◀Capitolo Venti▶

85 7 0
                                    

「say it like you mean it - dici quello che pensi」

Jimin sospirò, posando la ciotola di frutta sul tavolino e dirigendosi verso la loro stanza per cambiarsi la maglietta che era bagnata per aver lavato la frutta, era estremamente stanco perché Sungwoon stava diventando sempre più grande, visto che si stava avvicinando alla data del parto, e questo lo faceva sentire dolorante ogni volta che scalciava o quando Jimin lo sentiva muoversi, prosciugando costantemente le sue energie, ma non era uno che si lamentava perché era un segno che il suo cucciolo stava crescendo.

I colpi alla porta si fecero più forti e rapidi e pensò che Namjoon doveva aver dimenticato le chiavi o averle smarrite, come sempre.

"Joon, aspetta, sto arrivando!" Urlò Jimin, infilandosi uno dei maglioni dell'alfa, pronto a prenderlo in giro per il fatto che perde sempre le sue cose e pronto a vedere il suo ragazzo con le fossette dopo una lunga giornata in cui era stato assente a causa del lavoro.

"Joo- Yoongi?" La sua positività si trasformò in timore ma allo stesso tempo in territorialità quando Yoongi si appoggiò alla soglia della porta, il suo solito profumo mascherato dall'odore di alcol e nicotina.

"Jiminie", usò il soprannome dell'omega, alzando la testa e lasciando che Jimin vedesse i suoi occhi iniettati di sangue "Jiminie, andiamo a casa." Yoongi si aggrappò al suo braccio "Yoongi, lasciami andare, ti prego, vai a casa", Jimin cercò di divincolarsi dalla sua mano, preparandosi a sbattergli la porta in faccia, ma l'alfa era ostinato come sempre.

"Non lo capisci, vero? Non voglio più stare con te, è così difficile fartelo entrare in testa?" La voce di Jimin era ferma, lui non era più di Yoongi e questo non era il territorio di Yoongi, ma a causa della sua bocca esuberante, si guadagnò uno schiaffo sulla guancia da parte dell'alfa, tuttavia, prima che Jimin potesse imprecare ulteriormente o chiamare i loro vicini, l'alfa gli aveva tappato la bocca con la sua grande mano.

"Shh, andiamo a casa." Disse lentamente, facendo scivolare la mano dalla bocca dell'omega fino al suo pancione "Il mio cucciolo sta diventando piuttosto grande." La voce dell'alfa si incrinò mentre toccava il pancione "Namjoon è stato responsabile e si prende cura di me a differenza di qualcun altro." Mormorò Jimin, ma abbastanza perché Yoongi lo sentisse.

"Ma guardati, sempre più coraggioso, lascia che ti ricordi che devi stare attento a quella cazzo di lingua." Yoongi si avvicinò di scatto e l'omega era pronto a colpirlo, ma era combattuto perché doveva pensare a Sungwoon, non sapendo quale sarebbe stata la prossima mossa di Yoongi se si fosse scontrato con lui.

"Papà si prenderà cura di te, di te e dell'altro papà." Le parole di Yoongi fecero trasalire Jimin, ma cercò di mantenere neutre le sue emozioni, non poteva stressare il cucciolo visto che si stava avvicinando alla data del parto "Yoongi-" un altro colpo lo fece piagnucolare.

"Tu vieni a casa con me, non crescerai il mio cucciolo con un altro alfa, hai capito?" Jimin si limitò ad annuire, non volendo farsi male per l'ennesima volta, mentre lasciava che Yoongi facesse a modo suo, trascinandolo via da casa sua e dentro l'ascensore.

L'omega si appoggiò all'angolo dell'ascensore, lontano dall'alfa che si trovava all'angolo opposto "Hai pensato a un nome per lui?" L'omega tenne le labbra chiuse, non voleva né parlare né guardare Yoongi. Jimin non sentì nemmeno che stava piangendo, e se ne accorse solo quando alcune lacrime caddero sulla manica del maglione di Namjoon "Ci risiamo con i pianti", disse Yoongi irritato.

"Qual è il nome del cucciolo?" Ripetè Yoongi, avvicinandosi di un passo a Jimin "Kim, Kim Sungwoon." Rispose Jimin e questo bastò a far innervosire Yoongi "Che cosa hai appena detto?" Domandò Yoongi, il suo tono si fece ancora più profondo.

house of cards ► minjoon [traduzione italiana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora