24.Se ti può far stare meglio

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«Giuro che non toccherò mai più una goccia di alcol»

Borbotta Vic con le occhiaie che le arrivano sotto i piedi, dando un lungo sorso alla sua tazza di the caldo e storcendo le labbra per la nausea.

«L'hai detto anche le ultime dieci volte»

Le fa notare mio fratello, che insieme a me è in perfetta forma, lui non ha davvero bevuto neanche mezzo drink perché doveva guidare, io invece me ne sono fatta un paio ma non hanno avuto particolari conseguenze.

Siamo ridicoli tutti e cinque seduti attorno al tavolo a fare colazione alle due del pomeriggio, perché svegliarsi all'ora di pranzo sì ma saltare la colazione mai.

Thomas si allunga verso il pacco di ceriali che sta di fronte a me, prendendolo con la sua solita grazia e rovesciandomene per sbaglio la metà addosso.

«Ma porca troia Thomas! Hai due mani usale! Dio santo»

Impreco, quando mezza scatola di choco pops si versa sul tavolo rotolando addosso al mio pigiama.

«Non rompe' er cazzo già di prima mattina Lù, non l'ho fatto apposta»

«Capirai cosa mi cambia! Tanto non sei tu quello che adesso ha cioccolato dappertutto, no?!»

«Ma oh sono asciutti nte resta manco er segno se te movi a toglierli invece de continuà a menarmela»

«Ma vaffanculo»

«Dopo di te, stronza»

Sì, il mio rapporto con Thomas dopo la breve uscita di rotta di ieri sera è tornato al solito.
Mi scrollo i cereali di dosso per poi raccoglierli quando finiscono a terra, continuando ad insultare quell'idiota che neanche si degna di chiedere scusa.

«Ne hai lasciato uno lì sotto»

Mi fa notare Thomas, scatenando la mia ira, e io scatto in piedi fulminandolo con lo sguardo.

«Ti giuro che se apri di nuovo la bocca io ti infilo in gola tutti questi cereali secchi, coglione»

«Ao avete rotto er cazzo ma ve state zitti?»

Sbotta Damiano, che fino a quel momento era rimasto con la testa china sul tavolo, con gli occhi gonfi di sonno e la voce ancora più roca per il risveglio avvenuto da poco.

«Ah beh se me lo chiedi tu allora taccio subito»

Rispondo mormorando, non volendo alzare troppo la voce per non fare trasparire il mio rancore nei suoi confronti.

«Eh?»

Chiede però lui con tono scontroso, provocando la mia pazienza e portandola sulla soglia del mio limite massimo.

«Senti perché non torni a dormire invece di rompere le palle a noi?»

Sputo velenosa, rivolgendo uno sguardo di fuoco al moro che in tutta risposta stringe le labbra e assottiglia gli occhi in segno di sfida.

«Forse sei tu quella che ha bisogno de dormì, cazzo di isterica»

Sbatto le mani sul tavolo alzandomi in piedi, avendone fin sopra i capelli di questi inutili scontri mattutini che non fanno altro che portare l'attenzione su di noi.

«Vaffanculo pure te, allora, e adesso vado a farmi una doccia perché mi avete scartavetrato le ovaie a sufficienza»

Concludo sbottando, e posso vedere Vic nascondere una risata mentre si gode la scena insieme agli altri in modo piuttosto interessato.

«Sai che cazzo me ne frega, stronza, se c'hai bisogno de compagnia sotto 'a doccia chiamame»

Continua con fare derisorio, scoccando una freccia proprio dove sa che può affondare.

Parole||Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora