14.Devi parlà di più

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La presenza di Damiano in casa sta diventando sempre più opprimente.
Mi sembra di non avere più privacy, quel ragazzo non sa cosa voglia dire ed entra in camera mia ogni volta che si annoia, senza bussare né chiedere il permesso.

Come se non bastasse ultimamente sto anche cercando di studiare un po' di più, quindi sono in casa per troppo tempo e non ho mai tregua dalla sua presenza.
Oltre ad essere invadente non fa niente di male, soltanto che quando c'è lui intorno io mi rendo conto di distrarmi un po' troppo facilmente.

La maggior parte del tempo si comporta normalmente, comunica con me lo stretto necessario per poi tornare ad ignorarmi, com'è sempre stato.
Poi ci sono altri momenti in cui mi parla come se fossi la sua migliore amica, scava nella mia testa e cerca di farmi tirare fuori i miei problemi a forza, come se davvero gli interessasse.

E infine, c'è una piccolissima ma non insignificante percentuale di tempo in cui non riesco a capire i suoi occhi; nella prima situazione mi guardano come se fossi una sconosciuta e nella seconda come se fossi una sorella, ma in quest'ultima non riesco a decifrarli.

Lo ritrovo a osservarmi in momenti in cui non faccio niente di particolare, come quando studio o cucino.

Mi guarda con le braccia incrociate e la postura rilassata, non facendo una piega quando lo sorprendo a fissarmi.
Poi mi si avvicina e mi sorride con fare enigmatico, mi sussurra qualche battutina spinta o compie dei gesti che ai miei occhi sono piuttosto provocatori.

Tuttavia devo ammettere che il suo atteggiamento non mi turba più di tanto, credo di aver capito che è un po' il suo modus operandi e che non dipende dal fatto che io sia "Luce", ma semplicemente dal fatto che sono una donna e respiro.
Inoltre le sue provocazioni sono fini a sé stesse e non arriverebbe mai a concretizzarle anche perché diciamolo, se avesse voluto qualcosa di più da me l'avrebbe già ottenuto.

«Cosa farai per il tuo compleanno?»

Mi chiede Ethan riportandomi alla realtà, risvegliandomi dallo stato catatonico in cui ero caduta mentre lavavo i piatti.
Ultimamente mi capita più del solito di perdermi nei miei pensieri.

«È già quel momento dell'anno?»

Sbuffo, mettendo via la spugnetta e cominciando ad asciugare le stoviglie sotto lo sguardo curioso di mio fratello.

«Dovresti essere felice, avrai solo una volta nella vita diciannove anni!»

«Grazie a Dio mi viene da dire»

«Sei sempre scontrosa, hai già pensato a cosa vuoi fare o no quindi?»

«No»

Taglio corto, pensando effettivamente al fatto che dopo al casino che è successo con Pietro i miei rapporti con la maggior parte delle persone con cui uscivo si sono incrinati.

Adesso ho Giada e un paio di amici che non c'entrano con la mia vecchia compagnia, se lo dicessi ad Ethan direbbe che è l'occasione perfetta per riprendere ad avere uno stile di vita migliore.

«Quarcuno ha detto compleanno?»

Damiano fa la sua plateale entrata in cucina allargando le braccia, con un sorriso smagliante stampato sulla faccia e un'espressione furba che non promette niente di buono.

«Non ti riguarda per una volta»

Lo ammonisce Ethan, mentre io mi limito ad alzare gli occhi al cielo e poggiarmi al bancone della cucina.

«Come no? 'O sai che sono er re delle feste, se la organizzo io è un successo assicurato»

Continua facendo qualche passo verso di noi, così io mi irrigidisco immediatamente e comincio a guardare le piastrelle scure del pavimento per non incrociare i suoi occhi.

Parole||Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora