Cammino verso casa con i nervi a fior di pelle, non so neanche perché mi sia fatta convincere da Ethan ad uscire a quest'ora.
Mi ha detto di avere urgente bisogno del mio aiuto e io da brava sorella mi sono ritrovata alle undici di sera a cercare un supermercato aperto per cercargli un rasoio nuovo.A quanto pare tra poco lui e Damiano devono uscire in qualche posto più chic del solito, e mio fratello si sente male alla sola idea di mostrarsi al mondo con quei quattro peli che gli crescono in faccia.
È una richiesta ridicola, non so neanche perché l'ho ascoltato, è che le poche volte che mi chiede qualcosa con quegli occhioni da cerbiatto io non riesco a dire di no.
Ci sono stata anche un bel po' al supermercato, con il cassiere che mi importunava con battutone maliziose e una signora anziana che mi giudicava perché non avevo voglia di darle retta quando provava a parlarmi.
Finisce che adesso è praticamente mezzanotte, e come se non bastasse quando busso nessuno mi apre.
Allora estraggo faticosamente le chiavi dalle tasche dei miei jeans un po' troppo attillati, le infilo nella toppa e apro la porta.È tutto buio, non faccio in tempo ad insospettirmi che la luce si accende e decine di persone saltano in aria urlando "buon compleanno" e correndo verso di me sorridendo a trentadue denti.
Io rimango con il rasoio a mezz'aria e la bocca spalancata mentre vengo abbracciata da persone che non identifico neanche, non capendo come sia possibile la loro presenza qui e sentendomi sempre più felice mentre uno dopo l'altro i miei amici vengono a farmi gli auguri.
Dopo qualche minuto in stato catatonico comincio a ricambiare gli abbracci e a ringraziare tutti per essere venuti.
Giada mi saltella incontro buttandomi le braccia al collo e stritolandosi ancora più entusiasta di me per questi festeggiamenti improvvisati.Cerco con lo sguardo quello che immagino sia il responsabile di tutto questo, e trovo Ethan sul fondo del salotto che, insieme a Damiano, mi guarda sorridendo e aspettando che vada da lui.
Emozionata gli corro incontro e lo abbraccio, ogni volta più stupida di ciò che fa per me.«Auguri Lulù»
«Ti voglio bene»
Gli dico sinceramente, ancora avvolta tra le sue braccia, non glielo dico abbastanza spesso e se lo meriterebbe sempre.
«Allora sto rasoio me lo hai preso o no?»
Mi chiede poi ridendo e allontanandosi, e io alzo gli occhi al cielo divertita dalla sua fantasia.
«Vado a salutare gli ospiti, poi vieni in cucina che iniziamo a bere»
Ethan mi fa l'occhiolino e io annuisco, poi si allontana dopo avermi stampato un bacio sulla guancia.
Mi sembra che ogni volta trovi una scusa per lasciarmi con lui.A questo punto mi giro verso Damiano, che mi sta guardando con un mezzo sorriso e le mani infilate nelle tasche.
È davvero bello, stasera forse più del solito.
Ha una camicia bianca sbottonata fino a metà petto che lascia intravedere una scritta tatuata sulla pelle ambrata, della matita nera sotto l'occhio a sporcare la sua immagine pulita e i capelli lasciati liberi che gli conferiscono un'aria quasi selvaggia.«Non me li fai gli auguri?»
Gli chiedo allora un po' imbarazzata, inclinando il capo e sorridendo leggermente.
«Vie' qua»
Risponde lui semplicemente, allargando le braccia ed invitandomi a farmi avvolgere da esse come ho sognato per troppe volte nel corso della mia vita.
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Parole||Damiano David
FanfictionCosa succederebbe se la cotta che ti ha tormentato per tutta la pre-adolescenza e che hai impiegato anni a dimenticare ripiombasse nella tua vita trasferendosi proprio in casa tua? Un bel casino, immagino.