Digito velocemente un messaggio da inviare a Gaia in cui le chiedo di venire con il Van al ristorante perché sto per essere braccato.
Quando vado fuori un capannello di tipo 20 ragazze mi si fionda addosso. Le loro voci mi stordiscono. Si sovrappongono senza farmi capire nulla. Qualcuna mi fa i complimenti per la mia musica, qualcuna mi dice quanto sono bello, e un po' ci rimango male. Nel senso non che non mi faccia piacere ma spero sempre che arrivi più il resto che il mio aspetto esteriore, del quale mi interessa relativamente. Mi chiedono del tour e del disco. Mi dicono quanto amino Perso nel buio. Sto per esalare un sospiro di sollievo rendendomi conto che non mi hanno chiesto nulla di Giulia o comunque della ragazza con cui stavo pranzando. Ma purtroppo non è così. Gaia scende dal van e mi manda Piero per districarmi nel caos dei fan, ma in quel momento un ragazzino che avrà circa 15 anni mi tira dalla giacchetta e mi fa
"Quella ragazza che stava dentro è la tua fidanzata? Era così bella!"
Tutti lo sentono. Io piego leggermente la testa a guardarlo. Gli sorrido. Non rispondo, non è il momento. Ricomincia un frastuono di domande legato alla "ragazza nel ristorante" ma per fortuna Piero mi salva e mi porta nel van.
Quando entro vedo Gaia contenta di vedermi. Alla fine lo sono anche io. Spero che le incomprensioni degli ultimi giorni di appianino perché sono felice e non mi piace avere tensioni. Mi avvicino a lei e le dò un bacio su una tempia scompigliandole appena i capelli.
La vedo sorridere mentre entriamo in van.
"Buongiorno popstar! Allegro oggi, nonostante l'assalto!"
"Mamma mia, Gaia! Sono settimane che riesco ad evitarli e, a parte i post e le storie di Veronica, non mando un segnale di vita manco a pagarlo. Se lo meritavano. Si meritano tutto! Anzi Mannaggia devo parteciparli in qualcosa ultimamente!!!" Rifletto rendendomi conto di quanto sia stato evasivo con i miei fan nell'ultimo periodo troppo preso da altri aspetti della mia vita.
"Beh sicuramente Veronica sarà contenta se movimenti un po' tu il tuo profilo, senza far fare tutto a lei!" Dice sorridendo soddisfatta.
"Sì, avete ragione! Sono stato preso ultimamente!" Dico con un soffio di voce mentre scrivo a Giulia un veloce messaggio per chiederle se è tutto ok e avvisarla che mi hanno liberato. Poi guardo l'ora e velocemente le aggiungo che sono proprio un baccalà a scriverle perché sicuramente ha già ricominciato.
"Non voglio disturbare il tuo umore, ma mi hanno consegnato le domande dell'intervista di oggi. Le ho lette..." Mi dice con gli occhi bassi, un po' amareggiata, mentre mi passa un foglio.
Lo afferro e scorro velocemente le domande. Alzo la testa dal foglio una volta finito di leggerle e con sguardo interrogativo le domando
"E quindi? Cosa dovrebbe disturbarmi?"
"Beh le hai lette tutte?" Mi chiede incerta.
"Sì tutte, mi sembrano le solite domande..." Rispondo non capendo di cosa stia parlando.
"Ci sono molte domande personali, anzi forse più del solito! Se vuoi quando arriviamo chiedo loro di sostituirne qualcuna..."
Mi dice velocemente con sguardo in parte preoccupato ma a tratti sorpreso.
"Stai calma Gaia! Non preoccuparti! Me la vedo io! Rilassati! Ti vedo agitata!" Le dico ridendo. È vero: ci sono molte domande personali e non amo spiattellare la mia vita. È vero anche che in passato ho sclerato per molto meno. È vero anche che sapere di avere Giulia al mio fianco mi dona una serenità che mi fa vivere tutto con leggerezza. Anche le domande fastidiose.Quando arriviamo nella sede dell'appuntamento ci accoglie una giovane donna, meno di 30 anni. Capelli scuri sulla spalla, troppo trucco, vestita in modo forse troppo serio per la sua età. Percepisco nel suo sorriso tirato un desiderio di essere presa sul serio in quel mondo. Nonostante la giovane età. Percepisco dal modo in cui si muove un pizzico di insicurezza ma anche di trepidazione. Forse è nuova. Forse sta ancora mostrando le sue capacità. Mi rilasso vedendo di fronte questa donna con troppi pensieri in testa. Forse ora ne ha più di me. Mi lascio condurre verso un grande tavolo con due poltroncine poste al centro di una grande stanza dai colori neutri mentre Gaia si ferma sul divano di fianco alla porta.
"Buon pomeriggio a voi. Ben arrivati. Sarò io a condurre l'intervista. Sono Giulia."
"Fatalità!" Dico a bassa voce.
"Cosa?" Mi chiede. Ma cosa mi è successo ultimamente??? Tutto scemo sono diventato e ora che mi invento?
"No, scusami sono io che sono un rompiscatole. Mi lamentavo del caldo. Ma forse mi sono coperto troppo stamattina quando sono uscito di casa." Mi sento un gatto in caduta libera sugli specchi.
Dopo i convenevoli mi dice
"Allora se sei pronto cominciamo..."
"Sono pronto!" Dico con il sorriso.
"Allora Sangiovanni? Hai detto tante volte che questo nome te l'ha ispirato tua mamma ma quanto Giovanni c'è in Sangiovanni?"
"Beh tutto! Pensa che i miei amici più cari mi chiamano Sangio... Io sono sempre lo stesso. Lo sono sempre stato." Fin qui tutto bene. Mi avranno fatto cento volte domande di questo tipo. Non so perché continuano. Non si sono stancati di sentire la stessa risposta. Nel senso, non è una cosa che piò cambiare.
"Beh sicuramente questo il tuo pubblico lo sa bene e la tua musica è amata anche per questo. Perché è sincera. Ma come è iniziato tutto?"
"Tutto è iniziato perché ho scoperto che se mettevo su carta i miei pensieri mi sentivo meglio. Poi per caso uno di questi pensieri è diventato una canzone. E da lì è cominciato tutto..."
"Hai mandato un demo a Fabio, il tuo primo manager, e così sei stato scritturato. Sei entrato nella tua casa discografica con cui hai fatto ben due dischi e sta uscendo il tuo terzo. Cosa puoi dirci?"
"Non molto. Posso dirvi che uscirà tra poco. Posso dirvi che ho in programma un tour a giugno. Cose belle insomma... Anzi se vuoi uno spoiler che non sa nemmeno la mia manager... Stamattina ho scritto un pezzo!!!"
"Ma dai? Stamattina? Prima di venire da noi??? Immagino tu non possa dirci nulla... Ma nella tua musica abbiamo notato degli importanti cambiamenti proprio nel mood. Per riprendere le tue stesse parole, sembra davvero di essere sulle giostre. Come mai?"
"Beh io scrivo sempre quello che vivo quindi se ho una giornata no, il pezzo che scriverò rilascerà quel tipo di emotività; viceversa, se sono felice scriverò qualcosa che descriverà quella felicità."
Le domande continuano sulla mia arte fino a quando, alla fine, non arrivano le domande più difficili.
"Beh ora domande di rito: sei felice in questo momento?"
"Assolutamente!"
Rispondo con fermezza.
"Bene e quindi non cambieresti nulla nella tua vita ora come ora?!"
"Niente di niente!"
"E in amore come procede? Hai avuto una storia importante che si è conclusa anni fa poi sulla tua vita sentimentale sono state fatte solo insinuazioni. Oggi l'amore nella tua vita c'è o non c'è?"
"Beh l'amore è la cosa più importante al mondo. Non c'è mai stato un giorno senza amore nella mia vita in realtà. Però è chiaro che a seconda di come lo vivi quell'Amore cambiano le tue giornate e tutta la tua vita. Non so se mi sono spiegato."
"Se vuoi ti dico cosa leggo dalle tue parole..."
"Dai provaci!" La incoraggio.
"Beh che nella tua vita hai sempre avuto qualcuno da amare, la differenza sta nell'essere ricambiato o meno. È questo che te lo fa vivere diversamente..."
"Mi avvalgo della facoltà di non rispondere!"
"Ma non vale! Almeno dicci ora come lo vivi quell'amore?" Dice lei fingendosi offesa ma in realtà sorridendo.
"Da Dio, una favola! Ahahah! Bene, bene, lo vivo bene."
Quando mi rendo conto di quello che ho appena detto scoppio a ridere. Anche la giornalista scoppia a ridere.
"Lo sai vero che non posso omettere questa parte?" Mi dice divertita con una leggera ombra sul viso. Forse teme che io possa farle una richiesta del genere.
"Mi è scappato, ma è il tuo lavoro. Tranquilla! Non te lo chiederei mai, però basta con domande private. Mi sa che oggi ho già detto abbastanza!" Conscio di essermi messo da solo in gabbia.
"Guarda se vuoi possiamo anche fermarci! Domani farai il servizio fotografico. Penso siano stati presi già accordi!"
"Ok! Ti ringrazio! Non infierire troppo se riesci!" Provo a chiederle nella speranza che si limiti a riportare i fatti senza condirli più del dovuto.
"Promesso che non lo farò."
Ci salutiamo e quando mi volto verso Gaia la sua espressione è cupa e smanetta con il telefono come se stesse cercando qualcosa. Faccio finta di nulla. Le dico che possiamo andare mentre controllo l'orologio. Sono ancora le 5 e mezza. È stato tutto molto più veloce del previsto. Forse con il mio finale travolgente ho dato abbastanza per poter scrivere un articolo di pagine e pagine. Mi ha proprio rincitrullito quella ballerina. Anzi due volte visto che uso una parola come rincitrullito!!!
Comunque lei non sarà a casa prima delle 7 quindi chiamo Luca andando verso il van.
"Oi! Che fai? Dove stai?" Gli chiedo prima che possa parlare.
"Oh Sangio, sto uscendo ora dall'ufficio della Beretta!!!"
"Pure il salame ai malati vuoi dare?" Lo canzono come sempre.
"A parte che non fanno solo salame... E poi non è che tutti i malati non possono mangiare e stanno a dieta! Uagliò, ma quante volte te lo devo dire???"
"No no, hai ragione!" Ammetto. Non lo voglio innervosire. P
"Tu dove stai? Sei per caso riemerso dallo Stabile's World???"
"Cretino! Ho appena finito un'intervista! Birretta da me?" Ma io che dico cretino?!
"Ok vengo!"
"Se arrivi prima fatti dare le chiavi dal portiere come sempre!"
"Sperando ci sia lui e non sua moglie! Quella c'ha na faccia strana! Secondo me è tipo una serial killer!"
"Ma che dici??? Scrivo anche a Francesca!"
Chiudiamo il telefono mentre sto entrando nel van e digito velocemente un messaggio a Franci che oggi in teoria non aveva da registrare. Metto il telefono in tasca e mi rilasso sul sedile alzando lo sguardo di fronte a me.
I miei occhi incontrano quelli di Gaia. Ma se in genere mi rivolge uno sguardo che va dal rassicurante all'entusiasta, dal languido al sereno, oggi siamo molto lontani da queste emozioni.
"Che c'è?" Le chiedo.
"Quando pensavi di dirmelo?" Mi chiede su due piedi con gli occhi pronti a incenerirmi.
"Vabbeh non è la fine del mondo! Abbiamo parlato di altro prima. Ma non ti preoccupare la canzone te la giro subito!"
"Cosa cavolo centra la canzone adesso?" Strabuzzò gli occhi. Davo per scontato fosse innervosita perché non le avevo detto del pezzo nuovo.
"Beh perché scusa, cosa avrei dovuto comunicarti se non che ho scritto una canzone?"
"Sangio ma tu sei tutto sconnesso! Ma davvero! Non scherzano i fan!" H un n sorriso amaro esce dalla sua bocca mentre io continuo a non capire.
"Gaia, non ho voglia di fare l'indovino. Anche perché recentemente ho scoperto che mi viene di merda! Quindi se vuoi dirmi che hai..." Sono divertito dalla situazione. E cavolo mi rendo conto che se una conversazione del genere l'avessi avuta mesi fa con lei sarei impazzito dal nervoso.
"Stai con qualcuna! L'hai detto alla giornalista, ti hanno visto i fan e i social sono colmi di video di te con questa."
In quel momento la mia unica preoccupazione è non rendere subito pubblica la sua identità, non per me chiaramente. Per lei e per quel tizio. Quello che ci prova. Non vorrei le crei problemi.
"Hanno capito chi è?"
"No, la penombra e i video di scarsa qualità non l'hanno consentito. Ma magari dovevi dirmelo!"
"Gaia, perché? Cioè te lo avrei detto qualora ci fossimo trovati a parlarne. Non l'ho nascosto ai fan. Alla giornalista. Perché avrei dovuto farlo con te? Ma non sentivo la necessità di dovertelo dire per forza, subito o cose così!"
"Chi è?"
"Domani la vedi! Però per ora non pubblicizziamo la sua identità. Potrebbe avere dei problemi!"
"Pensavo di contare un minimo di più!" Lo dice con un filo di voce e i sentimenti che mi nascono nel petto sono molteplici e discordanti.
"Gaia, sei la mia manager, sei una buona amica. Oggettivamente hai accompagnato un momento difficile della mia vita e ti voglio bene! Ma non capisco come posso averti offesa. Cioè ci siamo visti 10 minuti prima dell'intervista. Tra l'altro abbiamo per lo più parlato di lavoro! Dai! Non ha senso! Lo sai anche tu!"
Mi pronuncia un ok quasi sussurrato per poi rimanere in silenzio. Guardando fuori dal finestrino vedo che siamo praticamente arrivati. Approfitto allora per cambiare argomento.
"A che ora è lo shooting domani?"
"Alle 9,30! Mi avevi chiesto di farlo presto!" La sua voce è diventata neutra. Non so come elaborerà tutte queste informazioni. Spero nel migliore dei modi.
"Sì, hai fatto benissimo! Quindi per che ora devo farmi trovare pronto!"
"Beh passerei per le 8! Così una ventina di minuti per arrivare, poi un'oretta per prepararti, capelli e cose così! Gli outfit te li ho mandati via mail!"
Continuiamo a programmare lo shooting di domani, lei si rasserena un po' e così anche io mi sento un po' più tranquillo quando scendo dalla macchina per raggiungere casa.
Lo so che come dice Franci chiunque si sarebbe accorto che io non avevo intenzioni amorose con lei ma forse avrei dovuto tenere di più le distanze. Anche l'affetto che mi dava forse avrei dovuto rifiutarlo per non darle false speranze. Ma in quel periodo come potevo??? Anche un abbraccio, per quanto non dalle braccia giuste, mi aiutava a mettere da parte quel vuoto che mi opprimeva.