"Non sta succedendo niente di che vero?"
"No, Alberto tranquillo! Cosa pensi che cambierà? Assolutamente nulla!" Cerco di fargli coraggio perché non sono abituato a vederlo così. Lui è sempre quello che sa cosa fare. Quello che ha la risposta giusta. Quello da cui andare se ti serve un aiuto.
"Infatti niente di niente! La mia vita sarà esattamente come prima..."
"Infatti! Prendi il lato positivo! Non ci sarò più io tra i piedi! Avrai una casa nuova pazzesca, senza fratellino rompicazzo!" Mi fa ridere vederlo agitato, capisco possa esserci un po' di ansia... Ma so quanto ama Francesca. Quanto può essere assolutamente imprescindibile lei nella sua vita. Gli sistemo il papillon e per una volta sono io a dargli uno schiaffetto simpatico.
"Ma se poi mi fa incazzare non posso chiudermi in camera o uscirmene sbattendo la porta come facevo con te..."
"Ma ti sei scemunito? Quante volte litigando con la tua fidanzata sei mai voluto uscire da casa e non fare pace tempo due secondi..."
E mi sa che per dire una parola come scemunito, anche io non sto messo bene...
"Non cambierà nulla?"
"Cosa vuoi che cambi? Non vivete insieme praticamente?! E ogni volta che non state insieme sei insopportabile! Di cosa hai paura?"
"Del cambiamento credo... Ho paura possa cambiare qualcosa, ma non so cosa..."
"Qualcosa cambierà ma sarà più bello..."
In quel momento entra Alessandro, l'altro testimone di Alberto. Istruttore di padel, appassionato di figa per usare le stesse parole di mio fratello. Non ho molta simpatia per lui ma è stato il compagno di banco di mio fratello per tipo tutti gli anni di scuola. Credo che quando sono soli tolga quell'aria da superficialone e si mostri per quello che è. In ogni caso io me ne sono sempre tenuto alla larga. Anche quando scendeva a Roma ho preso sempre le distanze.
"Cazzo, ma Francesca, le damigelle, dove le teneva nascoste???"
Alberto subito si gira a guardarmi vedendomi irrigidito. Le damigelle di Francesca sono le sue migliori amiche Carlotta e Claudia, che lui conosce molto bene, mia sorella Andrea, che conosce ancora meglio, sua sorella, con cui si è frequentato per qualche mese e Giulia.
"Ma dai? Dici?" Improvvisamente vedo l'ora sguardo di Alberto luccicare. Capisco subito che vuole divertirsi. Purtroppo so già dove andrà a parare. Forse lo sa anche Abe. Forse vuole distrarsi dal momento di tensione alle mie spalle.
"Ne sta una... Santo cielo! Sarà una qualche parente credo... Fisico da paura. Due tette sode, senza reggiseno le arrivano in cielo. Vestito con schiena scollata fino al culo. E che culo! Me lo sognerò stanotte!"
"Non penso proprio!"
La mia reazione è immediata. Guardo Alberto e capisco si stia mordicchiando l'interno della guancia per non ridere.
"Ma poi sembrava così tranquilla, come se non si rendesse conto dell'effetto che fa! E ti fa eccitare ancora di più! Devo solo capire come provarci senza farmi accorgere da Antonella! Non sia mai dovesse fare una scenata!"
E così dicendo esce dalla stanza senza darmi il tempo di controbattere.
"Ma dove cazzo va quel pervertito del tuo amico?"
Comincio ad agitare nervosamente le mani... Sentire quei commenti su Giulia mi hanno lasciato completamente inerme. Cioè io lo so che effetto fa sugli uomini perché lo sento su di me. Sentirlo dire a voce alta in modo così mercificante però è un'altra cosa.
"Dobbiamo dire al fotografo di riprendere la scena di quando tra due ore vi ricongiungerete e Ale scoprirà la triste verità dei fatti!"
Quando capisco le intenzioni di quel sadico di mio fratello mi affretto a prendere il telefono.
"Che fai, cretino?"
"Avviso Giulia!" Come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
"Credi davvero che anche se Alessandro dovesse aver il modo di parlarle, lei ascolterà una sola parola di quello che dirà?!"
"Dici?"
"Non eri tu che dovevi tranquillizzare me perché mi devo sposare?!"
"Sì, ma la tua donna è l'unica con cui gli arrapati cronici dei tuoi amici non ci proveranno!" Scoppio a ridere. Guardo il telefono. Lo screen con la foto mia e di Giulia che ho scattato in ascensore un po' di tempo fa... Sfocati, reali, occhi innamorati. Rimetto il telefono in tasca. Abe ha ragione stavolta. Non serve avvisarla. Non serve essere geloso e oppressivo.Quando Abe si posiziona vicino l'altare per aspettare Francesca, io e Alessandro ci posizioniamo sempre sull'altare al banchetto dei testimoni dello sposo. Dopo una ventina di minuti di attesa inizia fuori il fermento e subito un gran vociare ci fa intuire che la sposa sia arrivata. La marcia nuziale suonata dall'organo dà il via all'ingresso delle damigelle. Le prime due sono la sorella di Francesca e Carlotta che sono anche le due testimoni. Poi in ordine vedo Claudia, Andrea, sua cugina e infine Giulia. Bella come sempre. Ha gli occhi che ridono, il sorriso sincero, senza remore, senza nascondere lo spazietto, come lo chiama lei. I capelli sono ondulati, cadono su una fascia di pelliccia ecologica blu che nasconde la parte superiore del vestito. Rimango a guardarla in quei piccoli movimenti, sorridendo anche io quando i nostri sguardi si agganciano.
"Oh! L'hai vista? È l'ultima! Sta guardando da questa parte!"
Continuo a guardare Giulia mentre il sorriso si allarga sul mio viso. Lei abbassa lo sguardo appena imbarazzata quando giunta davanti ad Abe si accomoda nella prima fila di panche dove sono già posizionati mio padre, mia madre e Andrea. Francesca appare in fondo alla Chiesa al fianco di suo padre. Bellissima. In un abito bianco, liscio, un coprispalle di pelliccia. Velo bordato di pizzo e i lunghi capelli scuri alzati dietro la nuca. Arriva sorridente. Raggiante. Felice. Osservo mio fratello guardarla. La bocca appena schiusa, gli occhi brillano persi nella visione che si sta avvicinando a lui. Quando arrivano all'altare, il padre di Francesca viene congedato e dolcemente Alberto le scosta il velo e con una delicatezza disarmante le pone un bacio su una guancia. Quella scena con quella dolcezza, quella delicatezza, i tocchi leggeri mi emozionano. Mi rendo conto di come Alberto non deve temere davvero nulla. Il loro amore parla attraverso i piccoli gesti. I sorrisi, gli sguardi. Perché la vita è fatta di piccole cose che poi insieme giorno dopo giorno ti permettono di fare cose enormi.
Quando finisce la cerimonia io e Giulia non riusciamo praticamente neanche a parlarci perché trascinati da mille cose. Varie fotografie, dei testimoni, delle damigelle, poi Virginia doveva fare la pipì. Andrea non si poteva allontanare ma la piccola voleva andare per forza con una donna in bagno. Non voleva assolutamente Jimmy. Allora si è offerta Giulia. Ma l'operazione non deve essere stata semplice. Sicuramente la monella avrà approfittato della bontà di Giulia per farle scegliere il bagno più bello e più pulito di tutti i bar della piazza del Duomo. Alla fine io vengo trascinato in macchina con i miei genitori perché non riuscivamo a trovare più nessuno nel delirio di gente che si era accatastato fuori dalla Chiesa. La strada per arrivare alla sala ricevimenti è breve se non fosse che mia madre vuole per forza passare da casa per mettere l'allarme che ha dimenticato di inserire quando siamo usciti questa mattina.
Quando arriviamo nel luogo del rinfresco parecchia gente è già arrivata. Veniamo accolti nel piano inferiore di una grande villa antica. Entrando in un enorme ingresso si aprono gli affacci di tanti piccoli salottini a loro volta comunicanti tra loro arredati con comodi divani di velluto. Ogni Salottino ha il suo colore con il suo albero di Natale con addobbi in tinta. Sembra surreale la perfezione di questo luogo. I miei occhi cercano Giulia disperatamente. La vedo nell'ultimo salottino. Quello blu. Sembra perfetto. I suoi capelli in morbide onde si poggiano sulle sue spalle lasciando intravedere la scollatura sul suo seno perfetto. Il vestito di seta scende morbido fino alla caviglia seguendo le linee magiche del suo corpo. Gli occhi hanno un accenno di trucco. Non troppo come piace a me. Le labbra hanno un rossetto nudo. Leggero. La vedo ridere. Ma non come piace a lei. È imbarazzata. Non un imbarazzo di quelli belli. Vado verso di lei e capisco subito il perché. Mi fermo a guardare la scena. Alessandro di fronte a lei le parla cercando di stupirla. Decido che è giunto il momento di porre fine allo scherzo di Abe.
Mi avvicino ai due dalle spalle di Alessandro. Giulia vedendomi mi sorride subito. Le faccio un occhiolino.
"Ciao..." Dico unendomi ai due. I miei occhi sono fissi in quelli di Giulia.
"Ehi Sangio! Tuo fratello non è ancora arrivato?"
"No, Ale! Penso stiano facendo delle foto nel giardino d'inverno della villa. O almeno questo era il programma." Rispondendo ad Alessandro continuo a guardare Giulia. Giulia guarda me con occhi divertiti.
"Chi l'avrebbe detto che sarebbe finito a fare le foto nel giardino d'inverno???" Alessandro ride di gusto di una battuta che in realtà fa ridere solo lui.
"Io l'avrei detto. Essere un po' sottoni è di famiglia..." Risponde Giulia continuando a guardarmi.
"Solo con quella giusta!" Le rispondo. Occhi negli occhi. Alessandro al mio fianco come se non esistesse.
"È sopravvalutato parlare di quella giusta. Alla fine due persone compatibili stanno insieme per condividere la vita, né più né meno..." La risposta cinica di Alessandro mi conferma le impressioni che ho sempre avuto su di lui.
"Beh quella giusta è quella ragazza che puoi chiudere fuori dalla tua vita e fingere non sia mai passata ma invece è sempre lì. E trova il modo di rientrarci. O sei tu che non puoi fare a meno di far rientrare!"
"Ho capito perché sei diventato famoso. Scrivi ste smancerie nelle canzoni e tutti si illudono che siano la realtà..." Non lo ascolto nemmeno. Guardo Giulia. Giulia guarda me.
"Non sono smancerie, però a differenza dei film io non vivo d'amore! Andiamo a cercare una cosina da mangiare, bimbo?"
Solo in quel momento mi giro a guardare Alessandro che con sguardo sgomento mi osserva mentre le prendo la mano.
"Certo! Ciao Ale, a dopo. Siamo allo stesso tavolo mi sa..." E ci allontaniamo.
"Ci stava a provà! Te ne sei accorta almeno stavolta?"
Le dico dopo pochi passi.
"E tu sei venuto a marcare il territorio?"
"Veramente ti ha adocchiato da stamattina. Non faceva altro che fare commenti su di te... Pensa io!"
"Come scusa?"
"Sì ti aveva vista stamattina. Che poi come ha fatto non lo so! Cioè io non ti ho visto e lui sì!"
"E ma io l'ho visto che ciondolava tutto il tempo in giro per i corridoi dell'hotel in cui ci siamo preparati!"
"Vabbeh comunque, ti aveva adocchiato. Alberto non ha voluto dirgli che eri impegnata!" Mimo con le virgolette.
"Perché metti le virgolette... Non sono impegnata?"
"No al contrario! Sei molto più di come si intende comunemente la parola impegnata!"
"Ah... Peccato! Volevo guardarmi un po' intorno!"
"Ehi scema! Non ci provare! Ho fatto anche il maturo che non ti ha avvisato di stargli lontana!" Le dico quasi risentito.
"Come se ti è venuto spontaneo! Come minimo te l'ha detto Alberto!" Subito mi canzona.
"Oh ma come fai? Ok me l'ha detto Abe ma io l'ho assecondato! Ho guardato la nostra foto del blocca schermo e ho capito che aveva ragione! Sono stato bravo, dai?!"
"Insomma!"
"Dai ammettilo!!! Non ho fatto neanche una scenata!"
"Ma sei venuto a marcare il territorio!"
"Oh ma indipendentemente dal territorio, non ci vediamo da ieri e siamo nella stessa città. Sarei venuto da te a prescindere dalla persona con cui parlavi!"
"Forse..."
"Forse?" La mia fidanzata è terribile! Mi fermo e continuo
"Non mi merito nemmeno un bacino?"
Mi fermo di fronte a lei cercando di farle gli occhi da gattino ferito il più credibile possibile... Il suo sguardo sembra inizialmente non lasciar trasparire alcuna emozione fin quando dopo pochi secondi non si apre in un sorriso dolce. La tiro a me e lascio che le nostre labbra si uniscano. Con le mani le accarezzo la pelle liscia della schiena nuda fino alla fine della profonda scollatura schiacciandola appena contro il mio corpo.
"Abbiamo una stanza anche noi in questo posto...??? Ti prego dimmi di sì... Perché io non penso di poter dormire a casa dei miei dopo averti tenuto affianco tutto il giorno con questo vestito addosso..."
"Vai a vedere che mi metto il burqa..."
"Non serve... Ma mi basta sapere che stasera non dormo nella cameretta di casa dei miei genitori!!!"
"Ma che cretino che sei! Forse sei salvo... Ma non mi hai ancora portato a mangiare qualcosa..."