝒎𝒆𝒏𝒕𝒂𝒕𝒊  - Doctor Who and Legends of TomorrowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora