Capitolo 14

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Non ami qualcuno per il suo aspetto, i suoi vestiti, o per la sua auto di lusso, ma perché canta una canzone che solo tu puoi sentire.

*Dalila*
Oxford, 2 dicembre 1905, ore 1:00
«Ci sono delle pagine strappate.»
Ero seduta sul letto, mancavano tre pagine alla conclusione del libro di Amara, ma mancava una pagina.
«L'aveva immaginato. Aveva immaginato che questo giorno doveva arrivare. In tal caso non pensava così presto.
Già dai miei atteggiamenti, dai movimenti furtivi.
Già aveva inteso che avessi rinfacciato quell'aspetto infido...» mancava l'ultima frase. Chissà perché stesse dicendo ciò. Un tradimento da parte di "lui". Nonostante amasse follemente "lei", aveva compiuto un tradimento nei suoi confronti. Tuttavia, il loro amore non si sarebbe mai spezzato, entrambi avrebbero sempre percepito quell'amore forte l'uno per l'altra.
Il mio amore per Amara è indescrivibile, dalla prima volta che l'ho vista, sull'uscio della porta quella sera. Quei suoi atteggiamenti cavallereschi, la sua delicatezza a sforarmi dolcemente, sentendo il suo odore così intenso. Stamani il letto senza di lei era vuoto, il suo cuscino era ancora pieno del suo profumo, né un biglietto né un piccolo indizio per capire dove fosse andata. Non riesco mai a capire il suo umore. Sono un disastro su questo. Lei riesce sempre a capire il mio stato d'animo, invece io non ho mai capito il suo. Cosa posso fare, ho sentito da Axel che diceva fosse partita per Londra, ma non ne sono sicura. Ma se fosse così, dovrei andare da lei, parlarle, capire cosa non va. Decisi di andare dove alloggiava Axel. Bussai.
«Axel, scusa l'ora.» aveva gli occhi pieni sonno.
«Dalila, dimmi.» disse con una voce rauca.
«Sai precisamente dov'è Amara?»
«Ora te ne sei accorta che non c'è?» rispose ironico «Amara, voleva stare un po' da sola, per schiarirsi le idee, perché vuoi andare tutta sola?»
«Perché mi vuoi accompagnare?»
«E va bene. Aspetta che mi cambio» sospirò e mi disse dove si trovava, prendemmo il primo autobus che andava verso Londra. Dopo due ore riuscimmo ad arrivare a destinazione.
L'hotel dove alloggiava Amara, era malridotto e tetro. Perché con i soldi che aveva fosse andata proprio in quell'hotel.
L'aria era fredda, il fiato si congelava appena aprivi bocca e la neve arrivava fin sopra le caviglie. Mi feci coraggio e entrai. Axel fece segno di andare in un bar lì vicino. Chiesi dove fosse e mi diressi verso la sua camera. Bussai due volte prima che mi aprisse. Era appoggiata sul bordo della porta, aveva ancora i vestiti indosso, gli occhi assonnati e i capelli spettinati, era stupenda anche così. Ci mise un po' per capire che ero io.

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