Capitolo 13

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L'essenza dell'atmosfera romantica risiede nella sua incertezza.

*Amara*
Dopo quella notte scappai via. Vagai per Londra per tutto il giorno, in un freddo giorno di inverno.
Londra, 1 dicembre 1905, ore 18:00.
Sono passate ventiquattro ore dall'ultima volta che l'ho vista.
In questo momento sono a Londra, in uno Hotel scadente, in una stanza altrettanto scadente. La pioggia era la solita protagonista di Londra. Le gocce d'acqua che scendevano sui ventri delle finestre e il vento forte da far cadere le foglie dagli alberi. Il rumore del vento fischiante era in contrasto con le risate dei bambini che correvano spensierati sulla neve per vedere le prime luci natalizie e i genitori che li incorrevano, "Si scivola, state attenti." dicevano. Dal soffitto cadevano goccioline d'acqua che riempivano pian piano i secchi posti nel posto prestabilito, il tintinnio rimbombava raffreddando l'aria intorno a quelle quattro mura. Il rumore della sedia scricchiolante e l'odore dell'inchiostro, cercavano di distrarmi. Appena ho iniziato a scrivere, i pensieri vagano senza un ordine preciso, in una stanza bianca chiusa a chiave, con un grosso gigante nero, con occhi scavati e le braccia così lunghe da raggiungerti a mille chilometri di distanza, che faceva la guardia. Insieme a questi pensieri si affacciava di in tanto in tanto una piccola personcina, con occhi grandi, mani piccole e di un colorito violaceo e dei capelli neri e lisci, che si avvicinava quando più non te l'aspetti e sta lì, ad osservare ogni movimento che fai, ogni passo. E sta lì se ti senti al posto sbagliato. In questo momento l'unica cosa che sentivo era la sua mancanza, il suo odore su di me, i suoi sguardi e le sue risate. Non volevo che la nostra Neverland che tanto desideravamo, si distruggesse a causa mia. Per questa notte mi limitai a fissare il soffitto, eliminando del tutto i pensieri negativi, ripensando solo lei e a quanto l'amassi. Era ormai da tanto che non sentivo questa sensazione. Quel sentimento che non avrei mai pensato di percepire. Quel desidero. Mi stavo innamorando, di quell'unica persona che non avrei mai immaginato di innamorarmi, eppure l'avevo fatto. "l'unica persona che non avrei mai immaginato di innamorarmi" che buffo, io che pensavo un giorno di innamorarmi di una persona completamente diversa da Dalila, tuttavia lei e la sua eleganza hanno sovrastato il mio ideale di ragazza fredda e distaccata. Lei era diventata ormai la mia scintilla che accendeva i pochi momenti belli della mia vita. Come fece Dorian che con la sua bellezza ha illuminato l'animo del pittore. Come ci riuscì Wendy a far brillare ancora di più la polverina di trilli, volando ancora più in alto con Peter.
Dalila era questo. Un puntino di luce che faceva tremare il buio tetro.

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