27.Grazie

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Estraggo una sigaretta dal pacchetto quasi pieno e me la porto alle labbra spenta, mentre mi avvolgo i capelli umidi in un turbante e mi preparo alla prima bronchite dell'anno.

Ho i nervi a fior di pelle e ho bisogno di rilassarmi almeno per effetto placebo, quindi uscirò a prendere freddo con i capelli bagnati come se non fosse febbraio.

«Amò ma dove vai così?»

Mi chiede Vic sbuffando una risata, avvolta nel suo asciugamano rosa con i capelli biondi già accuratamente asciutti.
Siamo tornati dalla spa da un paio d'ore, io ho fatto la doccia più lunga di sempre e forse sarebbe stato meglio uscire un po' prima, perché tutto quel tempo a riflettere mi ha fatto giungere alla conclusione di essere una completa cretina.

«Esco Vic, sto nervosa voglio fumare»

La informo sbrigativa, infilandomi il giubbotto e cercando l'accendino nelle tasche.

«Che vuoi che chiamo Damiano per farti compagnia?»

Socchiudo gli occhi e accumulo tutte le mie forze per non mostrare con l'espressione il modo in cui mi infastidisce solo sentire il nome del suddetto.
Non perché abbia fatto qualcosa di male, anzi, eppure mi sto sentendo incredibilmente stupida ad avergli lasciato fare quelle cose in piscina.

Non tanto perché mi abbia fatto sentire usata, devo ammettere che non ho avuto quella sensazione, ma più semplicemente perché se continuo a concedergli parti sempre più importanti di me so che sarà estremamente difficile distaccarmi quando mi darà motivi per farlo.

«Vorrei stare da sola»

Chiarisco prima che le vengano strane idee, poi le stampo un bacio sulla guancia ed esco in giardino assicurandomi che nessuno oltre lei mi veda. Non ho voglia di essere seguita o di parlare con qualcuno, purtroppo sono una persona parecchio lunatica e ho dei momenti in cui non sopporto la vista di nessuno.

Nessuno tranne lei, ovviamente. La mia lei.

Mi appoggio ad un muretto ed estraggo il cellulare dalla tasca componendo il numero di Giada, pensando che se lei fosse qui potrei raccontarle tutto e sicuramente sarebbe in grado di aiutarmi.

Dopo un paio di squilli a vuoto la sua voce risponde pimpante al telefono.

«Amore! Ma quanto aspettavi a chiamarmi? Sei via da due giorni e già mi hai dimenticata?»

«Smettila scema, giuro che è il primo momento libero che ho trovato»

«Sei troppo impegnata a stare con la tua amica preferita eh?»

Giada è molto gelosa di me. Lo è sempre stata, non le è mai andato a genio il feeling naturale che ho con Vic e, nonostante io le trovi molto simili, lei dice di non sopportarla.

«Stupida»

Mi limito a rispondere, sbuffando una risata forzata che coincide esattamente con il mio umore nero.
La mia amica coglie immediatamente il mio stato d'animo, tant'è che la sento sospirare e prepararsi come una psicologa prima di una seduta.

«È uno di quei giorni vero?»

«Non lo era fino a due ore fa»

«Che vuoldire? È successo qualcosa?»

«Mhmh»

«E come mai ho l'impressione che un manzo di un metro e ottanta centri qualcosa?»

Sospiro leggermente e faccio un tiro dalla sigaretta, lasciando che la nicotina mi rilassi i nervi anche se ormai ho capito che  finisce solo per agitarmi di più.

Parole||Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora