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Ancora una volta non ho chiuso le tende e il sole alto del mattino mi colpisce in pieno viso svegliandomi. Una serie di ricordi invadono la mia mente. Terrorizzato al solo pensiero potesse essere un sogno mi sollevo di scatto. Mi giro. E forse mi innamoro di nuovo. Giulia dorme nuda a pancia in giù con tutta la sua chioma sul cuscino e le mani sotto di esso. Una gamba è piegata e ricoperta dal lenzuolo che arriva fino alla natica. L'altra gamba è sfuggita al di fuori ed è perfettamente distesa. La schiena nuda e liscia. Vellutata. Il viso è illuminato dal sole e le labbra sono appena piegate come se stessero sorridendo.
Vorrei accarezzarla svegliarla con dolci baci, ma penso a stanotte, al suo corpo esile, dimagrito. Allora mi sollevo per andarle a preparare una colazione decente prima di interromperle il sonno profondo in cui ancora versa.
Infilo il bermuda senza nemmeno cercare i boxer e infilo lo smanicato che ieri non ho fatto in tempo a mettere.
Quando arrivo in cucina mio fratello sta già armeggiando ai fornelli.
"Giorno!" Gli dico raggiungendolo alle spalle.
"Buongiorno a te che non sentirai per niente la mia mancanza quando vivrai per i fatti tuoi!" Mi risponde guardandomi divertito.
"Ma che dici?" Gli rispondo non capendo cosa significhino le sue parole. Sarà che sto ancora mezzo dormendo, che avrò chiuso occhio sì e no 3 ore, che sono intento a cercare il preparato per pan cake dal frigo... Ma davvero sono sconnesso.
"Ho solo un dubbio perché la faccia da ebete mi dice solo un nome ma tutto il casino di stanotte non è da lei..." afferma guardandomi curioso e divertito.
Ok, quando siamo tornati ieri sera era presto ed era tutto buio. Era scontato per me che Abe non stesse in casa e  fosse da Francesca. Anche Giulia deve averlo dato per scontato. Le mie guance diventano viola. Non faccio in tempo a rispondere che sento una voce alle mie spalle.
"Cosa vedono i miei occhi? Due fratelli Damian! Il bello e la popstar ai fornelli. Che donna fortunata sono!" Dice Giulia entrando nella stanza e dirigendosi verso mio fratello per salutarlo.
"La faccia da ebete non tradisce mai!" Dice Alberto mentre Giulia si avvicina a lui.
"Sei sempre il solito deficiente!"
Gli rispondo mentre guardo affascinato Giulia con la mia maglietta addosso venire verso di me.
Mentre si abbracciano affettuosamente il cretino ha deciso di farmi mangiare pane e imbarazzo.
"Hai capito Giulietta..."
Per fortuna Giulia non ha colto le sue parole e subito dopo si avvicina a me per poggiarmi un tenero bacio sulle labbra.
"Mi hai fatto svegliare sola!" Mi dice con il broncio. Quanto mi mancava questa espressione.
"Volevo prepararti prima la colazione e poi svegliarti... Hai dormito poco"
Le rispondo mentre si allontana per sedersi allo sgabello della cucina.
"Chissà perché dormito poco..." Mi suggerisce in un orecchio... "Peccato non abbia chiuso occhio neanche io!"
Quasi mi strozzo per l'imbarazzo a quelle parole.
Mentre preparo due pancake per Giulia, mio fratello si siede sullo sgabello di fronte a Giulia.
"Allora, il Damian senior è capitolato e si sposa!" Giulia comincia subito a scherzare con lui. Vorrei dirle che oggi è meglio evitare, lui avrebbe parecchio con cui rispondere.
"Beh diciamo che dopo tanta insistenza ho deciso di dirle di sì!" Dice Alberto con un sorriso.
Lo so che sarà tutto contro di me ma non resisto.
"Non credergli Giù, l'ha portata nella Loira e gliel'ha chiesto in un castello inginocchiandosi come un cavaliere!"
"Oh ma tu devi smontare così il personaggio da uomo duro che ho costruito con fatica???!!!"
Giulia comincia a ridere spensierata. E la sua risata nella mia cucina è come una dolce carezza al cuore.
"Scusa Abe ma non riesco proprio ad immaginarti come l'uomo duro che vuoi far credere!"
Continuiamo a ridere mentre passo a Giulia il piatto con i suoi due pancake e le porgo la nutella.
"Mmmh mi mancavano i pancake di casa Damian! Ma Francesca? Sei venuto solo stamattina? Dove l'hai lasciata?"
"Francesca aveva una cena di lavoro ieri ma io ho fatto troppo tardi e non sono riuscita a raggiungerla..."
"Ah!" Giulia inizia a processare l'informazione mentre il suo colorito assume sfumature sempre più simili al viola. "Quindi ti sei appena svegliato?" Dice ingoiando sonoramente un boccone.
"Svegliato è un parolone. Presupporrebbe che io abbia dormito! Ma così non è stato!" Dice Alberto allargando le labbra in un sorriso malizioso.
"Tu sei un deficiente! Non c'è nessuno gne gne!"
E comincia a colpirmi con un tovagliolo.
"Eddai! Giù che ne potevo sapere!"
Alberto si alza per tornare in camera sua a prepararsi.
"Vi lascio alle vostre beghe dopo la notte di passione! Chissà se riuscite ad essere più silenziosi quando litigate che quando fate..."
"Sparisci Alberto! Non continuare!" Gli urlo quando lui ormai si è chiuso la porta della sua camera alle spalle.
"Ma davvero??? Ma ti rendi conto! Ma che figuraaaa!!!"
Dice continuando a colpirmi...
"Che figura che??? Dai vieni qua!"
Le dico prendendola dolcemente da un polso e facendola scendere dallo sgabello per farla stare in piedi davanti a me, tra le mie gambe.
"Forse tu non ricordi bene stanotte! Quanto cavolo di casino abbiamo fatto! Mannaggia! Sangio ho urlato mentre tuo fratello era nella stanza affianco!" Dice senza prendere fiato coprendosi il viso imbarazzato con le mani.
"Ehi! Ehi! Ehi! Frena!" Le dico togliendole le mani dal viso e intrecciando le nostre dita.
"Prima di tutto, ricordo ogni attimo della notte appena trascorsa. Abbiamo fatto un gran casino. Ma che fa? Ci ha sentiti Alberto? Ok! Ci prenderà in giro per qualche giorno ma non mi importa! Mi importa che ci siamo ritrovati. Che non mi scappi più! Hai capito?" Le lascio un bacio casto sulle labbra. Lei mi sorride serena.
"Fammi finire i miei pancake ragazzo!" Mi metto a ridere mentre la vedo inforcare un boccone pieno di nutella.
"E comunque mannaggia a te e a che cosa mi fai fare!"
"Veramente io ti avevo proposto di aspettare e di fare con calma... Tu prima entri in paranoia e poi altroché le tigri del ribaltabile!" 
Appena finisco di parlare contemporaneamente scattiamo in piedi e cominciamo a correre, io avanti e lei dietro.
"Monello! Questa ne la paghi!" Corriamo per il salotto come due bimbi. Intorno al divano, al tavolo. Poi corro verso la mia stanza e come sempre mi nascondo dietro la porta. Lei entra convinta! Che baccalà! Non imparerà mai!
La prendo da dietro, dai fianchi e mi butto sul letto con lei, stretti in un abbraccio un po' forzato ma che la fa ridere di gusto. E cavolo se mi piace sentirla.
"Ma perché finisce sempre che mi prendi tu?" Mi dice appena imbronciata girandosi verso di me.
"Perché ti piace essere presa da me! Guardami?" Le dico togliendole i capelli spettinati dal viso.
"Cretino!"
Dice dandomi un leggero schiaffo sul braccio.
"Questo cretino non si è meritato nemmeno un bacino decente del buongiorno! Partiamo male. Malissimo!" Le dico facendo il finto offeso.
"Veramente tu mi hai fatto svegliare sola sola! Non so se te lo meriti..." Viso imbronciato e braccia conserte.
"Ma mi ero alzato per prepararti la colazione... Sei tu che ti sei svegliata troppo presto!"
La stringo un po' più forte avvicinandomela un po' di più.
"Ma il letto era freddo e brutto senza di te!" Confessa con una vocina da bimba e un sorriso quasi impercettibile sul viso.
"Allora forse un bacino me lo vuoi dare?!" Ci sorridiamo come due scemi mentre finalmente ricevo un bacio del buongiorno che merita questo nome. Le circondo il capo con un braccio ripiegandolo quasi a voler nascondere il suo viso mentre con le mani le massaggio la testa. Le sue mani piccole si aggrappano alle mie guance. Le nostre gambe si intrecciano senza malizia ma solo con la voglia di sentirci parte dell'altro. Il suo sapore dolce mi placa e mi rendo conto che starei ore così a baciarla.
"Oh ma ancora non avete finito voi due! Vabbeh io sto uscendo!"
Dice Alberto passando davanti alla mia stanza. Nella corsa io e Giulia non avevamo chiuso la porta. Mi stacco appena da lei scuotendo la testa divertito. La verità è che sono così felice di avere Giulia tra le braccia che le parole di Abe non riescono davvero a farmi innervosire.
"Abe, se vuoi una di queste sere Sangio può spiegarti come fa a farmi gridare così... Sai dovesse servirti!" Non credo alle mie orecchie quando sento Giulia pronunciare quelle parole e guardare Abe con occhi maliziosi.
"Fratello, eri quasi meno fastidioso da depresso! Ciao monelli!" E così dicendo, con un sorriso, esce di casa per raggiungere la sua futura moglie.
"Tagliente questa lingua!" Le dico baciandola voracemente.
"Sai cosa significa?"
Mi dice con occhi luccicanti.
"Io so solo che mio fratello è appena uscito di casa..."
Le dico rotolandomi su di lei che prontamente mi accoglie aprendo le gambe e avvolgendole intorno alla mia vita.
"Non intendevo questo... Ma forse mi va bene uguale..." comincia a baciarmi come solo lei sa fare, assaporandomi in ogni angolo, giocando con la mia lingua e leccando il mio labbro inferiore. Allontanandosi appena per poi ricominciare da capo una danza che vorrei non finisse mai. Piego un gomito vicino la sua testa per tenermi su, mentre con l'altra mano comincio ad accarezzarla da sotto la maglietta.
"Essì, anche perché se devo dare ripetizioni a mio fratello, meglio che io mi alleni..."

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