33.Da Vic

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Apro gli occhi a fatica, accaldata da un petto infuocato che pressa sulla mia schiena e infastidita dai raggi di luce che penetrano snella stanza attraverso la finestra.

Aspetta. Raggi di luce?
Cazzo. Cazzo. Cazzo.

Mi tiro su di scatto, facendomi girare la testa per il movimento improvviso, e completamente nel panico comincio a cercare ovunque il mio cellulare per poter guardare l'ora.

Non trovandolo mi avvento su quello di Damiano, lo sblocco e leggo che sono le 9.30.

Certo non va bene, ma almeno è presto e le probabilità che Ethan si sia già svegliato sono più basse.

«Me so dichiarato da un giorno e già me stai a spià il telefono?»

È il buongiorno impastato dal sonno che arriva da Damiano, che mi guarda pigramente stare con il suo cellulare tra le mani, per poi tornare a spiaccicare la faccia sul cuscino senza particolare interesse.

«Stavo solo guardando l'ora. Devo andare via, se mio fratello capisce che sono stata qui sarà un casino per entrambi»

Gli faccio notare, alzandomi e cominciando a cercare i miei vestiti sparsi per tutto il pavimento.
Arrossisco solo nel vedere tutto quel caos, e a ripensare a ciò che è successo mi si apre un buco nello stomaco.

«Non rompere il cazzo Lù, stai ancora un po' qui»

Mi chiede Damiano che sta praticamente ancora dormendo, allargando un braccio e facendomi posto accanto a lui che se ne sta con gli occhi chiusi.

«Non posso. Ti rendi conto che se vengo scoperta qui la mia vita è finita?»

Chiedo cercando di mantenere un tono di voce basso, mentre infilo l'intimo e subito dopo il pigiama.
Damiano allora si alza a mezzo busto, sbuffando e poggiando i palmi sul materasso dietro di lui.
È ancora completamente nudo e sembra essere molto a suo agio così, sicuramente più che co i vestiti addosso.

Arrossisco e distolgo lo sguardo, afferrando il mio telefono che trovo finalmente sulla scrivania.

«Non puoi aspettarmi mente me faccio 'na doccia così poi scendiamo a fà colazione insieme? Chi pensi che si svegli prima delle 11?»

Non nego che il fatto che stia opponendo resistenza mi lusinga abbastanza, ma non posso cedere se non voglio firmare la mia condanna.

«Sai che se veniamo scoperti così tu resti qua a Roma e da noi non ci torni, vero?»

Gli chiedo avvicinandomi a lui e infilando una mano tra i suoi capelli arruffati, sentendo una strana elettricità percorrermi al pensiero di potermi prendere tutte queste libertà.

«'o so però sappi che io non c'ho manco voglia di vivere con quest'ansia Lucì»

«Non dico che dobbiamo tenere tutto segreto, solo che quando glielo diremo non dovrà essere palese che sono già stata con te a fare cose, capito? Dobbiamo costruirla in modo più romantico»

Sottolineo facendolo ridere, e in risposta lui mi guarda dal basso e mi avvolge le braccia attorno alla vita, facendomi sbilanciare addosso a lui.

«Più romantico de così»

Sbuffo una risata e poi gli lascio un bacio a fior di labbra che mi fa chiudere lo stomaco, e mi rendo conto che se non vado via ora rischio di rimanere intrappolata qui a inoltranza.

«Adesso vado. Ci vediamo a colazione, ti aspetto»

Alza gli occhi al cielo e mi stampa un'altro bacio, facendo scivolare una mano in basso e tirandomi una pacca sul fondoschiena.

Parole||Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora