Ti farò vedere come è bello il mondo dalla luna.
«Ecco fatto, ora potete andare.» scesi nel salotto per dei controlli generali e delle cure specifiche per la cicatrice. Nel frattempo Dalila si rivestì e fece segno di andare verso la camera di Axel.
Era tornato a casa ma doveva restare al riposo. Quando entrambe entrammo nella camera trovammo il figlio del mio maggiordomo:
«Laurie, tu che ci fai qui.» chiesi, notai solo dopo che teneva la mano di Axel e i suoi occhi erano incollati su di lui.
«Maggiore salve, se dovete parlare con Axel io me ne vado.» staccò la mano a Axel le mise entrambi dietro la schiena.
«Non ti preoccupare, resta e per favore siamo fuori servizio, chiamami Amara.»
«Allora Amara, ho visto i parametri di Axel e sono stabili, l'unico problema è questa ferita.» mi fece segno col dito poi continuò:
«Questa dovrebbe guarire come già abbiamo detto tra due settimane e nel frattempo prenderò io il posto di Axel in battaglia.»
«Scusate io sono qui, vi sento e no tu non andrai in battaglia.»
«Perché no?»
«Ti devo ricordare l'ultima volta? Dimmi ti devo ricordare che ti stavo già perdendo una volta?»
«Lo so, ma mi sono allenato, sono pronto.» - «E poi non decidi tu.»
«Infatti deciso io.» risposi interrompendoli.
«E sei pronto. Gli allenamenti hanno dato i suoi risultati, quindi tu andrai con John.» - «Mentre tu.» indicai Axel, «Resterai qui, finché non ti rimetterai del tutto.»
«Si signora.»
«Amara, scusa, ti posso parlare?» era Benny, che mi chiamava. Entrammo nella sua camera.
«Voglio aiutare.»
«Tu non volevi combattere, cos'è successo?»
«Ho capito che c'è bisogno di mani in più e poi ho visto quello che ti hanno fatto.»
«No, tu resterai qui, io sto bene.»
«Ma io...»
«Niente ma Benny, tu resti qui. Non voglio ripeterlo più.»
«Ma perché. Sono forte, mi sono allenato. Inoltre ho esperienza informatica, fatti aiutare almeno dal quartier generale.» annuii e consentii.
«DALILA, sono in squadra.» urlò andando da lei. Nel frattempo mi raggiunge John.
«Hai permesso di far venire Benny.»
«Starà nel quartier generale, ci aiuterà a craccare la sicurezza del nemico.»
«Se è così, allora dillo tua a nostra madre.» feci sì con la testa."Mesi prima"
Axel
Fortunatamente James il maggiordomo di Dalila mi aveva ospitato a casa sua, nel frattempo che mi cercassi un piccolo appartamento. La mia vita andava avanti anche senza i soldi di mia madre.
Come ogni venerdì sera uscivo con i miei amici e come ogni venerdì rivedevo lui dietro al bancone del solito bar. Facevo di tutto pur di non far avvicinare quei luridi dei miei amici a Laurie, ma quella sera in particolare decisero di avvicinarsi a lui anche fin troppo.
«Lasciatolo stare.» cercai di allontanarli.
«Perché è il suo lavoro servici, no?» - «Ei sciacquetta vieni qui.»
Vedevo lo sguardo infastidito di Laurie, ma fece finta di niente e si avvicinò al nostro tavolo.
«Cosa volete ordinare?» disse con indifferenza.
«Perché non pulisci qui, vedi mi è caduto il Martini. E già che ci sei, offrimelo tu un altro per il tuo essere incompetente.» anche qui, non disse niente, lo osservavo, raccogliere i cocci del bicchiere che aveva fatto cadere di proposito Nicholas. Si tagliò con uno di questi, feci il modo di aiutarlo.
«Tieni, ti sei fatto male.» gli diedi uno fazzoletto.
«Non aiutare questa sguattera, Axel, non sa chi sei realmente.» non feci in tempo per rispondere che rispose lui.
«È il figlio dell'ambasciatrice. Lo so.»
«Allora sai che devi portare rispetto.» Nicholas, prese un pezzo di vetro che non aveva raccolto, si avvicinò e glielo mise sulla mano facendo pressione aumentando il sangue che già aveva sotto la prima ferita. Come è possibile che non reagiva, ma io non ci vidi più dalla rabbia.
«Ma che cazzo Nic.» lo superai e andai verso Laurie.
«Dai non fare così tanto è uomo povero, cosa vuoi che perda, la dignità? Che neanche ha.»
Il tempo di disinfettare la ferita che ritornai da lui e gli tirai il primo pugno.
«Prova a insultarlo ancora e ti tiro un secondo pugno.»
«Provaci.» disse sputando del sangue dalla bocca.
«Lascia stare.» sentii dire dietro di me. Era lui con ancora la mano che sanguinava e c'era una marea di gente che ci guardava.
«Si fa come dice, lascia stare.» disse ridendo. ma non mi fermai, gli tirai un secondo pugno.
«Prova a toccare ancora il mio fidanzato e ti farò rimpiangere di aver ricevuto solo due pungo e non altro.» - «Laurie vieni.» gli presi la mano e uscimmo da quel bar. Lasciai anche quell'imbecille e gli altri che lo seguivano.
«Perché l'hai fatto?»
«Non si devono permettere di toccarti.» - «Sei mio ora.» entrammo in macchina e lo baciai.
«Sono tuo?»
«E di chi se no.»
«Guarda, c'è la luna.» - «È stupenda.»
«Se vorrai ti farò vedere com'è bello il modo dalla luna.»
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Neverland
RomancePer gli amanti di "come anima mai" vi ripropongo un genere simile al femminile. Trama Una storia d'amore tra due ragazze di Londra di alto rango, che cercano di costruire la propria storia. Amara la prima protagonista, donna con carattere a tratti...