Siamo in ascensore e Giulia mi sorride dallo specchio. Prendo il telefono e scatto una foto attraverso di esso. È un attimo, un secondo di noi rubato alla quotidianità
"Sei un bimbo monello" mi dice "sarà tutta sfocata! Non hai avuto il tempo nemmeno di mettere a fuoco..."
Mi sporgo su di lei facendola andare un po' all'indietro cercando di baciarla "Bimbi sfocati allora" le dico sulle labbra. Non è importante che sia una bella foto, quello che conta è catturare l'attimo. Questo momento qui.
"Comunque ieri ho scritto un pezzo..." Le dico con soddisfazione.
"Hai visto che sei un bimbo monello! Non me l'hai ancora fatto sentire. Pensi davvero di trattarmi come una qualsiasi???" Mette su quel broncio dolcissimo che è la ragione principale per cui la prendo in giro.
"Scema... te la faccio sentire in treno mentre torniamo a casa, ok?" È spontaneo dirlo. Mi viene così come se fosse ovvio.
"Casa? Quale casa?"
Mi chiede con occhi furbi e luccicanti.
"La tua, quale se no?!"
"La mia, ovvio!"
Usciamo dall'ascensore e le stringo la mano. Poi mi fermo un attimo,
"Lo so che hai detto che non vuoi uscire da porte di servizio e cose così... Ma prima mentre finivi di prepararti ho guardato giù. C'è un sacco di gente... Poi se vuoi uscire da lì ci metto un attimo a chiamare Gaia... cioè a me interessa stare con te!" Penso ogni parola che le ho detto. Farei un bagno di folla se lei me lo chiedesse. Ma una cosa è tenere una relazione nascosta, una cosa è metterla in pasto alla stampa e ai fan ossessionati. Già prevedo articoli di ogni tipo. Io non sono uno che si espone, che mette il suo privato in bella mostra. Io metto me stesso nella mia musica. Non è solo una questione di privato e pubblico ma qualcosa di più. Non so spiegare ma è come se qualcosa non vorrei venisse esposto. Mi sta bene che si sappia, ne sono felice ma questo è sufficiente. Non serve si sappia altro.
"Sei un bimbo monello e anche un po' baccalà! Non voglio uscire dalle porte di servizio senza di te, voglio poterti prendere per mano come adesso... ma quei bagni di folle di giornalisti anche no!!! Passo volentieri... Ok?" Mi guarda e scoppia a ridere forse nel vedere il mio sguardo sollevato.
A passo svelto andiamo verso la piccola porta che conduce verso la casa del portiere e sul retro. All'esterno non ci sono giornalisti, evidentemente non conoscevano questa uscita per fortuna. Troviamo il van e prontamente lo raggiungiamo entrando.
Gaia vedendoci mi guarda esterrefatta.
"E di lei che ne facciamo?"
"Che ne facciamo un corno! Viene con noi! Dove pensi debba andare?" Chiedo innervosito. Ma che razza di domande fa?! Cioè davvero credeva che l'avrei lasciata in casa? Poi non le avevo detto che dobbiamo rientrare a Roma?
"Che fa, scusa, resta 4 ore in van? Per me non c'è problema, se sta bene a lei!"
Sento la mano di Giulia stringersi intorno alla mia. Sento il suo disagio di trovarsi di fronte a tanta ostilità. A prescindere dai desideri reconditi di Gaia, come pensa io possa avvicinarmi a lei se ha questi atteggiamenti. Vorrei urlarle in faccia e capire cosa le frulla in quella testolina, ma soprattuto chiederle perché diamine sta parlando di Giulia come se non stesse con noi in questo momento. Ma per una volta provo a essere razionale senza scontrarmi a muso duro. Anche se non è affatto nel mio stile.
"Gaietta ti pare che sta 4 ore in van? Tanto ormai l'hanno ripresa ovunque e qualcuno ha anche capito chi è... A sto punto scende con noi! Potreste anche conoscervi un po'. In fondo insieme a Francesca avete il monopolio delle chiamate al mio cellulare, più di mia madre. A proposito, cavolo, mia madre! La devo chiamare." Prendo velocemente il telefono digitando il nome di mia madre e inviando la chiamata. Mentre il telefono mi squilla nell'orecchio avvicino la mano di Giulia alla mia bocca per darle un piccolo bacio. La sento inclinare appena la testa verso la mia spalla senza poggiarla completamente. So che le parole di Gaia l'hanno ferita ma so anche che per una volta forse sono riuscito a trovare una giusta via d'uscita. Piego anche io la testa verso la sua facendole scontrare in un gesto di complicità e supporto che forse in questo momento capiamo solo noi.
"Mamma!" Cerco di dire con voce allegra.
"Giò finalmente! Come stai? Dove stai? Che stai facendo? Riesci a dedicarmi più di 30 secondi, oggi?" Una raffica di domande mi investono non appena mia madre risponde al telefono.
"Sì, mammina abbiamo 5 minuti!" Le rido nelle orecchie "Sono a Milano, sto andando a fare uno shooting, sto bene! Lì tutto ok?" Cerco di rispondere a tutte le sue domande.
"Sì certo qui tutto ok! Dai passami Giulia!" Mi dice con autorità.
"Ma che ne sai te?!" Le chiedo sorpreso.
"Dai, passamela!" Continua ad insistere così io sbigottito la prendo in giro.
"Ecco quella che voleva parlare con me! Alberto lo meno quando torno a Roma! Tieni vuole te!" E passo, divertito, il telefono a Giulia.
Lei mi guarda appena confusa e poi scoppia a ridere. La risata risuona in macchina come una musica frizzante.
"Pronto, Lidia! Come stai? Tutto bene? Da quanto tempo!"
Sento mia madre parlare a raffica.
Vedo lo sguardo di Giulia disteso. Qualunque cosa le stia dicendo mi scalda il cuore vederla serena nonostante il piccolo dramma di pochi minuti fa.
"Non so come sta messo tuo figlio ma io il venerdì alle 7 in ogni caso finisco quindi per me non ci sono problemi! Vediamo la pop star qua che deve fare! Ahahah"
Dopo pochi saluti chiudono il telefono. Io la guardo sconvolto.
"Ma ti pare? Prima mi dice che le dedico pochi secondi e poi vuole parlare con te!!! Che poi che ne sa???" Sono ancora stupito dalla piega che ha preso la conversazione che ho avuto con mia madre.
"Ma se dalla prima volta lo sai che Alberto fa la spia!!!" Mi dice scrollando le spalle per l'ovvietà della constatazione.
"Ho capito ma pensavo al massimo con papà!" Ma effettivamente dopo l'altra volta papà se la sarà cantata per non prendersi l'ennesima sgridata da mamma.
"Vabbeh comunque vuole sapere se andiamo a Vicenza uno di questi weekend. Dice che non vai da due mesi!"
"Ha ragione. È da quando sei tornata più meno che non vado!" Ammetto soddisfatto. In realtà mi piace farle notare quanto sia stato importante per me che lei sia tornata.
"Bimbo monello! Vorrà dire che ti ci porto io a casa!" E mi dà un piccolo morsetto sulla guancia prontamente sostituito da un bacio.