17. Nessun motivo

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«Ma come avete fatto a portare tutta sta gente?»

Chiedo guardandomi intorno con un sorriso a trentadue denti, alla ricerca di Giada che è sparita per un po' dalla mia vista.
Ho come l'impressione che stia lontana da noi apposta, si vede che teme che Damiano ci provi con lei e non vuole rovinarmi questa giornata.
Oppure è solo una casualità e sono io che vado sempre troppo oltre.

«Sei seria? Basta dire le parole "festa" e "alcol" per attirare magicamente qualsiasi adolescente italiano»

Dice Ethan ridendo, e Damiano gli dà una gomitata per niente velata in seguito alla quale mio fratello ritratta immediatamente la sua frase.

«Cioè..è stato facile convincerli perché ti vogliono bene. Ci tenevano ad esserci»

Si corregge sorridendo smagliante, e io trattengo una risata scuotendo la testa con fare divertito.

Prendo un bicchiere di plastica dalla pula che si sta già esaurendo nonostante la serata sia appena iniziata, e mi affido ai ragazzi per farmi preparare un drink.

«Cosa offre la casa?»

Chiedo quindi divertita, guardando i due che si fanno qualche cenno d'intesa nel decidere cosa darmi da bere.

«Dipende»

Mi risponde Ethan facendo il sostenuto, e mi fa quasi ridere l'eccessiva serietà con cui sta prendendo questo ruolo.

«Da cosa?»

Ridacchio, aspettando una risposta che però arriva da Damiano.
Alza un sopracciglio e si sporge leggermente verso di me, leccandosi le labbra in quel suo solito modo che tanto mi destabilizza e rivolgendomi uno sguardo non abbastanza provocatore per far insospettire mio fratello, ma abbastanza per tingere di rosso le mie guance.

«Da quanto te vuoi divertì»

E giuro che quella frase non ha niente di sessuale.
Niente.
Eppure c'è qualcosa nella sua voce che mi fa tremare le gambe e fa volare la mia mente troppo oltre anche senza dire niente di esplicito.

Sento le mie guance riscaldarsi e sposto lo sguardo da Damiano per guardare mio fratello, che mi osserva in attesa di una risposta.

«Credo che avrò bisogno di qualcosa di forte»

Decido sbuffando una risata, e subito i due si mettono al lavoro per prepararmi un long island degno di un barman.

Si prospetta una lunga serata.

[...]

Un paio d'ore dopo non sono ubriaca.
Sono felice di aver fatto un passo indietro, conosco i miei limiti e ho deciso di fermarmi alla semplice leggera allegria che ti fa solo essere più libera, volendo assolutamente ricordare ogni dettaglio di questa serata.

Sono ancora più felice della mia scelta quando mi ritrovo piegata in due dal ridere mentre guardo Davide, uno dei miei amici invitati, che mi dedica un freestyle ridicolo sbiascicando le parole per colpa dell'eccessiva quantità di alcol che ha nel corpo.

«E se non sei una completa deficiente, 'mo che hai diciannove anni fatti la patente»

Canta praticamente urlando, per poi allargare le braccia aspettandosi di essere acclamato come se non avesse appena fatto una rima ridicola, guadagnandosi comunque gli applausi di tutti gli altri invitati ubriachi almeno quanto lui.

Mi corre incontro traballando e sorridendo con l'orgoglio di un cantante che ha appena dedicato un pezzo grandioso, e mi abbraccia sollevandomi da terra e facendomi girare su me stessa.

Parole||Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora