04.Sogni d'oro

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Rido come un'idiota all'ennesimo tentativo fallito di infilare le chiavi nella serratura, mentre continuo a dire a Giada di fare silenzio perché sicuramente dentro tutti dormono.

Il vero problema è che vedo due buchi invece che uno, non riesco a controllare molto bene i movimenti delle mie mani.

Okay, forse quei due drink mi hanno dato un po' alla testa.
Okay, forse quei due drink in realtà erano quattro.
Madonna ma domani come mi alzo dal letto?

Tengo Giada per mano e mi piego sulle ginocchia non riuscendo più a trattenere le risate, e per quanto io mi stia sforzando di restare silenziosa evidentemente non lo sono abbastanza, perché prima che possa riprovare ad aprire la porta quest'ultima si spalanca da sola.

O meglio, non proprio da sola, infatti da praticamente accovacciata a terra dalle risate alzo lo sguardo e vedo Damiano che se ne sta appoggiato allo stipite della porta con espressione scocciata e petto nudo.

«Ma che cazzo state a fà?»

Chiede con una smorfia, è evidente che si sia svegliato per colpa nostra e che fosse nel mondo dei sogni fino a pochi minuti fa.

Io gonfio le guance di una risata che mi sforzo di non sputare con troppa forza, alzandomi faticosamente e reggendomi alla mia amica che adesso guarda Damiano con gli occhi di fuori.

«E questo fregno da combattimento chi cazzo è?»

Chiede ad alta voce davanti al moro, e io rido buttando la testa indietro mentre lui ci guarda esterrefatto in attesa di una spiegazione.

«Grazie di avermi accompagnato alla porta amore, a domani»

Mi rivolgo alla mia amica biascicando, e lei mi stampa un bacio sulla bocca prima di voltarsi e andare via sculettando in modo scoordinato per colpa dell'alcol in circolo.

Poi mi giro verso Damiano e un barlume di lucidità mi fa sentire per un secondo in imbarazzo, mentre lui mi scruta con i suoi occhi scuri e inespressivi molto probabilmente giudicandomi.

«Ma quanto hai bevuto?»

«Non sono fatti tuoi, fammi entrare»

Ribatto, cercando di entrare in casa ma facendo piuttosto fatica visto che lui è piazzato proprio davanti all'ingresso.

«Tu domani mattina devi andare a scuola e torni a casa alle tre di notte ridotta in questo stato?»

«Sono a malapena brilla e tu non sei mio padre»

Lo contraddico, spingendogli il braccio per farmi entrare e trovando ancora una volta resistenza da parte sua.

«Baci sempre le tue amiche in bocca?»

«Solo quelle che mi piacciono. Hai finito di fare domande?»

Sbuffo, incrociando le braccia al petto e facendogli nuovamente segno di farmi passare.

«Sto congelando e quella è casa mia, basta»

Dopo aver scosso la testa con fare rassegnato finalmente si sposta, permettendomi di entrare in casa e togliermi gli anfibi che mi stanno distruggendo le caviglie per colpa delle calze troppo corte.

«È vero che esci con gente del cazzo quindi»

Osserva, con le mani nelle tasche della tuta, mentre mi segue fino ad arrivare all'uscio di camera mia.
Ha tutto il tono di qualcuno che sta per farmi una predica assolutamente non necessaria, e considerando che io vedo due Damiano al posto di uno in questo momento, direi che non sono nelle condizioni di ascoltarlo.

«È gente a posto, ho bevuto qualche drink perché ne avevo voglia e nessuno mi ha costretto»

Chiarisco, tirando fuori il mio pigiama dall'armadio.

«Te dovrò tenè d'occhio mi sa»

Sbuffo e perdo l'equilibrio nonostante fossi completamente ferma, quindi devo fare un paio di saltelli prima di ritrovare una posizione stabile.
Scoppio a ridere e mi abbasso la cerniera del top, pronta a sfilarlo ma venendo interrotta dalla voce di Damiano.

«Lo sai che sono ancora qui, vero?»

Mi chiede divertito, e io scrollo le spalle disinteressata.
Si sente dal suo tono di voce che non mi prende sul serio, per lui sono ancora una bambina quindi cosa cambia se mi vede senza maglietta?
Okay, forse è un po' l'alcol a parlare, ma chi sono io per oppormi?

Procedo quindi sfilando del tutto il mio top e facendolo cadere sul pavimento insieme ai pantaloni che lo raggiungono poco dopo.

«Okay»

Mormora lui, come se stesse accettando una sfida, e io gli lancio una breve occhiata in seguito alla quale noto che mi sta osservando con attenzione.

«Te scandalizzi tanto ma poi guardi eh»

Lo prendo in giro ancora una volta mossa dall'alcol, e lui sbuffa una risata ironica.

«Non sono il tipo che si gira quando una donna si spoglia»

Afferma passandosi la lingua sulle labbra, e se già quando aveva quattordici anni era il mio sogno erotico figuratevi cosa mi passa ora per la testa.

«Però è più una filosofia di vita che una cosa personale, non montarte la testa»

Auch.
Storto le labbra in una smorfia infastidita troppo poco lucida per nascondere che mi ha toccato nell'orgoglio, e mi infilo velocemente il pigiama sottraendo il mio corpo alla vista del moro.

«Non mi monto la testa per così poco, non ho interesse a essere guardata da te»

Ribatto secca, alzando un sopracciglio e guardando Damiano dritto negli occhi.
Non devo essere molto credibile mentre biascico.

«Se?»

Chiede conferma con il suo solito ghigno derisorio, incrociando le braccia con fare provocatorio in attesa di una risposta dalla sottoscritta.

«Sì, e adesso se non ti dispiace vorrei dormire»

Mi scruta ancora per un secondo poi si scosta dallo stipite della porta dopo aver leggermente battuto su di esso con la mano, voltandosi e ritornando verso la camera di Ethan.

«Sogni d'oro Lucina»

Pronuncia, e io infastidita chiudo la porta non appena lui se ne va, chiedendomi cosa trovi di così divertente nel continuare a ridicolizzarmi.

Cosa penserebbe la me di cinque anni fa adesso?
Mi prenderebbe a calci nelle gengive per star rispondendo così male a Damiano che inizia solo ora a parlarmi?

Dal canto mio, io vorrei dirle di non illudersi troppo che le cose siano cambiate.
È vero, adesso Damiano mi parla e magari mi guarda anche, ma nonostante tutto continua a non vedermi.
Fortunatamente ciò che è cambiato in questi anni sono io, e per fortuna non ho bisogno delle attenzioni di un moretto qualsiasi perché ho già chi me le dà al suo posto.

Parole||Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora