"Chiara non sono più così sicura di voler venire!" Dico ad alta voce mentre il taxi si dirige verso il locale in cui festeggeremo Tancredi.
"Ma dai ormai ci sei! Che vuoi fare tornare indietro?!?!"
"Sì magari anche solo per cambiarmi!!! Ma cosa mi è saltato in mente quando mi sono vestita così???"
"Ma così come??? Sei stupenda come sempre! Non c'è nulla che non vada nel tuo abbigliamento!"
"No, per carità! Ho solo tutto di fuori e sto per rivedere il mio unico ex che non vedo da quasi 2 anni ma tranquillo! Tutto sotto controllo! Ahahah!"
"Lo sapevo che eri in ansia per quello!!!"
"È che già immagino come tutti ci fisseranno appena arriviamo. Tutti a scrutare i dettagli di un saluto o di un mezzo sorriso. E lo sai che mi mette ansia sta cosa! Già non so cosa devo fare ma con gli occhi di tutti addosso è anche peggio!"
"Ok! Ci sta! Lascia fare a me e vedrai che andrà tutto bene!"
Non so perché decido sempre di fidarmi di lei. Combina casini peggio di me. Ma alla fine è la cosa più naturale del mondo. Guardo fuori dal finestrino. In quel momento il taxi accosta. Siamo arrivate. Quando scendo un turbinio di emozioni mi invade.
"Ma mannaggia!!! Questo posto??? Non me l'hai detto di proposito. Ammettilo! Non ci credo! Non sta avvenendo davvero!"
"Ma perché parli da sola?"
"Io non sto davvero entrando mezza nuda nel locale dove il mio ex fidanzato mi ha dedicato canzoni come fossero noccioline rincontrandolo dopo anni! Non sta avvenendo davvero! È solo un sogno! A breve ti sveglierai e sarai di nuovo nel tuo letto a Melbourne e questa idea malsana del tornare in Italia non è mai avvenuta!"
"Ma zitta!!! Cammina!"
E così facendo mi trascina dentro. Rimango un attimo spiazzata mentre guardandomi intorno mi lascio invadere dai ricordi. La prima scenata di gelosia, il primo live, le sue cover. Le feste. Le serate con gli amici. Noi.
Scuoto la testa. Scrollo via tutto. Nascondo negli anfratti del mio cervello i ricordi chiudendoli a chiave in un cassetto lontano. Blocco i sentimenti impedendogli di uscire da un cuore ancora troppo malandato coperto dalla mia corazza di protezione. Quando rinsavisco vedo Chiara correre verso una figura alta e magra. Capelli corti. C'é troppa confusione e non riesco a capire niente. Mi ritrovo a dirigermi in quella direzione verso Chiara e la figura di spalle ma vengo trascinata in un folle abbraccio da Deddy, e poi da Tancredi. Tommaso. Evandro. Arriva Martina. Esa. Raffaele. Aka. Tutti. Mi si riempie il cuore rendendomi conto quanto mi fossero mancati.
"Ma quindi sei tornata per restare?" A parlare è Tancredi. È la sua risposta ai miei auguri.
"Diciamo di sì!" Rispondo allegra.
"Che vuol dire diciamo?"
Mi chiede Luca con sguardo furbo di chi vuole cogliere tutti i dettagli.
"Che sarò un po' ' una pendolare ma va bene così! Ero stanca di stare così lontana da tutto!"
Rispondo alzando le spalle ma alla fine entusiasta. Casa mi era mancata. E per casa intendo tutto... tutto questo.
"Non c'è problema Giuliè qua c'abbiamo i re dei pendolari! Trenitalia se deve cambiare un orario di un Roma Milano chiede il permesso a sti tre!"
Ride Evandro dando un colpetto dietro la nuca a Deddy.
Io rido serena.
"Allora quando vi chiama Trenitalia, chiedete pure a me se mi stanno comodi gli orari nuovi!!"
E ridiamo tutti insieme. Poi piano piano tutti si allontanano e io mi rendo conto di non aver visto Sangio. Tanto rumore per nulla. Manco c'è. Un velo di delusione mi attraversa e cerco di buttarlo via voltandomi a cercare Chiara.
Ma qualcosa non va come credevo. Due occhi di ghiaccio si agganciano ai miei e io non riesco a fare altro se non annegarci dentro. Come la prima volta. Come se non fosse mai successo prima.
Mi dimentico di respirare, come si fa? So solo fare pochi passi verso di lui. Di lui che fa lo stesso per incontrarci a metà strada.
Continuiamo a guardarci mentre siamo così uno di fronte all'altro. Nessuno di noi parla. O forse i nostri occhi lo fanno. O forse i nostri cuori lo fanno. Ma io sono troppo stordita per pensare di ascoltarli. Non so quanto tempo rimaniamo così a guardarci. Ho capito che il tempo non è funzionale con noi, non ha aiutato il mio corpo a dimenticare tutto questo. Non aiuta me a rendermi conto che dovrei dire o fare qualcosa o anche semplicemente distogliere lo sguardo.
"Ciao" la sua voce, è un po' roca. Forse anche lui non era pronto a parlare.
"Ciao" riesco a dire. Non so come faccio, non so come le mie labbra abbiano deciso di muoversi, come la voce possa essere uscita dalla mia bocca. Istinto.
Vedo i suoi occhi indugiare su di me. Sul mio viso. Scendere sul mio corpo e fotografarlo. Non ha mai nascosto il momento in cui mi guardava. In cui mi desiderava. E ora quasi due anni dopo che i suoi occhi si poggiano su di me mi ritrovo a sperare di nuovo in quel desiderio. Sento la pelle bruciare. Ma dopo pochi secondi i suoi occhi tornano su di me. Mi fa il suo sorriso sghembo. Quello storto. E io finalmente serena mi fermo ad osservare i dettagli di quel viso. I suoi nei. La peluria è diventata una leggera barbetta, gli occhi sono li stessi ma i capelli sono corti. Stranamente corti. Eppure non avevo visto nulla sui social. È strano vederlo così. Negli anni in cui siamo stati insieme non li ha mai portati così. Ma forse è anche più bello. Quei fari azzurri sembrano ancora più penetranti non lasciandosi adombrare dai ricci sfuggenti, i capelli sembrano più morbidi, anche perché non sono cortissimi anzi. L'istinto di toccarli è fortissimo ma lo trattengo. Non posso. Gli guardo le spalle. Sembrano più toniche e più forti. Forse ha fatto un po' più di palestra come voleva il suo vocal coach.
"Hai tagliato i capelli!"
"Due giorni fa!"
"Che ti hanno detto le fan? Ti adoravano con le treccine!"
"Non lo sanno ancora! Sono sotto copertura!"
Rido finalmente. Come facevo sempre con lui. Ride anche lui. Mi sento a casa. Peccato che devo dimenticare questa sensazione. Non è più la mia casa. È la casa di un'altra. Ed è vero non sono mai uscite notizie ufficiali tra lui e questa Gaia. Ma ho letto su Twitter come tutte le fan abbiano questo sospetto, ho visto come tutti i giornali li abbiano fotografati ovunque. È vero mai un bacio o altro ma poco importa. Il resto l'ho visto io. O meglio non ho visto. Non l'ho vista uscire da casa mia per tornarsene a casa sua.
"Quanto ti fermi?" La sua domanda mi risveglia da quel pensiero. Quel pensiero che da mesi mi angoscia.
"Resto!" Nel dirlo ho un tono forse un po' soddisfatto, forse perché lui pensava che non sarei tornata più.
Invece no. Io sono sempre voluta tornare. Aspettavo il momento per farlo. Quello giusto. Anche se ora di fronte a lui che mi guarda con un sorriso tra il felice e il disperato non mi sembra più così giusto come momento.
"Ah!"
È l'unica cosa che riesce a dire.
"Ma non starò fissa a Roma. Dicevo prima agli altri che farò un po' la spola!" Aggiungo. Alla fine parlare di lavoro è la cosa che mi riesce meglio.
"Capirai qua siamo i maestri di spola!" Dice ridendo.
"Vabbeh comunque starò a Roma per lo più ma un paio di giorni a settimana starò a Milano."
In quel momento arriva Chiara che mi trascina in pista per ballare.
Non so neanche io se sono contenta o no. Una parte di me si stava un po' innervosendo ad avere una conversazione così formale con lui, quindi è lieta di aver interrotto il momento. L'altra parte di me voleva continuare ad avere quella conversazione solo per continuare a perdersi in quegli occhi.
Cominciamo a ballare libere, cercando di dimenticare dove mi trovo, con chi mi trovò. Cerco di non pensare a come cambierà la mia vita. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dalla musica come solo lei sa fare. Passa un tempo indefinito quando metto di nuovo a fuoco intorno a me, Chiara mi sta richiamando indicandomi di tornare al tavolo dagli altri. Infatti vedo Tancredi pronto a stappare una bottiglia per cominciare la serata e intorno tutti gli altri che lo spronano. Ci uniamo al gruppo.
Mentre tutti ridono mi guardo intorno alla ricerca delle differenze.
Evandro come sempre cerca di rimorchiare una ragazza. Carina ma si vede che lei non ci sta. Non è cambiato nulla.
Martina saltella allegra mentre abbraccia tutti. La partenza di Rosa l'ha resa la ragazza semplice e alla mano che è. Sempre sorridente e pronta ad ascoltare. Piena di vita e di voglia di fare.
Deddy è sempre lui. Beh, diciamo che tante volte ero riuscita a vederlo in questi anni, quando parlavo con Chiara. Mi fa ridere pensare quanto stia progettando per il futuro ma sono contenta per lui.
Aka e il suo ciuffo biondo, sempre uguale almeno fisicamente. Ho notato prima come sia molto più vicino a Sangio. Non lo lascia solo, si avvicina per parlargli o anche solo per fargli sentire che lui c'è. Forse si sono legati di più in questo periodo, forse Deddy essendo fidanzato ha avuto meno modo di stare dietro alla sua vita da rock star. Ora sta abbracciando Tancredi con affetto dandogli delle pacche sulle spalle e saltellando con lui.
Poi c'è Sangio. In un angolo come sempre con il telefono in mano, a estraniarsi da tutto e tutti. Anche lui non è cambiato granché.
Mi rendo conto che lo sto fissando solo quando lui alza lo sguardo e i nostri occhi non si lasciano andare. Mi avvicino per prendere un bicchiere di prosecco e mi ritrovo vicina a lui che fa lo stesso.
"Non è cambiato nulla, eh? Alle feste resti in disparte.."
"Non sempre... Ma sono due giorni che mi invitano a stare in un angolo!"
Lo guardò interrogativo.
"Lascia stare! Sono più cretini di come li hai lasciati!"
"Eh! Mi sa che mi ci dovrò abituare!" Rispondo spontanea per poi rendermi conto che magari a lui non fa piacere avermi tra i piedi.
"... Cioè vabbeh non volevo dire questo... nel senso che non ti preoccupare. Cioè mi rendo conto che non è il caso. Comunque non conto di essere invadente. Stare sempre tra i piedi. Cioè so che non è carino. Nel senso che a qualcuno potrebbe dare fastidio quindi no nel senso non volevo dire quello."
Ma Mannaggia avevo smesso di blaterare anni fa. È bastato parlare 5 minuti con lui da rendermi impossibile fare un discorso di senso compiuto. Dannazione, che idiota! Meno male che è buio e almeno non si nota che sarò diventata dello stesso colore del top. Sono una cretina. Io lo so che lui ha una storia super segreta con quella Gaia. Ma dovevo per forza fare tutto sto balbettio???
"Giulia, non sei cambiata di una virgola! Non ho idea di cosa tu abbia detto. Ma ti dico che forse è meglio se andiamo a ballare!"
"Tu a ballare?"
"Bella!!! Ho fatto lezione! Il mio maestro Marcello è molto fiero di me!"
"Il tuo maestro?"
"Ebbene sì! Per il tour ho dovuto fare un po' di lezioni!"
"E dai va! Fammi vedere che sai fare!"
Mi fa un inchino invitandomi ad andare prima di lui e mi segue divertito. Non so se mi sta prendendo in giro. È sempre stato il re degli scoordinati... Mi sembra assurdo pensare che possa fare una lezione di danza.
Arrivati in pista comincia a ballare. Ondeggia i fianchi e muove le braccia. Poi comincia a fare anche dei passi e devo dire che non immaginavo ma non è poi così male. Mi prende una mano facendomi fare un giro e poi mi avvicina un po' a sè, non troppo. Ma quel contatto mi fa quasi tremare. Non riesco a distogliere l'attenzione dalle nostre mani che ancora si toccano. Non riesco ad essere lucida. Mi sento una cretina a provare ancora così tante sensazioni per così poco dopo tutto questo tempo considerato tutto quello che è successo. Continuiamo a ballare mentre la musica cambia diventando appena più sensuale, seppur ritmica. Non conosco questo pezzo, anche se forse il fatto di essere stata lontana dall'Italia durante questi anni mi ha un po' estraniata da tutto.
Sangio mi tira appena avvicinandomi un po' di più a lui. I nostri occhi non ci danno tregua un secondo non riuscendo a guardare altrove. Ancora una volta spezza lui l'imbarazzo sorridendomi nel suo modo unico e avvicinandosi un po' di più a me. Si piega in avanti avvicinandosi al mio orecchio. Trattengo il respiro mentre mi ritrovo a sperare qualcosa che non avviene ma che comunque mi lascia esterrefatta.
"Bentornata a casa... sono contento che tu sia qui!" E mi lascia un leggero bacio sulla guancia. Io sono completamente in balia degli eventi... non riuscendo ad avere alcun potere nè sulle mie azioni, nè sui miei pensieri. Poi mi fa ruotare di nuovo su me stessa e ride come fa lui quando un po' è teso, un po' è felice. "Dai ammettilo che sono bravo!" E questa volta siamo in due a ridere. Mannaggia, questo è davvero un guaio.