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"Manny ma che ore sono in Italia??" Risponde allegra Elena.
"L'una passata..."
"E cosa ti è successo che mi chiami di notte?" Mi chiede come se sapesse già cosa voglio dirle.
"È successo che se non parlo con qualcuno esplodo!"
"Dai muoviti! Racconta che ha fatto stavolta?" Ecco vedi che già lo sa!
"Ha fatto che mi confonde... Allora diciamo che potresti avere ragione per quel che riguarda Gaia!" Cominciamo con le buone notizie, per quanto significhi ammettere che comunque almeno in parte mi ero sbagliata.
"Come come come??? Non ho sentito bene!" La solita che gongola quando le dò ragione.
"Dai cretina! Ho sentito una conversazione e decisamente tra loro ora non c'è nulla. Ora, in passato non so cosa può esserci stato ma ora sicuramente non c'è niente."
"Però?" Non so come faccia ma riesce a capire dal mio tono che qualcosa mi lascia perplessa.
"Però... c'è una che non ho capito che ruolo ha... Si chiama Francesca e ho sentito una conversazione anche con lei. Sono usciti ieri sera insieme e con lui è stato decisamente più dolce."
"Vabbeh ma anche in questo caso non significa molto. Dimmi cosa ti turba..."
"Siamo venuti in treno e mi ha fatto dormire su di lui, poi quando mi sono svegliata siamo rimasti tipo abbracciati. Ed era così normale. Era così bello e poi anche stasera..."
E ripenso alla serata appena conclusa...

"Ti va di fare una passeggiata? Magari ti accompagno a casa a piedi..." Aka si è defilato subito dopo aver finito di cenare asserendo un impegno importantissimo per la start up. Un cliente da agguantare ad un evento.
"Ok! Non ho voglia di tornare a casa..."  Ammetto sincera.
"Allora camminiamo un po' dai!"
"Lo shooting?" Gli chiedo.
"Bello! Poi devo ammettere che mi diverto un sacco. Quella roba di cambiarmi i vestiti! A volte mi fanno mettere delle cose assurde! A volte scelgo io! Poi anche fare le foto, scherzare. Fare le facce buffe! Mi piace..." Inizialmente era impacciato quando li faceva. Mi ricordo che tornava sempre un po' imbarazzato, ma immagino che ormai c'abbia fatto l'abitudine. E poi ha sempre amato la moda...
"Beh ma poi ti hanno anche intervistato o erano solo foto?"
"No, no mi hanno intervistato. Quella parte è meno bella. Ci provano sempre a farmi domande sulla mia vita privata ma ormai sono diventato bravo a svicolarle. Io voglio parlare della mia arte... Lo sai..."
"Lo so! Ma credo sia normale qualche domanda..."  Gli ricordo che essendo un personaggio pubblico deve aspettarselo un po' di quel tipo di curiosità.
"Boh non so! Però per dirti sarei stato più felice di spoilerare che domani vado in sala a registrare un pezzo fighissimo... che rispondere a domande su eventuali donne che mi affibbiano per scoprire quanto di vero c'è nei gossip..."
"Quindi domani registri?"  Gli chiedo curiosa. Mi rendo conto di quanto mi manchi condividere la sua arte.
"Beh sì... Registro... Sono in ansia come sempre ma non vedo l'ora..."
"Che pezzo è?"
"Beh è molto diverso da quello che ho fatto in passato. Non so se hai sentito le ultime che ho pubblicato ma diciamo che erano un mood più allegro. Questa non è triste ma diciamo che è personale... tanto..."
"Beh sei sempre personale quando scrivi... hai sempre messo te stesso nei tuoi pezzi..."
"Beh, questa lo è in un modo un po' diverso... poi quando lo sentirai capirai..."
"Fai il misterioso..."  Mi volto verso di lui. Mamma che bello che è.
"Un po', non ti piace..." Mi sorride mentre mi parla e mi guarda aspettando che il semaforo diventi  verde per farci attraversare la strada.
"Beh! Mi piaceva leggerti..." Non riesco a sottrarmi a quel suo sguardo. E ora mi sembra di leggerlo di nuovo. O meglio mi sembra di ritrovare quegli occhi che mi dicevano quanto aveva bisogno di avermi vicino. Ma non so se vuole davvero dirmi questo.
"Forse devi solo ricordare come si fa..."  I nostri sguardi ricominciano a danzare intrecciati. E ora sono sicura che voglia davvero avermi vicino. Che voglia davvero essere il mio libro aperto.
"Allora dovrò fra un po' di allenamento..." mi metto a ridere. Voglio togliere un po' di imbarazzo. Non so nemmeno io come siamo finiti così. Ho paura di travisare tutto. Ho paura che per lui sia solo affetto quando io invece sono sicura di ciò che provo. Di ciò che ho sempre provato. È da ieri che non faccio altro che rimuginare su quel giorno a Milano. Se solo mi fossi fermata per capire. Se fossi andata da lui. Per l'ennesima volta sono rimasta in silenzio a lasciar correre gli eventi senza essere parte attiva della mia vita. E ora sono in uno stato di indecisione perenne, in cui mi sento delusa da un passato di cui fondamentalmente non ho più certezze a lottare contro quell'istinto che mi ha sempre condottò tra le sue braccia.
"Allora la cena con i capi ieri? Come te la sei passata?" Mi chiede.
"Benone! Molto carini entrambi! Giuseppe lo conoscevo già ma Javier è davvero gentilissimo..."
"Ma dai? Essere gentili con te? Come ha potuto??" Scherza dandomi una leggera spallata.
"Cretino! Non ti sei accorto che non ero morta di fame??? Mi ha portato il pranzo e si è fermato con me per farmi compagnia..."
"Vabbeh ci sta provando!" Il suo sguardo è tra il compiaciuto, il divertito ma noto anche un leggero risentimento.
"Ma quando mai... non mi conosce nemmeno!" Allora gliela dò io una spallata leggera che lo muove appena.
"Per te non ci prova mai nessuno. Te lo devono scrivere proprio in grande..." e mentre me lo dice si accascia su di me abbracciandomi. Continuiamo a camminare parlando di cose diverse scherzando. Lui mi prende tra le braccia diverse volte. Io mi appendo al suo braccio e gli tirò il naso.
Quando arriviamo sotto casa mia mi sistema un ciuffo di capelli dietro le orecchie. Mi sorride.
"Quindi domani non torni a Roma... Registri!" È un'ovvietà ma non voglio salutarlo di già.
"Eh no! Registro! Poi resto a Milano tutta la settimana per capire come gestire un po' di cose..." I suoi occhi fissi nei miei. Il mil cuore batte veloce come se fosse la prima volta che mi lascia sotto casa. Che mi saluta, che mi tocca i capelli.
"Ok!" Non respiro. Ho paura di illudermi se dico che sto leggendo i suoi occhi di nuovo.
"Tu torni giovedì?" Attorciglia una ciocca di capelli intorno ad un dito mentre continua a guardarmi dritto. Sento il cuore esplodermi nel petto, sento le orecchie fischiare mentre i nostri occhi di parlano come se non avessero mai smesso di farlo.
"Sì tutti i giovedì..." mi si secca la gola
"Allora a giovedì..." e mi posa un bacio delicato sulla guancia. Forse non respiro. Ci guardiamo un'ultima volta prima di convincermi a distogliere lo sguardo per dirigermi dentro il portone.

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