38.Edoardo

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Da quanto ho potuto capire fino ad ora, la strategia di Damiano per questa serata è sfasciarsi di alcol e far finta che io non esista, facendomi vedere che si diverte e sta benissimo senza neanche degnarmi di uno sguardo.

Il mio piano invece non prevede alcol, ma sono contenta che Damiano abbia deciso di bere perché questo lo renderà ancora più suscettibile alle mie provocazioni.

Se ne sta in mezzo alla pista a ballare con un gruppo di ragazzi e ragazze che probabilmente non ha mai visto prima, si muove compostamente e non si direbbe che è ubriaco se non fosse per le sue espressioni facciali esagerate mentre canta le canzoni che da sobrio definirebbe "pacchianate commerciali che nun se possono sentì".

Sono quasi tutti maschi, vedo solo due ragazze di schiena, una riccia vestita come se dovesse andare a una comunione e l'altra biondissima con una coda alta piazzata proprio al centro della testa, una minigonna viola e un top dello stesso colore.

È passata poco più di mezz'ora dal nostro arrivo e lui è già nel pieno della festa, quindi decido che è il mio momento.

Mi alzo dai divanetti su cui ero seduta facendo attenzione che Damiano si accorga del mio spostamento, infatti poggia solo per un secondo lo sguardo su di me per poi tornare a festeggiare come se nulla fosse.

Però mi tieni sotto controllo eh?

Arrivo davanti al bancone e mi siedo su uno degli sgabelli posti di fronte ad esso, accavallando le gambe e decidendo di giocarmi la carta "barista".

«Cosa ti porto bellissima?»

Fortuna vuole che sia proprio un bel ragazzo, un filo di barba incorta e capelli biondo cenere, braccia tatuate e sorriso da attore.
Credo abbia sui venticinque anni, il che in questo momento è un punto a suo favore.

«Cosa mi consigli?»

Chiedo, sbattendo le ciglia e accavallando le gambe.
Mi assicuro di essere nel raggio visivo di Damiano, che anche se adesso non sta guardando potrebbe accorgersi di questa situazione solo girando la testa.

«Martini?»

Chiede, e io alzo un sopracciglio ridacchiando e sporgendomi in avanti, poggio i gomiti sul bancone e guardo il ragazzo incuriosita.

«Davvero sofisticato per una discoteca»

Gli faccio notare, ottenendo una sua leggera risata in risposta.

«Anche tu sembri davvero sofisticata per una discoteca»

Risponde prontamente, e in effetti mi stupisce.
Sorrido in imbarazzo, abbassando lo sguardo e distraendomi solo per un secondo dal mio obiettivo.

«Edoardo, piacere»

Si presenta allungando la mano verso di me, e io la stringo guardandolo negli occhi.

«Luce»

«Luce? Wow»

Ripete sorridendo, allontanandosi un po' mentre si mette a fare i drink per le altre persone che si fermano al bancone.

«Sì lo so, è particolare»

Dico alzando le spalle, e se il mio piano sarà un fallimento almeno avrò qualcuno con cui trascorrere questa serata.

«Ti si addice. Luce»

Soffia tra sé e sé, incuriosendomi abbastanza da farmi rimanere seduta a parlargli ancora per un quarto d'ora, nonostante le nostre chiacchiere vengano spesso interrotte da ragazzi che ordinano da bere.

Parole||Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora