25.È imbarazzante

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Mi guardo allo specchio dello spogliatoio femminile per la millesima volta, maledicendomi per aver accettato di venire in questa stupida spa.

Il fatto è uno: io non ho portato costumi per venire a Roma.
Insomma, siamo a febbraio, l'ultima cosa che mi è passata per la testa quando facevo la valigia in due ore di tempo è stata prepararmi per un eventuale bagno in pieno inverno.

Quindi adesso mi ritrovo con addosso un costume di Vic, e se per lo slip anche se un po' striminzita riesco a restarci dentro, il mio seno di due taglie più della sua è decisamente meno accettabile.

Le stava largo, quindi grazie al cielo non ho tutto di fuori, ma entrare in una piscina con un costume che sembra da copertina di playboy è decisamente la cosa più imbarazzante che potesse succedermi.

«Amò però piantala di guardarti allo specchio come se avessi tre tette, con quella mercanzia io farei direttamente la nudista»

Mi ripete Victoria per l'ennesima volta, e penso di sembrare davvero una presuntuosa in cerca di attenzioni mentre mi lamento per delle forme di troppo.

«Mi sento davvero in imbarazzo amore, non so se riesco a uscire così conciata»

«Guarda che la vedi molto più tragica di quel che è, sei una figa e stai benissimo»

Storco le labbra per nulla convinta della sua posizione, sospirando di rassegnazione essendo ormai consapevole di non poter tornare indietro.

«Ma poi mi spieghi cosa te ne frega? Siamo io, te, tuo fratello e du' babbi che conosci da una vita»

«È imbarazzante comunque Vic»

«Vabbò purtroppo non posso entrare nella tua testa ciccia, però fidati che se cammini a testa alta nessuno se ne accorge. Se ti fai vedere con sta faccia umiliata lo noteranno tutti subito»

E su questo non ha tutti i torti, chiaramente.
Ben poco rasserenata dalle sue parole mi infilo l'accappatoio fornito dalla Spa sperando di poterlo tenere per più tempo possibile, e quando anche la bionda con il suo fisico perfettamente snello e proporzionato è pronta, ci avviamo fuori dallo spogliatoio.

Cerco di sembrare il più serena possibile quando percorro i corridoi con la mia amica, rilassandomi leggermente quando mi distraggo ad osservare quanto sia bello questo posto.
Le luci sono soffuse (punto a mio favore) e c'è un caldo tepore in netto contrasto con il freddo esterno che mi scioglie immediatamente i muscoli tesi.

Quando raggiungiamo la prima sala con idromassaggio e piscina i ragazzi sono già lì che ci aspettano, parlano tra di loro nella totale spensieratezza per poi fare qualche battuta sulla nostra lentezza nel metterci un cavolo di costume.

Damiano mi rivolge un paio di sguardi che ho la premura di evitare scrupolosamente, perché probabilmente se lui non ci fosse mi sentirei molto meno ridicola e quindi vorrei evitarlo il più possibile.

Lui sembra notare il mio fuggire dai suoi occhi, tant'è che dopo breve tempo comincia a fissarli spudoratamente su di me in cerca di un cenno da parte mia.
Io lo ignoro quanto più possibile, inizio a parlare con mio fratello di cose ridicole e continuo incessantemente finché Thomas non interviene interrompendo le mie chiacchiere a vanvera.

«Che è, semo venuti qua pe chiacchierà o vogliamo entrare?»

«Entriamo»

Parole||Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora