Giro la testa fuori dal finestrino. Il buio della sera non lascia intravedere il paesaggio che scorre veloce. Ma quello stesso buio sembra rassicurante e cattura la mia attenzione mentre le parole di Sangio che conversa con Fabio risuonano nella carrozza vuota. Sono state due lunghe settimane difficili. Anche per Sangio che per starmi il più vicino possibile si è sballottato tra Roma e Milano prendendo decisamente troppi treni e assentandosi ad un paio di eventi che a dire di Gaia sarebbero stati importanti. Per fortuna erano solo ganci pubblicitari e poco importanti per la musica in sé e la sua arte.
Dopo il problema con Javier mi sono buttata a capofitto nella preparazione delle coreografie dello spettacolo con lo scopo di agguantarmi il posto di prima ballerina. Giovedì scorso abbiamo ballato davanti a Giuseppe quello che dovrebbe essere la base dello spettacolo a cui verranno aggiunti gli assoli e i passi a due dei primi ballerini. Sì è preso qualche giorno per riflettere sull'assegnazione dei ruoli. Giorni terribili. Di ansia. Di angoscia. Con quella solita paura di non essere mai abbastanza. È stato in quei giorni che Sangio è stato capace di fare Roma Milano in giornata più volte. Cercando di non farmi dormire sola. Tornando in tempo per preparare una cena veloce. Abbracciandomi e ricordandomi che non sarà questo successo o insuccesso a definire che ballerina sono e voglio essere. Restando al mio fianco in silenzio. Accarezzandomi i capelli mentre mi addormentavo. Stringendomi nella notte. A volte la presenza fisica di una persona è sottovalutata ma ci sono quelle volte in cui non riesci a buttare fuori tutto quello che ti passa per la testa e l'unica cosa che una persona può fare è partecipare fisicamente alla tua vita. Questa situazione mi ha fatto capire molto dei problemi che abbiamo avuto due anni fa quando eravamo troppo lontani, io troppo sopraffatta da quello che mi stava capitando, lui troppo preso e incastrato nei nuovi successi lavorativi. A volte davvero bisogna avere il coraggio di ammettere di volere solo due braccia che ti stringono, che siano in grado di lasciare il mondo fuori. Già ammettere di averne bisogno ti avvicina all'altra persona. Quello che Sangio ha fatto per me è stato impagabile, soprattutto perché ha capito esattamente di cosa avessi bisogno senza che lo sapessi neppure io.
Poi ieri Giuseppe è entrato in sala prove e ha convocato me e Elena. Il cuore batteva forte nel mio petto. Solo quando ci ha dato la notizia... Ci siamo strette in un abbraccio. Sento ancora le sue parole nelle orecchie."Elena. Giulia. Non ci sono dubbi che voi siate le ballerine migliori della compagnia. Non penso fosse indiscusso che il ruolo fosse per una delle due. Vi dirò che seppur con difficoltà avevo preso la mia decisione. Poi ieri Javier mi ha mandato alcune delle coreografie che ha montato per i primi ballerini. Non sono ancora tutte ma sono estremamente difficili e fisicamente impegnative. Potrebbe essere poco furbo scegliere solo una delle due. Ho deciso quindi che vi incrocerete. In alcune serate Elena sarà prima ballerina e Giulia sarà nel corpo di ballo, nelle altre serate la prima ballerina sarà Giulia ed Elena sarà nel corpo di ballo. È sicuramente la scelta che vi tutela di più fisicamente. Anche se forse meno prestigiosa per il momento... prima o poi una farà le scarpe all'altra. Ma quel giorno non è ancora arrivato!"
In verità sia io sia Elena non eravamo così convinte che ce la giocassimo in modo così palese. Ma soprattutto il fatto di poter lavorare insieme sul ruolo, sull'interpretazione e sulla tecnica ci rende tutto molto più leggero. Quando Sangio mi è venuto a prendere l'ho visto aspettarmi al solito posto, aveva le mani in fermento. Si agitavano nervose senza trovare pace. Immaginava che dopo una settimana avrei avuto il responso definitivo.
Quando sono uscita l'ho investito in un abbraccio felice sommergendolo con la mia risata. Mi sono aggrappata come un koala con le gambe alla sua vita e mi ha trascinata così fino a casa. Abbiamo festeggiato a modo nostro tutta la notte. Era così preso che ha preferito ordinare su Deliveroo rinunciando alla sua teoria di farmi mangiar sano e nutriente."Tutto a posto?"
Gli chiedo quando vedo che chiude il telefono riponendolo in tasca.
"Qualche problema... Ma nulla di grave solo che lunedì mattina devo stare a Milano... Presto!"
"Oh! Colpa mia?" Mi sento subito in colpa per averlo tenuto lontano dai suoi impegni lavorativi.
"Cosa ti viene in mente?"
"La verità! Sei stato super preso da me nell'ultimo periodo e non ho pensato al fatto che anche tu hai i tuoi impegni e le tue scadenze!"
"Sì ho impegni e scadenze ma quello che ho fatto l'ho fatto col cuore, volevo ed era necessario lo facessi... per te! Quindi non ti preoccupare! Mi dispiace solo che dobbiamo rientrare separati e in due città diverse!" Si avvicina per darmi un leggero bacio sul naso.
"Per fortuna abbiamo qualche giorno di pace a casa dei tuoi..."
"Beh sei coraggiosa a definirli giorni di pace..." mima con le virgolette le ultime parole...
"Beh a Vicenza non abbiamo mai avuto problemi con i giornalisti quindi non penso ti debba preoccupare!"
"In questo caso infatti non sono i giornalisti a preoccuparmi... ma i miei familiari..."
"Perché scusa?"
"Amore, ti sei scordata che il 30 dicembre si sposa Alberto?!"
"Mannaggia! Sì mi ero scordata! Ma dove ho la testa?"
"No, Giù avevi semplicemente altro a cui pensare! Ma in ogni caso ci sono diecimila cose da fare. Io sono testimone e vedrai che ci incastreranno in qualcosa!"
Scoppio a ridere divertita. In fondo non ho mai assistito all'organizzazione di un matrimonio. Non mi sono mai trovata con qualcuno così vicino a me che si sposava. La preparazione dei dettagli. Il fermento dei giorni prima. Le piccole ansie che qualcosa possa andare storto e chissà forse anche la paura di una decisione così grande. Rimango affascinata dai pensieri a da tutte quelle piccole emozioni che si possono provare prima e durante un evento così importante senza rendermi conto che siamo praticamente arrivati in stazione.