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Quando io e Chiara arriviamo a Villa Borghese siamo completamente sfatte.
"Guarda non so davvero come devo fare con Deddy! Cioè davvero capisco che è venuto da Milano ma mica è venuto solo per me. Cioè pure se un weekend non facciamo la coppietta romantica possiamo sopravvivere!"
"Tu eri quella che pensava di accollarsi... E invece si accolla lui!" Le dico ricordando i primi tempi in cui temeva di poter risultare appiccicosa.
"Oh alla fine si tratta di una scemenza!" Continua a parlare non badando a nulla.
"Comunque potevi farlo venire oggi..." Se è di Deddy che dobbiamo parlare almeno vediamo se riesco a rasserenarla un po'.
"No ma mi ha fatto innervosire quindi inizialmente ci avevo pensato ma poi ho cambiato idea..."
Dimenticavo quanto fosse testarda...
"Magari viene lo stesso..." le suggerisco,  in realtà lo spero. Non penso di farcela a sopportare una giornata intera di lei che si lamenta di Deddy. Per carità la amo, ma quando si fossilizza su una cosa è impossibile distoglierla.
"Non gli ho mica detto dove siamo! Ero troppo nervosa... se ci penso un po' mi dispiace in realtà... ma fa nulla! Magari se mi chiama glielo dico!"
"Ahahah! Sei terribile!" Mah, chissà forse ho qualche speranza!
"Lo so! Ma tu perché sei così stanca? Jet lag?" Mi chiede.
"Boh forse! Ma tanto lo sai che l'insonnia non mi dà pace.. poi non avevo neanche una tisanina di accompagnamento!" Immediatamente penso a come mi sono addormentata. A Sangio che mi parlava. Mi suggeriva di rilassarmi, di pensare a un posto. Un posto qualsiasi in cui sono serena, felice. Il posto in cui volevo essere. E io ho pensato al mio posto. Anche se non avrei dovuto. Ma la sua voce non aiutava.
"Povera... Ma alla fine ti sei addormentata? Io sono crollata proprio..."
Razionalmente cerco di tornare in me.
Devo dimenticare queste sensazioni perché non torneranno più.
"Sì sì alla fine sì..." mi volto di scatto sapendo che potrei arrossire. Non voglio farmi vedere così suscettibile dopo che nella serata di ieri sembrava fosse andato tutto liscio.
"Comunque non ci siamo portate niente da mangiare! Come pensi di fare un picnic, scusa?" Mi dice Chiara.
"Vabbeh ora ci buttiamo un po' sul prato e poi cerchiamo una rosticceria qui vicino per prendere qualcosa..." le suggerisco.
Lanciamo una coperta sul prato e ci stendiamo su guardando il cielo. Le nuvole rincorrersi. Come quando eravamo bambine.
"Ho un po' paura se penso a domani... nuovo lavoro, nuova vita..."
"Giù, sei una forza della natura quando balli! Hai sacrificato tutto per questo! E non devi avere dubbi nemmeno per un attimo. Domani sará un giorno come un altro. Solo che invece di essere dall'altra parte del mondo sarai qui con noi."
Quando sento dirle che ho sacrificato tutto per la danza ho un brivido dietro la schiena. Non esistono parole più vere. Da quando sono entrata in sala la prima volta ho capito tutto. Ho capito che sarebbe stata la mia vita. Il prezzo da pagare è stato alto, soprattutto negli ultimi anni. Tante volte ho avuto dei ripensamenti per questo. Perché magari non serviva essere così lontana per realizzare questo sogno. Ma anche nella danza la mia insicurezza cronica l'ha fatta da padrona. Non sono mai andata via da quella compagnia per paura di non trovare qualcosa in Italia. Chiaramente qualcosa che, anche se non fosse all'altezza, almeno si avvicinasse. Ecco perché alla fine alla prima occasione buona che ho avuto non c'ho pensato un secondo di più!
Anche se ho dovuto aspettare forse troppo e intanto qualcosa è andato perso. Per sempre.
Stese su quella coperta. Occhi chiusi al sole che ancora caldo ci accarezza. Parliamo. Passerà un'ora o forse due. Improvvisamente il sole si oscura. Quel calore piacevole sulla pelle viene a mancare e sto per aprire gli occhi quando sento
"Guarda guarda chi c'è qui!" È la voce di Deddy.
Scoppio a ridere quando girando la testa verso Chiara e aprendo gli occhi vedo la sua espressione sorpresa e divertita.
"E tu che ci fai qui?" Gli chiede tirandosi su.
"Bah facevamo un giro e mi era sembrato di vedervi in lontananza..."
In quel momento sento sghignazzare e, voltandomi, vedo Sangio, Aka ed Evandro accasciati uno sopra l'altro e capisco che qualcosa non è andata come Deddy vuol far credere. Comincio a ridacchiare anche io mentre mi sollevo per salutare gli altri e lasciare un po' di privacy ai due. Avvicinandomi mi prendo due abbracci, uno stritolante da Aka e uno più dolce da Ev, mentre lascio un bacio veloce sulla guancia a Sangio.
"Qualcosa mi dice che gliel'hai detto tu.." gli dico nell'orecchio soffermandomi un attimo. Lui ride dolcemente facendo scontrare le nostre tempie.
"È entrato come una furia in camera mia... Se non gli dicevo dove poteva trovarla avrei trascorso una pessima giornata. Arrabbiata?" E nel chiedermelo si allontana appena facendo incontrare i nostri occhi. E cavolo come possono essere sempre così belli.
"No, veramente glielo avevo detto di avvisarlo ma la conoscete come è!!!"
Mi rivolgo a tutti per prendere un po' di distanza da quegli occhi. Da lui.
"Comunque ve lo dico. È l'una e mezza. Io ho fame e farei decollare sto picnic."
Aka è sempre stato il più affamato di tutto il gruppo. Io e Chiara ci guardiamo e scoppiamo a ridere.
"Che mi sono perso?" Deddy, quasi  terrorizzato, sembra un cucciolo indifeso.
"Amore, non abbiamo niente da mangiare..." gli dice Chiara.
In quel momento Deddy, Aka ed Evandro si girano contemporaneamente verso Sangio, che si gratta la testa compiaciuto.
"Ma si può sapere come cazzo hai fatto?" Esclama Evandro.
"Ma vai a vedere che ha vinto la scommessa!! Ma non ci credo..."
Dice innervosito Deddy.
"Di che parlate?" Domando mentre vedo Sangio poggiarsi sulla coperta e aprire uno zaino che aveva in spalla.
"La pop star ha scommesso con Deddy che era meglio prendere da mangiare perché voi sicuramente non avreste avuto nemmeno un pacchetto di cracker" dice Evandro.
"Deddy invece asseriva che Chiara non potrebbe mai uscire senza avere un pranzo ben organizzato!" Aggiunge Luca.
"Diciamo che mi sono lasciata trasportare dal momento e non c'ho pensato!" Ammette Chiara con un sorriso.
"E lo so.." conferma Sangio mentre tira fuori dallo zaino panini e pizzette, patatine, una busta con delle olive, pistacchi, una vaschetta con delle mini mozzarelline poi prende ancora del formaggio tagliato a cubetti e del salamino. Ha pensato a tutto.
"Luca, prendi le bibite dal tuo zaino." Dice ad Aka il quale prende il suo zaino o lo svuota da birre, acqua e coca cola.
"Sangio sei la mia salvezza! Diciamo  che questo lato di Giulia non mi mancava affatto!" Ride Chiara.
"Ohhh ma che vuoi tu??? Ti avevo detto che potevamo comprarci qualcosa!!!" E intanto mi accomodo sulla coperta rubando un pezzetto di formaggio.
"Non ti abbuffare con quello che lo so che ti piace... Ho preso i biscotti al cioccolato!" Mi dice Sangio.
E non lo so perché ma mi si scalda il cuore. Vedere come mi conosce. Come sapeva che avrei trascinato Chiara non curandomi del mangiare. Come ricorda i miei gusti. Il formaggio che mi piace. I biscotti al cioccolato. So che non vuol dire nulla. Lui è così di natura.  Ama fare del bene. Far stare bene gli altri. Non significa nulla.
"Sapevo che tornare in Italia avrebbe avuto molti risvolti! Domani primo giorno in sala mi farò una risata quando non riuscirò nemmeno a saltare perché starò ancora digerendo questo pranzo." In realtà stiamo parlando solo noi due. Deddy e Chiara sono intenti a coccolarsi e Aka e Ev stanno litigando con un telo che non riescono a stendere sull'erba a causa di un venticello che si è alzato.
"Non dire scemenze. Ti ho vista ieri che sei dimagrita."
Ecco ancora... i suoi occhi su di me. Mi guardano il corpo. Sorridono ma mi ammoniscono. Lui era sempre quello che controllava che io mangiassi e che rispettassi una dieta sana, orari giusti e tutto il resto. È vero. Da quando lui non c'è, tutto è più confuso anche nella mia alimentazione.
"Sì forse un po'..." ammetto a bassa voce.
"Si sarebbe dovuto preoccupare di più di questo.." parla in modo un po' risentito e non capisco tanto cosa voglia dire.
"Chi?"
"Chi ti stava attorno.." e mi sorride. Questa volta  è diverso. Quasi triste. Quasi dispiaciuto. Ma a parte questo sembra ci sia un muro che non mi permette di leggerlo al 100% come ho sempre fatto. Sembra voglia proteggere qualcosa o nasconderlo.
Vorrei capire di cosa stia parlando ma arriva Deddy a prendere un panino con la mortadella buttandosi addosso a me e facendomi quasi cadere di lato su Sangio. Piano piano si uniscono gli altri e cominciamo a mangiare.
Procede tutto tranquillamente e serenamente. Dopo aver mangiato ed esserci rilassati, tutti stesi sulle coperte, sentendo i trip di Evandro che guarda le nuvole con Aka che continua ad aver fame e Deddy che non trova pace in nessuna posizione.
"Visto che sei venuto ad importunarmi mentre stavo con la mia ama, ora mi porti a fare un giro sulla barchetta al laghetto!" Dice Chiara tirandosi su e trascinando anche Deddy in piedi.
"Facciamo una gara con le barchette!!! Dai tanto ormai il romanticismo è andato... Chiara! Dai! Facciamo 3 squadre!" Aka prende l'iniziativa. Negli anni è diventato sempre più buffo.
"Le squadre sono facili: io e Chiara perché ho fatto tutto sto casino per raggiungerla non potete mettermi con Aka lamento. Solo il sarcasmo di Ev può sopportare Luca; anche perché, se Sangio finisce con Evandro, va dritto dritto dallo psichiatra. Sangio e Giulia voi tanto siete in pace no?"
Dice Deddy in un lungo discorso complicato che si capisce da solo...
Io lo guardo convinta, accettando la proposta e ci incamminiamo a prendere le barche.
Quando arriva il nostro turno di salire sulla barca Sangio mi precede.
"Sono scoordinato ma anche tu sei un po' imbranatella e combina guai... mi sacrifico io per primo!" E così dicendo sale sulla barca per poi girarsi verso di me e porgermi una mano per aiutarmi a salire. Quando la afferro, riconosco quel contatto come casa. Quasi tremo ma l'instabilità della barca riesce a nascondere la mia reazione. Istintivamente sorrido guardandolo e, con il suo aiuto, salire sulla mini imbarcazione è semplice. Il noleggiatore ci spiega brevemente come funziona ma io sono completamente su un altro pianeta. Non riesco a recepire una parola e so già che me ne pentirò.
Ad un certo punto, senza che mi accorgessi che aveva finito di parlare, ci spintona via verso il centro del laghetto dove Deddy e Chiara sono intenti a farsi dolci effusioni. Io tengo stretta tra le mani questi remo ma continuo a guardarlo  interrogativo. Ma Mannaggia!!! Lo sapevo che dovevo essere più attenta. Come aveva detto che funzionava?  Prima in avanti e poi in dietro o il contrario?  Uffa! Comincio a remare scegliendo a caso il verso senza sapere dove mi porterà. Ovviamente è il lato sbagliato e la barca comincia a fare dei cerchi in mezzo al lago spinto dalle nostre remate opposte.
"No Giù' è dall'altro lato!"
"Ah nel senso che il verso è sbagliato?"
"Sì ma non ti preoccupare continua così..."
"No Vabbeh faccio come è giusto..." peccato che entrambi invertiamo il senso e la barca sembra posseduta perché ricomincia a fare cerchi su l lago. Cominciamo a ridere. Di gusto. Serenamente. Sonoramente. Come io non facevo da due anni...con lui.
"Siamo spacciati, arriveremo ultimi!!!"
"Vabbeh basta divertirsi! Però mi spieghi bene come devo girare sto remo?"
"Giuli ma l'ha appena detto..."
"E vabbeh ero distratta..."
"Da che??? Siamo nel bel mezzo del nulla!"
E mi dà un buffetto sotto il naso ... come faceva sempre. E io come sempre chiudo gli occhi e arriccio il naso.
"Scema che sei.."
"Alloraaa da dove la facciamo partire sta gara?" Urla Aka. Con queste parole cominciamo la nostra competizione scherzosa. Io e Sangio arriviamo ultimi. Passiamo tutto il tempo a ridere. Ovviamente io avevo continuato a non capire un cavolo di quello che dovevo fare. La prima spiegazione era stata surclassata dal contatto con la mano Sangio, la seconda da lui stesso che mi spiegava, con quell'espressione dolce che prima riservava solo a me, cosa fare. Chissà a quanti la riserverà ora.
"Come diavolo fai a imparare 30 mila coreografie e non scordartele per mesi e poi non riuscire a remare!"
"Ou non avevo capito bene come si facesse..."
"Ma sei una banana??? Te l'ho spiegato!"
"Ma ero distratta! Uff!"
E lo guardo dritto negli occhi. Io glielo sto dicendo che è colpa sua se mi distraggo...
"Sei sempre la stessa! Solo più bella! Anche se più magra! Ma per quello risolviamo in poco tempo!" Così dicendo mi porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"E tu sei diventato un borbottone livello Aka!"
"No, lui è livello pro!!!!"
Quando scoppio a ridere incatenando i nostri occhi ancora una vota, il suo cellulare squilla. Lo prende e guarda lo schermo.
"Devo rispondere, scusa!"
"Oi, Gaia allora?"
Sento la voce di quella Gaia parlare a raffica: ogni parola è uno schiaffo. È un ricordare come nel bene o nel male quella donna abbia preso in fretta il mio posto.
"No, se prima di venerdì non ho nulla non salgo. Se serve qualcosa vado in studio da qui!"
In realtà dall'altra parte del telefono lei parla animatamente è da come Sangio le si rivolge, non sembra dolce o comprensivo. Ma è passato così tanto tempo che potrebbe essere cambiato nel suo approccio. Quello che ho visto vale più di  mille conferme. È vero che nessuna loro notizia è trapelata dai giornali di gossip quindi potrebbero avere un rapporto aperto e libero con pochi sentimenti investiti. Fatto sta che la scena di lei e Sangio abbracciati che entrano nel portone di quella che era casa mia è troppo nitida nei miei occhi.
"Gaia, ma lo sai che devo cercare casa qui! Se già normalmente non amo venire a Milano per non far nulla figurati se ho cose da sbrigare qui!"
"Sì, arrivo giovedì sera. Penso con il solito ma ti mando conferma. Un bacio, ciao scemotta" e così facendo chiude il telefono.
Quell'atmosfera rilassata di prima si è ormai spezzata.
"Casa?" Gli chiedo rimanendo sul  vago...
"Abe si sposa! Lasciamo casa tra 2 mesi, devo trovarmi un posto dove stare."
"Ma dai che bello! Sono contenta per loro!"
"Beh alla fine stanno insieme da una vita. Ci sta, no?"
In quel momento torniamo a riva. Non sono mai stata così felice. Finalmente scendo da questa prigione. Non aspetto che sia lui a scendere per primo con lo scopo di farmi aiutare, ma mi lancio fuori. Raggiungo Chiara e con la scusa di dover recuperare i mie genitori dall'aeroporto scappo via. Lontano da lui.

La sera sono a casa mia dopo aver trascorso la serata con i miei e mi sto preparando una tisana rilassante quando mi arriva una notifica...
S: Sei scappata e non abbiamo deciso che biglietti del treno prendere giovedì.

Come per magia dimentico Gaia. La telefonata. La scena che da 18 mesi mi assilla. E lo so che durerà poco. Lo so che verrà a bussare ancora alla mia mente.
E lo so che non ha senso. Lo so che non dovrei ma intraprendo una conversazione infinita con lui. Con lui che è l'unico che continua a farmi battere il cuore anche solo con un messaggio.

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