Tieni gli occhi fissi sulle stelle e i piedi per terra.
«Vedi, qui.» mi disse indicandomi la parte che dovevo modificare.
«Se inserisci più sentimento e meno freddezza, il lettore si appassiona di più, oppure anche qui, fallo dal punto di vista dell'antiprotagonista, così da avere più prospettive diverse.» Aveva iniziato a darmi consigli, li seguii tutti, il modo in cui riusciva a far diventare ovvio tutto quello che diceva, era spaventoso ma bellissimo. Grazie a lei, mi vennero molte idee per il continuo, tuttavia volevo che fosse lei a continuarlo, era una storia fatta per essere scritta da lei, non da me. C'era una frase di quel libro che Dalila aveva sottolineato
"Non ora né domani eh? Quando? Dimmi quando posso... posso stare con te. Senza che nessuno ci ostacoli. Che nessuno ci separi. Quando? Dimmi quando potremmo vivere la nostra vita senza pregiudizi, senza giudizi, libere di tutto e di tutti. Quando? Quando posso rivedere il tuo sorriso che mi toglie il fiato dal primo instante. Quando? Quando posso rivedere la tua felicità, i tuoi balli, le tue risate. Quando? Quando posso ascoltare nuovamente la tua musica, la tua voce. Quando? Quando posso vedere di nuovo il tuo sguardo, i tuoi occhi scuri che brillano ogni volta che ti guardo. E dimmi quando. Quando posso restare insieme a te, quando posso baciarti e quando posso restare tra le tue braccia, per un altro secondo.
Dal tuo M".
Nonostante sembrava che stesse andando tutto bene, avevo la sensazione che Dalila, cercava di nascondermi qualcosa. Si era fatta quasi sera e noi rimanemmo in quella stanza per tutto il tempo, e se non prendevamo l'ultimo treno per Oxford, rimanevamo in quel posto per un'altra notte, e io volevo un letto comodo per dormire.
«My lady, ora che ne dici se ritorniamo al college?»
«Restiamo, altro po' a Londra, le lezioni sono sospese fino al prossimo lunedì.»
«Se è così andiamo a casa mia, il proprietario già ha fatto molto per noi, visto che ce ne dovevamo andare oggi pomeriggio.» annuì senza dire altro, si alzò dal letto e si vestì.
«C'è qualcosa che non va?» fece finta di nulla.
«Dalila.» la chiamai ma niente, si preoccupava solo a vestirsi e aggiustare quei capelli per l'ennesima volta.
«Dalila, cosa ti prede ora?» mi avvicinai lentamente e la feci girare, di nuovo quegli occhi spenti. Sapevo che aveva qualcosa, lo sapevo, ma ora, cosa dovevo fare? Non sapevo cosa dirle, aveva gli occhi lucidi.
«Non voglio che tu te ne vada mai più.» ero confusa, ero lì davanti a lei, per lei e nessun altro. Continuò.
«Ti voglio al mio fianco, ora e per sempre. Non succede niente. Sto bene. Mi sei solo mancata. Per un giorno, si. Ma per tutto il giorno io non sapevo dov'eri, cosa stessi facendo, se stessi bene. Mi è mancato il tuo profumo sul mio. I tuoi vestiti su di me. E le tue lunghe nottate a scrivere, mentre io dormivo sul tuo petto.»
«Tutto questo, perché sono sparita per un giorno?» volevo ridere, ma lei era seria. Davvero l'avevo fatta preoccupare così tanto? L'unica cosa che feci la strinsi forte tra le mie braccia e le dissi:
«Ti prometto che non succederà più.»
«My lord ti amo.» mi bloccai. Fu la prima a dire che la fiducia era la personificazione del "ti amo".
«Desideravo dirti che TI AMO, my lord.» le sussurrai un "Ti amo" debole prima di baciala. Fu allora che capii quanto l'amassi. La sua fragilità e la sua forza formavano un uragano di emozioni che venivano unite da due semplici parole. Per non parlare poi di quella una carezza, una di quelle volubili che nemmeno te ne accorgi. Senti le sue mani su di te, in un modo così maldestro e così leggero.
Il suo corpo che ti avvolge e ti da quel senso di sicurezza.
È quello sguardo magnetico che anche dall'imbarazzo non riuscivi a staccarti.
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Neverland
RomancePer gli amanti di "come anima mai" vi ripropongo un genere simile al femminile. Trama Una storia d'amore tra due ragazze di Londra di alto rango, che cercano di costruire la propria storia. Amara la prima protagonista, donna con carattere a tratti...