"Allora? Sì può sapere il perché di tanta urgenza??? Mi hai fatto saltare un appuntamento... diciamo intimo!" Mi dice Francesca sorridente davanti ad una birra mentre siamo seduti nel pub di fronte la nostra sala di registrazione.
"È tornata!" Lo dico con un filo di voce.
"Ah!" Beve un lungo sorso di birra. So che sta pensando come affrontare l'argomento. "E tu?"
Solo questa domanda. La più difficile di tutte.
"Io faccio finta che sia la cosa più normale del mondo ma sto impazzendo..." Ammetto finalmente ad alta voce.
"Dai! Racconta tutto!"
E comincio la mia descrizione. Del compleanno di Tanc, della chat notturna, della domenica a Villa Borghese. Della gara in barca, dell'incontro casuale fuori dalla palestra, della spesa al supermercato. Di come abbiamo cucinato insieme, di come tutto si è spezzato con quella telefonata. Del viaggio in treno. Lei che dormiva su di me, il suo risveglio, il nostro rimanere in quella bolla che forse in alcuni momenti sembra che riusciamo a creare ancora...
Le dico quanto è più bella ma troppo magra, quanto mi è mancata, ma questo lei lo sapeva già. Lo leggeva nei miei occhi anche se non lo dicevo.
"Giò, sai vero cosa sto per chiederti?" Mi interrompe.
"No, non lo so... ma se fai così ho paura!" E con lei non ho paura davvero perché so come sa essere una buona ascoltatrice senza farti sentire in difetto.
"È tutto bello bellissimo ma tu cosa pensi di fare?" Eccola.
"Che ne so? Quello... quello l'ha chiamata..." In realtà non significa nulla, ma lei sa che per me è molto di più.
"Giò, ma non sai nulla di loro. Non sai che rapporto hanno. Non c'hai mai parlato..." Cerca di mostrarmi il suo punto di vista.
"Cosa dovrei dirle scusa? Sai volevo sapere se stai insieme a quello..." Le rispondo quasi disperato.
"Cazzo sì, se ti fa stare meglio!" Mi si avvicina minacciosa sbattendo una mano sul tavolo.
"Lo sai che se mi dovesse dire di sì non starei affatto meglio..."
"Ma se ti dicesse di no.."
"Io li ho visti..."Le ricordo ancora una volta. Mi ricordo ancora una volta.
"Sì hai visto, ma quante volte mi hai detto che spesso con i ballerini lei aveva un rapporto di amicizia molto fisico per una questione di condivisione ma senza malizia..."
"Io ho visto gli occhi di quello..." e in quel momento rivivo quella scena davanti ai miei occhi.
"Embè? Tutti vediamo gli occhi di Gaia... ma comunque non è mai successo nulla..." Continua insistente a cercare di farmi vedere le cose da un'altra angolazione.
"Lo so, ma era passato un mese. Un mese e quello... e lei rideva..." Eccomi, ciao sono il solito sconnesso incapace di fare un discorso normale quando si tratta della mia ex fidanzata!
"Giò quante volte abbiamo riso noi? Non significava che tu non stessi soffrendo..."
Rimango fermo a guardare la birra davanti a me.
"Penso solo che tu ti stia nascondendo dietro questo Claudio per paura..."
"Paura? Di che?" Le chiedo.
"Paura di starci ancora male. Paura di sbagliare. Paura di rimanere fregato... e ti dirò di più... hai avuto paura anche quella volta. Anche se volevi riprendertela, avevi paura.." ora è dolce, sa quanto mi possa far male parlare del passato.
"Franci ma era un casino.."
"Vi siete autosabotati... lei voleva fare la sua arte come te, ha avuto la sua occasione lontano e se non se la fosse presa avrebbe finito con l'odiarti. Fino a quando non ha trovato la sua alternativa, giustamente, non è tornata. Le bastava sapere che c'eri, ma a volte non era così semplice per te. Tu hai temuto di non essere abbastanza, di non riuscire a darle quello che lei voleva da lontano e le tue paranoie ti hanno inculcato la paura che lei non sarebbe più tornata..." Continua a parlarmi con dolcezza, raramente abbiamo affrontato questo argomento in maniera così profondo. Finivo sempre col chiudermi e lei gettava la spugna.
"Potrebbe esserci qualcosa di vero..." Ammetto sconsolato.
"Giovanni, qualcosa??? In questi mesi hai continuato ad amarla in silenzio sperando che il resto del mondo non se ne accorgesse. Le rare volte che sei uscito con qualcuna è stata una catastrofe annunciata.." Mi ricordo gli ultimi appuntamenti e sorrido amaramente.
"Ma perché non mi hai detto nulla prima? Di tutto questo?"
Chiedo sorpreso da tutto quello che mi ha detto. Anche Abe mi aveva detto che ci eravamo sabotati ma solo perché gli eventi non hanno aiutato. Effettivamente anche lì gli eventi erano solo una scusa. Ero frustrato dalla lontananza. Dal fuso orario e dal pensiero che, se lei avesse avuto un problema, non poteva chiedere aiuto a me perché troppo lontano o perché semplicemente era notte fonda. Ero frustrato dal sapere che lei avesse una vita in cui io non ero incluso. E temevo questa mia non inclusione potesse durare per sempre. E non solo...
"Hai ragione. La lontananza mi ha ammazzato. Mi ha frustrato pensare di non esserci per lei. Ma forse ancora di più che lei non ci fosse per me. Quando le ansie mi prendevano dovevo vedermela da solo. Magari da lei era tardi e non volevo disturbarla. Soffre pure di insonnia. Più passava il tempo meno soluzioni vedevo. Non mi sentivo abbastanza e non la sentivo abbastanza.
Ma ora cosa è cambiato? Lei è tornata ma..."
"È tornata per restare?" Mi chiede.
"Sì per restare..."
"E allora?"
"Ma se un giorno dovesse partire ancora cosa cambierebbe?" Mi sento un bambino che chiede delle banalità a sua mamma. Franci mi guarda con dolcezza proprio come una mamma.
"Cambierebbe tutto: questa volta conosci la differenza... la vita con lei e senza di lei... Hai capito cosa ti aveva mandato in corto circuito. Sai cosa è successo nella tua testa, puoi trovare una soluzione prima di scoppiare. Giò devi smettere di pensare, fatti portare dal vento, dalle emozioni, dall'istinto.."
"Allora sabato registriamo eh?" Cambio di botto argomento. Sino abbastanza provato da questa conversazione. Non che pensassi andasse diversamente...
"Beh penso non ci sia momento migliore per concludere quel pezzo!" Mi dice sorridente.
"Hanno detto però che non sanno se vogliono inserirlo o no nel disco.." Sono un po' triste al pensiero che il nostro pubblico potrebbe non sentirlo.
"Solo perché Fabio non l'ha ancora sentito..." Azzarda lei.
"Ma sei così convinta che sia così forte???" Rido finalmente.
"Quel pezzo parla di te, di me e di noi. È verità liquida. Impossibile non amarlo, vedrai."
"Gaia non si è espressa..." Le dico.
"Gaia aspetta il momento in cui ti concederai ma non ha capito che non avverrà mai!" E questa volta ride lei. Di gusto bevendo un sorso di birra.
"Forse ho sbagliato a non mettere dei paletti all'inizio. Forse avrei dovuto essere più chiaro..." Ammetto il mio errore.
"Sì tutto quello che vuoi ma se ti sei scansato da lei ubriaco marcio in casa tua senza occhi indiscreti... pure lei poteva fare 2+2..." E butta giù dell'altra birra...
"Oggi le ho detto che ci vediamo direttamente allo shooting domani..."
"Verrà da te.. Devi dirglielo chiaramente!" Ecco l'ora lo ha parlato...Il campanello squilla. Incessante. È un suono fastidioso e forse per colpa delle troppe birre di ieri sera con Franci mi verrebbe da urlare. Mi sollevo che sembro uno zombie e arrivo alla porta col telefono in mano che segna le 7:45.
Francesca ti odio! Ma come fa ad avere sempre ragione???
"Ma che cazzo! Devo essere pronto alle 9:30 che necessità c'è di svegliarmi così presto??"
Dico aprendo la porta a Gaia che entra in casa mia felice saltellando.
"Buongiorno pigrone! Allora? Pronto!"
"Ma non eravamo rimasti che venivo con un'auto e che ci saremmo visti direttamente lì? Che ci fai qui?"
Mi rendo conto di aver usato un tono un po' scorbutico, ma davvero non è possibile.
"Ho pensato che potevamo fare colazione insieme..." Mi dice abbassando appena lo sguardo.
"Gaia, preferisco dormire di più che fare colazione insieme." Le dico senza far trasparire alcuna emozione.
"Ma lo facciamo quasi sempre..." prova lei.
"E io quasi sempre ti dico che non serve. Ti dico che ci vediamo direttamente dove abbiamo appuntamento ma tu insisti. Per carità siamo amici oltre che collaboratori, ma mi piacerebbe esser interpellato e non così..." Forse dopo due anni è tardi per fare questo discorso. Bene o male le sue attenzioni mi hanno fatto anche bene in alcuni momenti. Ma è giusto che capisca che per me rimangono lì.
"Così come..."
"Così che vieni a casa mia a quest'ora mentre sto dormendo."
Mi seggo sullo sgabello. Cerco di riprendermi per spiegarle cosa sento senza che possa rimanerci male.
"Sto cercando di dirti una cosa e magari fino ad ora non sono mai stato abbastanza convinto nel dire."
"Cioè? Cosa vuoi dirmi? Che non posso venire a casa tua?" Mi domanda un po' sulle sue. Forse comincia a capire.
"No, certo che puoi; però noi siamo collaboratori e nel tempo siamo diventati anche amici. Se rimaniamo con un appuntamento io mi aspetto quello. Non che vieni a casa mia senza avvisarmi. Per dirti: se fossi stato con una ragazza?" Le domando facendole intendere che potrebbe succedere. In fondo se non è mai successo non è perché lei fa parte della mia vita, ma perché qualcuna non è mai uscita.
"Ah! Sei con una ragazza?"
"Ora no! Ma la prossima volta se cambi il nostro appuntamento avvisami ok?" Non so se ha capito. C'ho provato!
"Ok!" La vedo con occhi straniti. Ma stanotte dopo aver parlato con Franci mi sono detto che se lei avesse avuto ragione e davvero Gaia si fosse presentata da me, avrei cercato un modo carino per creare un minimo di distanza in più.
"Dai prepara il caffè io vado a farmi la doccia"
Quando entrò in doccia prendo il solito bagnoschiuma ma oggi l'effetto è diverso. Forse ho capito un po' di cose e rivederla mi ha messo comunque una felicità che non pensavo di poter provare ancora. Quando torno in cucina, Gaia ha fatto il caffé.
"Beh e le fette biscottate?" Le chiedo.
"Ma se poi le fai sempre mangiare a me! Non hai mai fame!" Mi dice. Come se per una volta ha fatto caso a come mi comporto davvero evitando attenzioni non richieste.
"Eh ma oggi sì!"
E così prendo dalla dispensa biscotti, fette biscottate e marmellata e dò inizio alla mia giornata.
Essì perché oggi quel profumo non mi chiude lo stomaco ma mi fa fremere nell'attesa di sentirlo ancora stasera.