***Hot***Lo sento rannicchiarsi contro di me. Mi bacia il collo con dolcezza ma ciò nonostante mille brividi si spargono lungo tutto il mio corpo. Mi disegna un piccolo cerchio con il suo naso. Per poi allontanarsi e baciarmi ancora. Sono baci piccoli, casti, tra mille sorrisi. Pieni d'amore.
"Non mi hai risposto!" Gli dico guardandolo con un mezzo sorriso.
"A cosa? Dovrei risponderti?" Finge di non capire...
"Ma sarai cretino? Daaai!"
Lo vedo prendere il telefono.
"Che fai?"
Gli chiedo mentre allontana il telefono alla mia vista.
"Stai buona! Ti rispondo alla domanda!"
E intanto sento il suono di una chiamata in corso.
"Col telefono mi rispondi?"
In quel momento sento la voce di una ragazza, non una qualsiasi, una voce che ormai riconosco.
"Oi! Giò che succede? Che altro hai combinato?! Non voglio sentirti parlare di altre fughe sappilo!"
In quel momento allunga un po' le braccia e io riesco appena a vedere il viso di Francesca.
"Giuro! Nessuna fuga!" Gli dice con un sorriso a 32 denti.
"E perché mi stai chiamando con quel sorriso da ebete stampato in faccia?" Gli domanda prendendolo un po' in giro.
"Sono felice! Non si vede?" Continua a guardare lo schermo sorridente.
"Beh così almeno non mi chiami solo quando sei depresso per i tuoi film da pop corn!" Risponde lei bevendo un sorso di vino.
"Sempre una parola carina..." le risponde scuotendo la testa.
"Se non hai altro da aggiungere e non hai intenzione di dirmi perché hai la faccia del bimbo che ha rubato le caramelle... Io andrei perché forse mi si svolta la serata... Visto che non ci sei tu, piccola piattola!"
"Va beh! Però c'è una persona che ti voleva salutare perché pare che quando vi siete viste andava un po' di fretta. Ahahah!"
Improvvisamente sono stupita perché capisco stia parlando di me! Mi tira verso di sè inquadrandomi nella telecamera mentre di fronte mi ritrovo una Francesca sconvolta. Scoppio a ridere.
"Dai scemooo!"
Gli dico dandogli un colpetto.
Poi mi rivolgo verso la telecamera e saluto timidamente la ragazza di fronte a me mentre Sangio si accuccia contro il mio collo.
"Mi mancava questo odorino!"
Mi sussurra nell'orecchio. Rido ancora.
"Presentazioni ufficiali: Giulia lei è Francesca, la mia migliore amica e socia in questioni musicali, Franci lei è Giulia, ma forse devo averti parlato di lei un paio di volte..."
"Sì giusto un paio..."
A questo punto è tutto chiaro. Siamo davvero i peggio cretini della storia di sempre. Ci siamo rincorsi per il mondo per poi giungere a conclusioni affrettate. E anche adesso stavamo per fare lo stesso errore. Stavamo per credere a qualcosa sulla base del nulla. Mi volto a guardarlo. Vedo i suoi occhi di ghiaccio limpidi. Sono di nuovo trasparenti, mostrano fieri le loro emozioni. Occhi che brillano, brillano di felicità. E quella felicità ha il mio nome.
"Ah Franci, avvisa Gaia che l'intervista per cosmo la facciamo venerdì... io lunedì non salgo..."
"Ma dai! Ci sentiamo in settimana!!"
"Ceniamo giovedì?" Le chiede di getto.
"Fai la grazia di scollarti dalla ballerina?" Chiede spiritosa con occhi vispi. Mi piace come parlano. Sembrano davvero due fratelli. Giocano, scherzano, ma percepisci in ogni parola un affetto sincero.
"No, scema! Sale anche lei! Ciao!"
E così dicendo chiude la conversazione. Mette il telefono in tasca. Mi tira verso di sè stringendomi.
Mi accarezza il viso lasciando le mani sulle mie guance e avvicinandosi piano. Mi bacia con lentezza, con calma. Senza fretta, intreccia le nostre lingue sentendone il sapore. E io mi lascio cullare da questa lentezza, da un desiderio che va oltre il fisico. Va oltre la mancanza sfiorando l'esigenza. La necessità di averci e non lasciarci più andare. Gli poso le mani sulle guance anche io sentendo quella leggera barbetta che lo fa sembrare un po' più grande. Un po' più bello. E sono anni di baci da recuperare e che nessuno dei due vuole lasciar andare. Continuiamo a baciarci per un tempo infinito appoggiandoci piano contro il muro di quel terrazzino spettatore già in passato del nostro amore. Le sue braccia che mi avvalgono fino quasi a nascondermi mentre io mi aggrappo a lui e ai suoi fianchi.
Quando ci allontaniamo appena continuiamo a darci piccoli baci a stampo proprio a dimostrare come non siamo realmente pronti a distaccarci da quel contatto così tanto agognato.
"Dici che dobbiamo tornare dagli altri? Ho lasciato Elena che non conosce nessuno..."
Ammetto ricordando che pessima amica sono stata durante questa serata.
"Non la vedo proprio isolata e imbarazzata!" Mi risponde lui indicandola col mento mentre balla con Chiara e Tancredi.
Mi stringe un po' di più come se fosse possibile.
"Io pensavo di portarti via..."
Mi sussurra in un orecchio. Le bollicine esplodono in tutto il corpo mentre le parole soffiano sulla mia pelle e disegna un piccolo ghirigoro con la punta del naso.
"E dove vorresti portarmi?"
Gli domando flebilmente con quel po' di controllo che mi è rimasto, desiderosa di essere ovunque con lui ma in realtà preoccupata al pensiero di uscire da questo terrazzino e tornare dagli altri.
"Neanche io ho voglia di sentirli fare i cretini!" Mi metto a ridere per come ha capito perfettamente i miei pensieri.
"Sei ancora bravo, eh?" Gli chiedo con un briciolo di soddisfazione nel constatare come certe cose non possono cambiare.
"Avrei preferito non smettere di farlo però!" E mi schiaccia il naso con il suo in un gesto affettuoso e dolce che profuma di casa.
"Tra l'altro Elena sta da me. Non ha ancora casa sua... Mi sa che non possiamo andare via!!!" Gli dico afflitta.
"Non penso proprio. Ora usciamo da qui uno per volta, vai prima tu, lasci le chiavi di casa sul tavolino dell'ingresso ed esci... aspettami sul pianerottolo..."
"Ma così? Senza salutare nessuno me ne vado... ma ti pare?" Gli dico dandogli un colpetto affettuoso sul braccio.
Sangio allora mi rincorre con la sua fronte schiacciandola sulla mia...
"Dici che non capirebbero? E che non si vendicherebbero???"
"Beh forse sì!" Rido di gusto. Casco nei suoi occhi e d'istinto mi volto entrando in casa. Mi muovo furtiva senza destare l'attenzione di nessuno. Prendo la borsetta, vado nell'ingresso, appoggio le chiavi. Dovrei tornare indietro per prendere la giacca ma guardandomi intorno vedo che non c'è nessuno. Apro la porta ed esco sul pianerottolo. Non ci credo! Devo essere impazzita! Ma poi fisso la porta chiusa davanti a me trepidante in attesa di vederlo comparire e sorrido. Sorrido con il cuore. Sorrido come non facevo da troppo tempo. Sorrido come solo lui sa farmi sorridere. Dopo un secondo la porta si apre e non faccio in tempo a visualizzare la sagoma di fronte a me che mi si fionda addosso. Le sue braccia mi cingono la vita schiacciandomi contro il suo corpo in un gesto di possesso che mi accarezza il cuore. Il suo profumo invade le mie narici inebriandomi. Le sue labbra cercano fameliche le mie che non aspettano altro. Il suo sapore mi culla in un turbinio di sensazioni di cui mi rendo conto di non voler più fare a meno. Di non poter più fare a meno. Le nostre lingue si cercano, si scontrano, si intrecciano e si accarezzano. Le orecchie ricominciano a fischiare e mi manca il fiato ma non posso nemmeno pensare di staccarmi da lui.
"Devo riuscire a staccarmi da te il tempo necessario per portarti via da qui..." Mi dice quasi col fiatone dopo qualche minuto.
"Solo perché credi che io te lo lasci fare..." Gli rispondo ricominciando a baciarlo.
Allora mi prende in braccio e continuando a baciarmi e mordicchiandomi le labbra mi conduce verso l'ascensore e poi fino al portone.
"Sangio... il... vestito..."
Riesco a dirgli tra un bacio e l'altro. Mi appoggia per terra.
"Ok... Allora prometto di... riuscire... a non baciarti... per due minuti..."
"Due minuti?" Lo guardo ridendo con occhi maliziosi. Dio che voglia ho di lui...
"Certo, fino alla macchina!" Dice ridendo.
"Ahaha ma dove andiamo..." Gli chiedo allora.
"Ecco questo potrebbe essere l'unico problema..." Dice mimando in aria delle virgolette "... Se vogliamo definirlo tale..."
"Dai non fare l'enigmatico..."
"Non ho ancora le chiavi di casa nuova... Sto ancora da Alberto... Non so se lui sta a casa o da Fra' però potremmo incontrarlo... Cioè non so se ti dà fastidio... Nel senso che lo conosci che tipo è..." Anche la sua versione imbarazzata mi mancava tantissimo.
"Non vedo l'ora di prenderti in giro con Alberto! Ho sentito la mancanza anche di questo..." Sto ancora parlando mentre mi trascina fuori dal palazzo per una mano correndo sul marciapiede.
"Ma che ti è preso..."
"Sono quasi scattati i due minuti dobbiamo almeno entrare in macchina..." E così dicendo sento risuonare felice la sua risata...
Il tragitto fino a casa sua è costellato di non poche difficoltà. I semafori rossi sono stati un problema. File di macchine ci hanno suonato clacson nelle orecchie. Qualche uomo poco romantico ci ha consigliato di prenderci un albergo. Qualcuno decisamente poco educato ci ha fatto anche qualche gestaccio. Tra un bacio e una risata riusciamo a raggiungere il suo portone. Sangio mi schiaccia con il suo corpo contro di esso continuando a baciarmi senza sosta mentre con una mano cerca di inserire la chiave nella serratura. Quando finalmente scatta mi trascina dentro fino all'ascensore. In quel momento mi rendo conto che stiamo per entrare in casa sua. Mi rendo conto di quello che potrebbe succedere a momenti. Un misto di ansia e trepidazione mi invade. Se da un lato desidero follemente riaverlo dentro di me, sentire i nostri corpi muoversi insieme, sentire la mia pelle sulla sua, le sue mani sul mio corpo; dall'altro lato mi rendo conto che sono due anni che non faccio l'amore, che magari lui in questo periodo ha avuto esperienze diverse, con donne magari più belle e più capaci, che magari potrebbe non piacergli più farlo con me. Questo pensiero mi blocca improvvisamente proprio davanti alla porta di casa dei fratelli Damian, mentre Sangio apre la porta con due mani. Si volta verso di me mentre mi dice
"E tutto buio, Abe non c'è!"
La mia espressione deve tradire qualcosa perché lui inclina la testa di lato e mi chiede.
"Ehi! Che succede?"
"Niente!" Gli rispondo troppo in fretta. Lui scuote la testa e si piega prendendomi in braccio.
Velocemente mi conduce in camera sua e chiude la porta. Mi adagia seduta sul letto. Si mette in ginocchio di fonte a me. I nostri visi alla stessa altezza. Quella distanza mi sembra troppa. Quella vicinanza mi sembra troppa. La testa e il cuore iniziano una battaglia folle dentro di me e io riesco solo a guardarmi intorno nella stanza fuggendo a quegli occhi di ghiaccio. Tutto sembra intatto. Noto anche il quadro di sughero che avevamo comprato insieme. Un sacco di nostre foto... e di piccoli ricordi tipo biglietti di treno, di spettacoli, braccialetti spezzati. Il tutto è frammisto a nuovi pezzi di vita che però non conosco. Sto ancora guardando il quadro dei ricordi quando sento le sue dita che, prendendomi dal mento, mi voltano nella sua direzione portandomi di nuovo a perdermi in quegli occhi.
"Che succede?" Mi chiede ancora. Ma questa volta nel suo sguardo non leggo una domanda. Ha un presentimento. Mi conosce.
Alzo le spalle scrollandole appena, cercando un coraggio che non ho per esternare i miei pensieri degli ultimi minuti.
Lui allora mi prende il viso tra le sue mani. Grandi. Aggancia ancora di più i suoi occhi nei miei, sento tutto l'amore represso in questi anni liberarsi da quei fanali. Un timido sorriso nasce sul mio viso spontaneo.
"Dimmi che c'è... Non mi escludere... Ti prego! Non facciamolo più..."
Ha ragione. Siamo stati lontano per troppo tempo perché ci siamo tenuti tutto dentro. Non abbiamo esposto i nostri dubbi, i nostri pensieri. Le nostre paure.
"Ho paura..."
Riesco a dire con un soffio di voce...
"Ho paura che possa non piacerti stare con me... "
"Ma che stai dicendo? Perché non dovrebbe piacermi stare con te, scusa? Proprio stare con te in questo mese mi ha fatto rendere conto di come non mi fosse passata manco per niente..."
"Ok... Sì ma non in quel senso... non so se hai capito..."
Confesso abbassando lo sguardo.
"Cioè pensi che possa non piacermi fare l'amore con te? E scusa come ti viene in mente una scemenza del genere?" Mentre parla fa un mezzo sorriso storto come ad enfatizzare l'assurdità delle mie parole...
"Non è una scemenza. È vero che non hai avuto una fidanzata in questo periodo ma sicuramente avrai dato sfogo ai tuoi istinti andando con bombe sexy che ti ribaltavano dal letto. E io... io ho fatto l'ultima volta l'amore con te... Una vita fa... E che ne so! Magari mi sono scordata, magari non so più come si fa...magari non ti piace più..."
Gli vomito i miei pensieri alla velocità della luce. Quasi urlandoli e quando finisco. Sento una strana pace nel cuore. Mannaggia! Ci si sente così bene quando dici tutte le tue paure senza pensare a niente???
"Ok! Allora dovrei arrabbiarmi lo sai per questa cosa che hai detto... Ma visto che so che sono le tue paranoie a parlare..."
Lo guardo interrogativa stringendogli appena la mano che ha ancora sulle mia guancia quasi appendendomi ad essa.
"Secondo te sono andato in giro a fare sesso con le tigri del ribaltabile?"
Mi chiede sorridendo...
"Giulia, diciamo che non mi preoccuperei di questo. Però se ti fa stare più serena ricominciamo piano piano ti va? Se rimarrai con me, allora... C'è tempo di farlo... "
Mi dice canticchiando una delle sue prime canzoni. Lo stringo forte rendendomi conto di quanto io sia fortunata ad avere al fianco una persona così. Non serve rispondergli, perché con questo abbraccio glielo sto urlando mentre lui strofina il naso sul mio collo.
Dopo essermi sciacquata il viso ed aver infilato una maglietta di Sangio esco timidamente dal bagno trovandolo a torso nudo in bermuda davanti alla cassettiera mentre tira fuori dal cassetto uno smanicato. Guardarlo così dannatamente bello mi smuove qualcosa dentro. L'istinto mi porta a dimenticare tutti i pensieri che mi angosciavano fino a pochi minuti fa. La sua vista ha come annientato quelle paure che si erano annidate come un tarlo nella mia mente. Mi avvicino a lui prima che finisca di vestirsi e da dietro poggio la mia mano sulla pelle della sua schiena nuda. L'elettricità sprigionata da quel contatto accende i miei sensi mandando completamente in corto circuito il mio cervello. Smetto di pensare a tutto. Alle insicurezze, a lui con altre donne, a me che forse potrei non ricordare più come si fa. L'istinto mi guida in un gioco che non mi ero accorta di voler fare. Mi spinge a muovermi guidata dal desiderio di amarlo senza riserve. E allora comincio ad accarezzargli la pelle nuda della schiena. Le mie dita leggere scorrono sulla sua pelle lasciando una scia di brividi. Avvicino le mie labbra alla sua schiena e mentre le dita continuano a disegnare figure immaginarie sulle sue spalle gli bacio la pelle morbida. Delicatamente. Mi muovo con le labbra sulla sua pelle mentre con le dita mi porto davanti, sul torace. Continuo ad accarezzarlo e a baciarlo completamente drogata dalla sua pelle e dal suo profumo. Scendo lungo l'addome. Proseguo il percorso immaginario fino ad arrivare al bordo dei bermuda, soffermandomi sull'elastico. Lo sento sospirare piano. Capisco che gli piace. Ricordo i suoi sospiri. I suoi respiri. Li conosco. Lo faccio voltare lentamente fino ad averlo di fronte a me. Comincio a baciargli le spalle, la base del collo, le clavicole. Ma i baci che gli lascio non sono più leggeri. Sono profondi, gli accarezzo la pelle con la lingua. La assaporo. Freme sotto il mio tocco, trema piano, chiude gli occhi inspirando a fondo. Quando arrivo dietro l'orecchio posa le sue mani sui miei fianchi. Li stringe appena. Percepisco come si stia trattenendo a causa del discorso che abbiamo fatto prima e mi sta bene così. Mi fa sentire libera di fare o non fare qualcosa. Prendo il suo lobo in bocca e comincio a succhiarlo e mordicchiarlo. Sangio non riesce a trattenere un ansimo. Sorrido mentre lo mordo un po' più forte.
"Giulia!" Mi dice stringendomi un po' di più. La sua voce roca carica di desiderio spegne quell'ultima luce accesa nella mia testa. Nell'oscurità di quel luogo le mie paure si volatilizzano come polvere al vento.
Poi allontano appena il mio viso per poterlo guardare. Ha ancora gli occhi chiusi ma sentendomi più distante li riapre. Mi perdo in quel blu dalle pupille dilatate da piacere ed eccitazione.Mi porto sulle sue labbra, senza fretta ma con desiderio. Le nostre lingue si incrociano e si cercano. Si intrecciano e si accarezzano. Gli tiro appena i capelli ancora corti e gli lecco il labbro inferiore per poi succhiarlo e morderlo piano. Ansima nella mia bocca e sento il potere della seduzione crescere dentro di me, ormai libero da quel complesso di inadeguatezza che è stato spazzato via dall'istinto
Gli aggancio una gamba intorno al bacino avvicinando i nostri bacini. Le sue mani iniziano a toccarmi massaggiandomi con passione delicata la coscia fino ad arrivare sul sedere. Lo stringo un po' di più con la gamba avvicinandoci ancora di più. Sento la sua eccitazione prorompente costretta nel bermuda e un fuoco ancora più forte si accende dentro di me. Mi rendo conto di desiderarlo al di sopra di tutto, delle paure, delle paranoie. Mi rendo conto che nulla è più importante di noi due adesso. Mi rendo conto che se mi ha amato per tutto questo tempo non c'è da temere niente.
Abbasso la gamba. Mi stacco appena da lui. Riapre gli occhi. Lo vedo che cerca di riacquisire un po' di controllo. So a cosa sta pensando. Quando sollevo la maglietta per toglierla e rimanere in intimo strabuzza gli occhi sorpreso. Il suo sguardo si sofferma sul mio corpo, su ogni centimetro di pelle, lo sento come una carezza. Poi con le dita delle mani mi sfiora le clavicole troppo in vista, poi si riuniscono al centro scendendo verso lo sterno, infine si separano per andare sotto il seno e accarezzare le costole troppo sporgenti.
Abbasso lo sguardo, perché so di essere troppo magra nonostante questo mese a Roma mi abbia rimesso un po' in sesto.
"Sei bella! Sempre! Ci sono io con te ora, tranquilla..." sollevandomi il mento e incrociando i nostri sguardi. Quegli occhi pieni di amore mi stanno urlando che ci starà davvero con me.
Questa volta è lui a prendermi il viso in mano e baciarmi, lo fa per dirmi che pensa tutto quello che ha detto. Non sa che io lo so già, l'ho letto nei suoi occhi. Mi lascio cullare da quel bacio. I nostri corpi non si toccano, anzi sono appena distanti. Forse è per quello o forse per la cura con cui mi bacia, con cui mi accarezza il viso mentre lo fa, ma ho ancora più bisogno di lui, bollicine si espandono nel corpo mentre un fuoco pulsa dentro di me. Comincio a giocare con l'elastico dei suoi bermuda. Sento la sua pelle dell'addome rabbrividire e il suo bacio farsi più profondo. Mi allontano appena da quel bacio per abbassargli il pantaloncino e lasciarlo in boxer, per poi condurlo vicino a letto. Non parliamo, lo fanno i nostri occhi. Ci stendiamo e ricominciamo a baciarci, stringendoci. Rotolandoci. Invertendoci di posizioni. Accarezzandoci. Non so quanto tempo passa. Le nostre pelli a contatto elettriche mi fanno andare su di giri. Tolgo da sola il reggiseno desiderosa di sentire anche lì il suo contatto, la sua pelle, le sue mani. Da qui fermarsi diventa impossibile, Sangio inizia piano piano a lasciare la delicatezza per fare spazio al possesso. Il suo tocco diventa più deciso, le sue labbra più voraci e quando finalmente raggiungono i miei seni sono io ad ansimare. Forse troppo forte. Ma era troppo tempo che il mio corpo non provava un piacere simile. Quando comincia a succhiarlo ansimo ancora più forte. Lui avvicina un dito alla mia bocca, forse per dirmi di fare silenzio, ma il risultato non è quello sperato. Comincio a leccarlo, e succhiarlo, e morderlo mentre con le mani gli tiro appena i capelli e gli circondo il busto con le gambe. È lui allora ad ansimare troppo forte.
"Ho bisogno di te!" Mi dice continuando a baciarmi risalendo verso il collo mentre con una mano scende lungo l'addome, l'ombelico. Arriva all'elastico dello slip ma si ferma. Al che ondeggio il mio bacino chiedendogli tacitamente di continuare il suo percorso. Ondeggio ancora cercando la sua erezione troppo lontana per poter in qualche modo trovare un contatto per placare la mia eccitazione. Sangio allora prosegue il suo percorso da sopra gli slip.
"Oh mamma! Come stai..."
Mi dice sulle labbra.
"Toglile allora..."
Non se lo fa ripetere due volte. Si porta lungo il mio corpo e fa volare via l'ultimo strato.
I suoi occhi pieni di desiderio sul mio corpo mentre con gli occhi gli chiedo di continuare. Con lentezza avvicina la sua mano alla mia intimità e comincia a massaggiarla. Prima lentamente e poi più veloce. Quando un suo dito mi penetra ansimo ancora. Quando entra anche un secondo quello che esce dalla mia bocca è un verso di piacere e sgomento. Non mi basta più. Voglio lui. Lo voglio adesso. Tutto quello che faccio viene da un bisogno primordiale che ho di lui e che posso solo assecondare.
"Entra, non voglio aspettare..."
Mi bacia mentre un sorriso storto è dipinto contro le mie labbra.
"Nemmeno io, ci siamo aspettati così tanto..."
Quando entra dentro di me, riempiendomi completamente quasi si abbandona su di me come se il suo corpo non fosse pronto a sopportare questa unione. In quell'istante ci lasciamo andare entrambi ad una esclamazione di puro piacere. Perché questo incastro così perfetto è l'unico che i nostri corpi vogliono cercare. Sento l'elettricità sulla mia pelle e piccolissime lacrime di felicità affacciarsi ai miei occhi.
Facciamo l'amore tutta la notte. Contro ogni previsione. Contro ogni intenzione. Fino allo sfinimento. Fino allo stremo. Fino alle prime luci dell'alba quando Sangio crolla su di me.