03.Te 'o si legge in faccia

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Mi sembra di tornare indietro nel tempo quando nel giro di mezz'ora vengo esclusa dalla conversazione di Ethan e Damiano, il cui centro verte su musica, videogiochi e donne.

Sulla prima e sull'ultima probabilmente ne so molto più di loro due, ma quando sento nominare "Call Of Duty" il mio cervello si spegne automaticamente.

La differenza da quando avevo undici anni è che nonostante sia una bella visione, per carità, guardare Damiano incantata non mi soddisfa più come un tempo, quindi ora non rimango a tavola per piacere interiore ma semplicemente per educazione.

Non nascondo che però per colpa della noia l'occhio sulla figura del moro mi scappa più di un paio di volte, incuriosita dalla sua postura svaccata ma allo stesso tempo elegante e dal sorrisetto sghembo che fa quando si parla di qualcosa che gli interessa, l'unica cosa che forse è rimasta davvero la stessa di cinque anni fa.

«Che fai stasera Luce, esci?»

Sposto repentinamente lo sguardo da Damiano a Ethan prima che possano accorgersi che era poggiato proprio sull'ospite, e colgo la palla al balzo per alzarmi finalmente dalla sedia.

«Sì, infatti dovrei andarmi a preparare»

Dico sorridendo forzatamente mentre il moro mi guarda con un velo di divertimento nello sguardo come se fosse costantemente sul punto di deridermi.

«Non fare tardi però che è Domenica»

Si raccomanda mio fratello, e io alzo gli occhi al cielo annoiata dalle solite frasi che sento ogni benedetta sera.

«Nun rompere il cazzo guastafeste»

Lo prende in giro Damiano, ed Ethan scuote la testa con fare rassegnato sottolineando senza parlare l'immaturità dell'amico.

«Guarda che ha scuola domani»

«Scuola? È vero che te vai ancora alle superiori, a volte me dimentico che sei 'na pischelletta»

Sorrido falsamente al ragazzo che mentre mi guarda prende un sorso di birra senza staccare gli occhi dai miei in modo fin troppo diretto, ben consapevole di star facendo troppo leva sulla mia pazienza e volendomi solo vedere sbottare.

È evidente la sua intenzione non tanto perché sia già successo in passato, ma in certe cose i ragazzi sono davvero simili e quando noti una cosa in uno cominci a notarla anche in tutti gli altri.

«Vabbè, vado»

Dichiaro nuovamente, prima di girare i tacchi e dirigermi verso la mia camera già piena di questa presenza intrusiva in casa mia.
Non ho capito se stasera andrò a ballare o in un locale a bere qualcosa o se addirittura me ne starò in piazza, perché ovviamente i miei amici sono degli indecisi perenni e a mezz'ora dall'uscita la metà è ancora un punto di domanda.

Opto quindi per indossare un top nero qualsiasi e un blazer dello stesso colore sopra, insieme ad un paio di pantaloni color cammello e i miei fedelissimi Dr Martens.

La mia crescita dal punto di vista fisico è stata piuttosto improvvisa.
Quando vado a fare shopping finisco sempre per comprare cose decisamente fuori luogo o volgari (a detta di mia madre) sul mio corpo ormai da donna, semplicemente perché non ho ancora realizzato il suo cambiamento.

Il giorno prima ero uno scricciolo senza forme, il giorno dopo gli uomini si giravano a guardarmi per strada lasciandomi sconvolta perché io, in cuor mio, mi sentivo e mi sento tutt'ora ancora una ragazzina.

Parole||Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora