chapter 12

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Sono le otto e venti, e tra poco Carter dovrebbe arrivare.

<<Che fai qui?>> domanda Cam, vedendomi in cucina.

Cazzo. Non posso dirgli che sono qui per aiutare Cass per l'appuntamento con Carter. Andrebbe su tutte le furie e farebbe di tutto per non farla uscire.
Non voglio mentirgli, ma non voglio nemmeno che venga rovinata la serata alla mia amica.

<<Devo fare un lavoro di storia con Cass>> rispondo, sperando che ci creda.

<<Stai mentendo.>>

<<No Cam, dico davvero>> com'è possibile che capisca pure quando gli mento? Non se ne è mai accorto nessuno.

<<E ovviamente lei fa questo lavoro tutta truccata e sistemata? Mad, non raccontarmi cazzate>>

<<Cam, perfavore.. Lascia perdere>> rispondo, andando subito da Cass, in modo da non potergli lasciare il tempo per rispondere.

<<Se ne è accorto, vero..?>> chiede Cass, una volta entrata in camera sua.

<<Sospetta qualcosa, ma stai tranquilla che il tuo appuntamento con Carter non salterà, anzi, andrà benissimo>> le sorrido, spero davvero che sia così..

<<Tu con Cam?>> domanda, mentre guarda qualche vestito che le ho portato.

<<Te l'ho detto, Cass.. Stiamo legando abbastanza..>>

<<Mi riferisco al bacio di oggi>>

E lei come lo sa?

<<Non ci siamo baciati, a dire il vero>> le rispondo, cercando di non farmi prendere dalle emozioni.

<<Eddai Mad.. Quando mio fratello è tornano a casa ha chiamato subito Carter e gliel'ha detto>>

Bussano alla porta, e per fortuna il discorso finisce lì.

<<Cazzo, è Cameron. Non c'è nessun altro in casa>> dice Cass, con il labiale.

<<Cam sono nuda. Non entrare>> invento la prima cosa che mi passa per la testa.

<<Non m'interessa>> e in meno di un secondo, è in camera. <<E quindi li fate così i lavori di storia.. Tu dove cazzo pensi di andare? Con Carter?>> alza la voce.

Mi sto facendo prendere dal panico e non ho la minima idea di come fare per calmarlo o per portarlo fuori da qui.

<<Cam, io..>>

<<No, Cassandra. Prima mi rovini la vita, e adesso vai a fare la troia con i miei amici? Vaffanculo>> urla Cam.

<<Vieni con me>> lo prendo per mano e lo tiro fuori dalla stanza, chiudendo la porta.

<<Che cazzo fai?>> alzo la voce. Capisco il suo dolore, ma non può trattare Cass così. Non è colpa sua!

<<Vaffanculo, Madison! Mi hai mentito per aiutare quella deficiente! Avete davvero pensato di farla franca? Ho sentito quando le hai detto che il suo appuntamento con Carter sarebbe andato bene>> sta gridando come un matto, e comincia ad avere le lacrime agli occhi.

<<Cam, ti prego. Non dire certe cose.. Lei non ti ha fatto niente. Anzi, ha cercato di avere un rapporto con te, ma l'hai sempre respinta. Non hai la minima idea di quanto la faccia soffrire questa cosa>>

<<Non me ne frega un cazzo di lei, tanto meno di te. Vattene>> stringe i pugni dalla rabbia, e io vorrei soltanto scoppiare a piangere dal nervoso.

Non so perché, ma quel tanto meno di te mi ha causato un vuoto dentro.

Ho le lacrime agli occhi. <<No, lei stasera uscirà.>> rispondo, cercando di trattenere le lacrime e torno in camera di Cass.

Dal piano di sotto sento solo un fortissimo rumore di piatti rotti, ma ora come ora, non m'interessa niente. Spero che si calmi velocemente.. Non voglio che l'appuntamento di Cass e Carter salti per colpa sua.

Sospiro e vedo Cass appoggiata al letto con degli stracci sulle braccia. <<Amore..>> vado verso di lei.

<<Io non ce la faccio>> singhiozza. <<So che mi ritiene colpevole per la morte di sua madre, ma io non ho fatto niente>>

<<Cass, hai detto bene, tu non hai fatto niente>> non riesco a trattenere le lacrime. <<Adesso medichiamo questi, ti prego>>

Dopo circa mezz'ora Sam è molto più tranquilla e serena.

Indossa una gonnellina che le ho portato e una camicia bianca, molto semplice e fine.
È truccato come al solito, e tiene i capelli legati in una coda alta. È stupenda, davvero.

<<Mi ha scritto Carter.. È qui sotto>> dice, e leggo subito l'ansia nei suoi occhi.

<<Io porto Cameron in cucina, tu cerca di uscire velocemente>> le dico, tenendole la mano.

Usciamo dalla stanza e vado nel salotto. <<Puoi venire con me, perfavore?>>

Fa cenno di sì e andiamo in cucina.

<<Prima che tu possa dire qualcosa, volevo chiederti scusa. Non è vero che non me ne frega un cazzo di te, Mad>> mi cinge la vita delicatamente.

Basta un suo tocco per farmi perdere la testa.

<<Lo so.. Erano parole dettate dalla rabbia>> rispondo, accennando un sorriso e nel mentre, la porta si chiude.

Cameron si irrigidisce subito e cambia immediatamente espressione.

<<Ormai è andata, non puoi fare niente>> spero con tutta me stessa che non perda il controllo di nuovo.

<<Ho bisogno di te, Mad>> dice, portando la testa indietro.

A quelle parole, riconosco il vero Cam. Ok, sarà uno stronzo quando vuole, ma ne ha passate tante e ha solo bisogno di qualcuno che gli voglia bene veramente.

<<Sono qui, Cam>> lo abbraccio, e ci siamo solo io e lui. I pensieri, le paranoie, spariscono.

È strano quando una persona è in grado di farti dimenticare tutto.

A smorzare quel bel momento che si era creato, è proprio un messaggio di Jack.
'Ei, dove sei? ;)'

'A casa di Cass, tu?>>

'A casa di Cameron, volevi dire'

Sospiro. 'È casa di entrambi' rispondo e metto via il telefono.

<<Come va con Natasha?>> chiedo.

Perché gliel'ho chiesto? Cosa me ne frega?

<<Alti e bassi. Sinceramente mi sta stancando>>

Finalmente se ne è reso conto.
Cam merita molto di più.

<<Ah.. Mi dispiace>> mento.

<<Non è vero. So che non ti dispiace affatto>>

Sospiro e scuoto la testa ridendo.

<<Via, si è fatto tardi. Devo andare>>

<<Va bene, ci vediamo domani, Mad>> si avvicina nuovamente a me. I nostri visi sono talmente vicini che basterebbe pochissimo per baciarci. Si avvicina alle mie labbra ma si ritrae subito. <<Scusa>> dice.

my biggest disasterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora