I Bimbi Sperduti erano sulle tracce di Peter, i pirati erano sulle tracce dei Bimbi Sperduti, i pellerossa erano sulle tracce dei pirati e le belve erano sulle tracce dei pellerossa. Continuavano a girare in tondo per l'isola, ma non si incontravano mai perché andavano tutti alla stessa velocità.
Dal tetto potevo vedere quei tre che giocavano vicino la fontana, e non potevo non ammirare la bellezza di Dalila. Una bellezza unica e nitida, che poteva incantare tutti, facendo pietrificare i loro animi macchiati di peccato, davanti a un'anima così pura e limpida. Non indossava uno dei suoi soliti vestiti con le maniche larghe e il corsetto. Ma aveva in dosso uno dei miei pantaloni in tessuto marrone e una delle mie camice preferite bianche. Restai a osservarla per un po', lei era la mia Neverland. Ritornarono dal cimitero, anche Elle e John, mia nonna ogni anno rimaneva più di quest'ultimi. Scesi di fretta e andai da loro, sussurrai al maggiordomo di portare Dalila in una delle nostre serre più belle, con dentro una mini biblioteca. Alla fine la portò nella serra dedicata a Peter Pan. Al centro c'era l'albero con delle foglie rosa, simile all'albero di Peter e dei bimbi sperduti, all'interno di esso c'erano tutti gli accessori riguardanti Neverland, persino la piccola casa di Campanellino. Attorno all'albero invece c'erano delle mensole piene di libri.
«Cosa ci fa un libro di Wilde in una libreria dedicata a Peter?» si domandò.
«Credo che ce l'avrò messo io per sbaglio, mentre prendevo un libro per Benny.»
«Il ritratto di Dorian Grey, in una libreria di fiabe, mi è nuova.» annuii e feci segno di seguirmi.
«È bellissima, tutta a tema Peter Pan, il polline che faceva da polvere di fata, le foglie rosa di quell'albero enorme erano stupende, sembrava di stare veramente su Neverland.» quei occhi sognati, me ne innamoravo ogni volta, come se le vedessi sempre per la prima volta.
«E poi... mi stai ascoltando, my lord.»
«My lady, fa attenzione con quella camicia è una delle mie preferite. In fin dei conti però ti sta bene.» la squadrai dalla testa ai piedi, e non disse niente, si limitò ad annuire e a seguirmi fin dentro la stalla. Cercò di continuare a parlare ma la precedetti sul tempo.
«Certo che ti sto ascoltando.»
«Allora perché mi guardi così?»
«Così come?» sapevo come la stavo guardando, ma non potevo farne a meno.
«Come se fossi.» - «come se fossi una dea.»
«Ma lo sei. Anche con dei vestiti da uomo.» - «sei bellissima.» le accarezzo i suoi lunghi capelli neri e le baciai la fronte, la guardai e dissi:
«So che muori dalla voglia di sapere cosa sta succedendo nella mia testa.» ci sedemmo sotto un albero vicino le stalle e continuai a parlare.
«oggi è l'11\11\1905. Sono cinque anni che sono morti...» fece segno che aveva capito e di andare direttamente oltre a quello che stavo per dire.
«In famiglia la persona che l'ha presa più bruscamente degli altri è John, così l'ho portato nella Neverland che abbiamo costruito apposta per noi due. Abbiamo tirato con l'arco e le frecce finché non si sbollissero i pensieri negativi e tristi che aveva nella sua testa. Io fra tutti sono il mastice che incolla la loro felicità e spensieratezza.» mi interruppe.
«E tu invece come l'hai presa?» mi aveva presa alla sprovvista, non avevo mai pensato realmente a questo. L'unico obiettivo che avevo, era rendere il più possibile felice mamma, mia nonna e soprattutto John.
«Fa male, ma non ci avevo mai pensato.»
«Sul serio? La mia lord, non ha mai pensato come avesse infierito la sua morte?» si mise davanti a me.
«Già.»
«Ne vuoi parlare?»
«Non mi serve parlarne, ho elaborato il lutto, e credo che nelle mie opere c'è tutta la rabbia e la tristezza che ho trattenuto tutto questo tempo. Ora queste sono in un cassetto chiuso a chiave, così che non possa mai più prenderle.» le feci vedere la chiave che avevo al collo.
«D'accordo, my lord non posso costringerti, ma ricorda che io ci sarò sempre per te.»
«E io per te.» si stese sul prato e iniziò a recitare una frase di Wilde.
«Un uomo non è del tutto sé stesso quando parla in prima persona, ma dategli una maschera e sarà sincero.»
«E questo cosa significa.»
«My lord, nonostante cerchi di nasconderti nel tuo mondo, dal tuo sguardo si può vedere chiaramente quello che c'è all'interno, è trasparente come l'acqua.L'odio acceca.
L'amore sa leggere ciò che è scritto sulla stella più lontana.
«Torniamo dentro, sta per piovere.» solo questo riuscii a dire dopo quell'affermazione, ma lei non si arrendeva.
«Non fa niente se piove, amo la pioggia, tu no?»
«Certo che mi piace.»
«Allora vieni, e balla con me, sotto questo splendido cielo.»
Feci quello che mi disse, e ballammo, per tutta la durata del temporale, eravamo zuppe, ma felici, le foglie cadevano brusche sulle piccole rocce attorno all'albero, Dalila però non si fermava, con quel sorriso che mi toglieva persino le parole per descrive quanto la potessi amare. Una volta uno sconosciuto mi disse "Era solo uno sconosciuto con il cuore che batteva all'impazzata come ogni volta che i suoi occhi innamorati ammiravano la luna." ed io ero proprio come quello sconosciuto, dinanzi a una persona così bella come lei. Il modo con cui giocava con la pioggia, come ballava, come può diventare così piccola e fanciullesca in un instante. Sull'erba sì fecero delle pozzanghere, e lei non esitò a saltarci sopra senza curarsi dei vestiti. La mia camicia bianca non era più bianca. Ma non importava. Qualche mese fa, mi sarei arrabbiata davanti una persona qualsiasi. Ma solo perché quella camicia la indossava lei, assaporando tutto il suo odore, non potevo e non volevo dire nulla. Finalmente si fermò era infreddolita, le dieti la mia giacca ed entrammo in casa, senza far rumore salimmo fin sopra, in camera mia.
«La camicia se vuoi posso fartela lavare dalle migliori lavanderie.»
«My lady, non serve.» le sfilai la camicia e la misi vicino alla porta, lei mi sfilò la camicia nera che avevo indosso, e la getto a terra. Per un instante mi immobilizzai. I gesti e i movimenti non uscivano, come ogni volta che mi coglieva di sorpresa, poi lei si tolse i pantaloni e io feci lo stesso. Lei si diresse nella vasca e la seguii, ma mentre stavo per entrare, mi chiude la porta in faccia.
«Va bene ti aspetto qui.»
«Certo che mi aspetterai, non pensavi davvero che entrassi con me in bagno»
«Ma no, volevo solo accompagnarti, poi me ne starei stata qui ferma ad aspettarti.» ovvio che volevo entrare.
«Esatto.» ci mise un'ora esatta a farsi una doccia, e io ero lì, come una statua ad aspettarla.
Quando uscì non disse nulla, e entrò nel suo lato della camera. Io non la capisco e ora perché faceva così. Che avevo fatto. Andai a fare anche io una doccia, e quando uscii dal bagno, la vidi sul mio letto, con una delle mie camicie da notte enormi e i miei occhiali, che stava leggendo. Un libro fresco di prima stampa, "De profundis" di Oscar Wilde, ormai avevo solo suoi libri. Lesse una frase: "L'odio acceca. L'amore sa leggere ciò che è scritto sulla stella più lontana".
«Ecco perché la nostra Neverland la seconda stella a destra e poi dritto fino alla luna e il ritorno. Tutti possono solo invidiare il nostro amore.» replicai.
«A proposito di amore.» si alzò in piedi sul letto, mentre mi stavo infilando una camicia «Prima di tutto, che cos'è per te?» continuò.
«L'amore è ballare sotto la pioggia e alla fine sdraiarci sul cemento guardando il manto blu aperto dal vento spazzando le nuvole, scoprendo così le stelle e la luna che illuminano i nostri volti.» annuii poi continuò dicendo:
«Un'altra domanda, quando mi chiederai ufficialmente, di essere la tua ragazza?»
«Abbassa il volume della voce» - «e quando meno te lo aspetti. Mica posso avvisarti e dirti il giorno in cui lo farò.» si imbronciò, era bella anche imbronciata. Si risedette sul letto, poi esclamò una frase del tutta inaspettata:
«My lord, dedicami la luna quando ti accorgerai di essere innamorata di me.»
«E io dedicherò la luna alla persona che catturerà il mio cuore, come la luna stessa ha catturato me.» feci una pausa per poi continuare: «Ora guarda fuori la finestra e osserva attentamente lo spettacolo che ti sto per dedicare.» ci addormentammo l'una abbracciata l'altra, con la consapevolezza delle nostre parole e delle nostre promesse.
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Neverland
RomancePer gli amanti di "come anima mai" vi ripropongo un genere simile al femminile. Trama Una storia d'amore tra due ragazze di Londra di alto rango, che cercano di costruire la propria storia. Amara la prima protagonista, donna con carattere a tratti...