Parte 8 - Posso?

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Serena pensava a lui tutto il tempo. Da quando si erano baciati non riusciva a smettere di rivivere quel momento. Quando erano lontani non desiderava altro che un suo abbraccio, un suo sguardo, una parola dolce. Quella settimana, nonostante entrambi morissero dalla voglia di vedersi, non erano riusciti ad organizzarsi a causa dei mille impegni del giovane calciatore. "Ti va di vederci dopo la partita di domenica?" le ha chiesto il ragazzo durante una delle loro videochiamate. Serena ci ha riflettuto qualche istante: doveva andare in curva, ma avrebbe fatto in tempo a uscire dallo stadio e a incontrarsi con lui una volta finito l'incontro. Ha accettato, contentissima della sua proposta e si sono accordati per vedersi direttamente a casa di Zaniolo.

Nicolò non vedeva l'ora che arrivasse domenica: avrebbero affrontato la Juventus all'Olimpico e avrebbero dato tutto per portarsi a casa la vittoria; inoltre dopo la partita lui e Serena si sarebbero finalmente rivisti dopo quasi una settimana di astinenza. Dentro lo stadio l'atmosfera era calorosa: i suoi tifosi cantavano a gran voce l'inno e ad ogni coro gli veniva la pelle d'oca. Era concentrato e determinato, voleva giocare bene e magari fare un gol per poi concludere la serata nel migliore dei modi in compagnia di quella ragazza che gli faceva perdere la testa. Non tutte le cose però vanno per il verso giusto e all'intervallo la Roma perdeva già uno a zero. "Crediamoci ragazzi! Forza!" ha urlato Mourinho per caricare i suoi prima che uscissero dallo spogliatoio. La situazione però non è migliorata e dopo dieci minuti dalla ripresa è arrivato anche il secondo gol. Nicolò sapeva che stava giocando male, non gli era arrivato un pallone e ogni volta che provava a partire in velocità veniva puntualmente fermato e perdeva il possesso della sfera. A venti minuti dalla fine il mister lo ha sostituito tra i fischi dell'Olimpico. Era amareggiato e si è seduto in panchina nero di rabbia per quella prestazione decisamente da dimenticare.

Serena non poteva credere ai suoi occhi: la sua squadra stava perdendo e Nicolò stava giocando una delle partite peggiori di sempre. Quando è stato sostituito, tutti hanno fischiato e quel ragazzo che era un idolo la scorsa partita ora era già definito come un "montato" e uno che non aveva voglia di impegnarsi. La ragazza era combattuta: era ovvio che avesse giocato davvero male e per questo era arrabbiata, ma d'altro canto rimaneva sempre il ragazzo che le faceva battere il cuore come nessuno aveva mai fatto ed era infastidita dal fatto che tutti lo ingiuriassero dopo che lui aveva sacrificato un crociato per la Roma e aveva giurato amore alla città che lo aveva accolto. È uscita dallo stadio scura in volto e nemmeno il pensiero che l'avrebbe rivisto è riuscita a cambiare il suo umore tempestoso. Quando è arrivata davanti alla sua villa, non sapeva se rimanere. Roma Juve non era una partita come le altre e lui, assieme ai suoi compagni, avevano decisamente mancato di rispetto alla maglia e alla tifoseria giocando in quel modo. Serena però doveva stare attenta a non farsi sfuggire nulla, doveva ricordarsi che gli aveva raccontato di non seguire il calcio altrimenti sarebbe stata scoperta e tutto sarebbe andato a rotoli.

Nicolò, quando la partita è finita, non vedeva l'ora di tornare a casa. Aveva fatto schifo, aveva deluso il mister e i compagni, ma soprattutto aveva deluso sé stesso. Non faceva altro che tormentarsi ripensando a quei passaggi sbagliati, alla poca energia sulle gambe e a tutte quelle occasioni sprecate. Solo la vista di Serena che lo aspettava davanti al cancello della villa lo ha tranquillizzato un po'. "Sei qui da molto?" le ha chiesto facendola entrare in casa. Lei ha scosso la testa, stranamente silenziosa. "Ho fatto tardi mi dispiace, ma oggi abbiamo perso e il mister ci ha trattenuti negli spogliatoi per farci la ramanzina" si è giustificato lui con aria mortificata.

Serena avrebbe voluto dirgli che lo sapeva, che lui e i suoi compagni erano stati dei coglioni, che avevano giocato malissimo e avevano perso in un modo scandaloso, ma si è limitata a rispondere solo con un "Non fa niente". Aveva aspettato il loro ricongiungimento per tutta la settimana, ma ora che se lo trovava finalmente davanti non riusciva proprio a giustificarlo.

Nicolò osservava la ragazza bellissima che era in piedi davanti a lui nel suo salotto, ma non riusciva proprio a smettere di pensare alla partita. Inoltre lei sembrava strana, fredda, distaccata. Ha provato a baciarla, ma lei si è scansata. "Mi dici che hai?" ha chiesto bruscamente con i nervi tesi. Era arrabbiato e desiderava solo che lei lo consolasse, ma la ragazza continuava a spostarsi e questo lo faceva innervosire parecchio. "Che cosa ho fatto?" ha chiesto esasperato da questo suo atteggiamento.

Cosa aveva fatto? Serena lo sapeva, ma non poteva confessargli il perché c'è l'avesse con lui. Lo ha guardato: era rosso in viso per l'agitazione, i capelli in disordine e il volto stanco e provato da quella partita. Non doveva lasciarsi influenzare da ciò che succedeva sul campo, in fondo lei gli aveva detto di non seguire il calcio e se avesse continuato a trattarlo così lui, non capendo, si sarebbe presto stancato di lei e non voleva che ciò accadesse. "Scusa, non è niente" gli ha sussurrato e finalmente, dopo una settimana, le loro labbra si sono incontrate nuovamente.

Nicolò esplorava con la lingua ogni centimetro della bocca di quella ragazza, prima dolcemente e poi con sempre più passione. Le stringeva i fianchi mentre lei gli passava le mani tra i capelli, una cosa che lo faceva impazzire. Agitato e stanco per tutto quello che era successo, senza staccarsi da Serena si è lasciato cadere sul divano nero del salotto e l'ha trascinata con sé. Si sono baciati ancora, lui con la schiena appoggiata alla spalliera del divano, lei seduta su di lui. Nicolò la desiderava e non ci ha pensato un secondo, l'ha presa in braccio e l'ha portata per le scale fino alla sua camera da letto.

Questa volta Serena era decisa ad andare fino in fondo. Le mani di Nicolò le slacciavano lentamente i bottoni della camicetta mentre lei gli sfilava la maglia e toccava il suo addome scolpito con desiderio. Lui le baciava il collo con passione e il modo in cui le mordicchiava il labbro inferiore mentre le toglieva i pantaloni la faceva impazzire. Ben presto si è ritrovata a cavalcioni su di lui, entrambi indossavano solo l'intimo. "Posso?" le ha chiesto Nicolò guardandola negli occhi prima di slacciarle il reggiseno.

Voglio solo star con te❤💛- Nicolò ZanioloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora