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Jimin's pov
-non posso credere che stia accadendo-dissi sorridendo più felice che mai, sembrava un sogno che finalmente stava diventato realtà.

Avevo davanti l'amore della mia vita, il ragazzo che mi piaceva da mesi ormai. Era qui, davanti a me, più o meno.

-finalmente potremo stare insieme per sempre e vivere per sempre felici e contenti-continuai il mio monologo, osservando la persona che avevo davanti sorridendo come un bambino a Natale che riceve il giocattolo che desiderava.

-taemin io ti amo-dissi avvicinandomi a lui cercando di fare congiungere le nostre labbra in un bacio che avevo atteso da mesi che sembravano diventati quasi anni. Ero così felice, finalmente avrei baciato il ragazzo che amavo, sembrava davvero un sogno che diveniva realtà.

Proprio mentre ero immerso nel mio mondo e mentre le mie labbra si stavano avvicinando alle sue, venni bruscamente interrotto da qualcuno che mi beccò con le mani nella marmellata.

-ma che fai sfigato?-sentii dire all'improvviso alle mie spalle riconoscendo bene la sua voce. Sapevo perfettamente che fosse lui, il ragazzo che mi piaceva in carne ed ossa e non la mia versione con l'argilla. Perché si, fino a quel momento era con il suo sosia in argilla che stavo parlando.

-aspetta ma quello sono io? Che sfigato che sei-continuò avvicinandosi alla mia statua rompendogli la testa prima di andarsene con i suoi amici, lasciandomi li triste e sconsolato.

Mi aveva trattato davvero male. Credevo che fosse un bravo ragazzo, gentile e premuroso ma in realtà non era affatto così. Credevo di piacergli un po', ma sbagliavo anche su questo.

Avevo solo dodici anni ed il mio cuore era già in frantumi.

Oltre ad avermi umiliato, aveva anche rotto la riproduzione della sua testa per la quale avevo sgobbato per ore.

Sospirai, abbassandomi verso essa prendola poi tra le mani. L'occhio destro si era incurvato all'interno mentre l'orecchio sinistro si era staccato di netto.

Senza pensarci troppo presi sia la testa che il corpo buttandoli direttamente nel secchio non volendo neanche pensare di rimetterlo insieme.

Non se lo meritava.

Era stato davvero cattivo con me.

🍑

Decisi che per il mio cuore spezzato, la soluzione più adeguata fosse una deliziosa e fumante cioccolata calda, invece che un fiume di lacrime.

Era inverno e faceva un freddo cane. Ci stava proprio tanto, sia per il freddo sia per il mio umore. Il cioccolato mi aiutava sempre, in ogni situazione. Aveva un potere su di me incredibile, non poteva farne a meno.

Presi tutto il necessario, decidendo di fare una versione un po' più light nonostante avessi bisogno di zuccheri.

Afferrai l'amido di mais, il cioccolato fondente ed il latto mettendo poi tutto in un pentolino iniziando a mescolare aspettando che si addensasse. Non vedevo l'ora che lo facesse così da poter affogare i miei dispiaceri nel cioccolato. Avevo sempre amato la cioccolata calda, soprattutto in momenti come questi.

Non dovetti aspettare molto in realtà, dato che il tutto si addensò rapidamente, più di quanto ricordassi.

Fortunatamente quel giorno ero solo a casa o mio padre non mi avrebbe lasciato usare i fornelli. Era un padre davvero unico e speciale, ma a volte iperprotettivo. Aveva paura che mi facessi male con qualsiasi cosa a causa della mia caduta all'asilo che mi fece ottenere sei punti sul viso e un braccio rotto. Da allora era sempre lì a controllarmi in ogni momento, anche quando mi dedicavo all'argilla ed all'arte. Gli volevo bene ma a volte esagerava.

I miei pensieri vennero bruscamente interrotti dal suono del campanello di casa seguito da una bussata segreta che condividevo con soltanto una persona, il mio migliore amico.

Ci eravamo conosciuti diversi anni prima. Lui era appena arrivato nella mia scuola e nessuno gli si avvicinava, nessuno aveva il coraggio di parlare con "quello nuovo", come se essere nuovi fosse come un specie di malattia contagiosa.

Un giorno vedendolo da solo in un angolo a mangiare il suo panino, decisi di dover fare qualcosa. Non volevo che stesse da solo, anche perché conoscevo bene la sensazione e non volevo che anche lui vivesse quello schifo.

Così mi avvicinai parlandoci e condividendo la mia cioccolata con lui diventando da subito amici per la pelle. Ci eravamo incontrati quasi per caso, ma la nostra era un'amicizia unica e storica.

-ciao Kokkie-dissi con un tono svogliato aprendo la porta ancora triste per Taemin.

-Minnie come ti senti?Seungi mi ha detto quello che è successo con Taemin. È solo uno stupido, non rimanerci male ok?!-mi disse entrando in casa per poi togliersi la giacca ed appenderla sull'appendiabiti.

-lo so, ma credevo di piacergli almeno un po'-risposi io fiondandomi tra le sue braccia già aperte per me.

-lo so, lo so ma chiunque ti tratti così non ti merita ne merita la tua tristezza ok? Tu sei fantastico, la persona migliore che io conosca e se lui non lo ha capito non si merita ne te ne nessuno-mi disse ancora accarezzando i miei capelli dolcemente prima di parlare nuovamente.

-ho un'idea vieni-mi disse, staccandosi da me per poi afferrarmi la mano trascinandomi nel mio studio dove lavoravo l'argilla, che si trovava nel garage di casa.

-ora io e te, scolpiremo l'uomo perfetto di Park Jimin-disse felice prendendo il necessario iniziando a fare quanto detto poco prima.

Non credevo fosse serio in realtà.

-jungkook non credo che sia un buona idea-dissi un po' titubante guardandolo dubbioso.

-avanti Minnie comincia a descrivere il tuo uomo perfetto e io lo scolpirò per te-continuò incoraggiandomi a parlare sorridendomi, convincendomi alla fine. Infondo che male c'era no?

-lo vorrei.....alto e bellissimo....che sia gentile e che mi capisca...che mi faccia ridere-dissi ormai preso dalla cosa ridendo insieme al mio migliore amico il quale stava rendendo il mio uomo perfetto davvero sempre migliore.

-ecco qui signori e signori l'uomo perfetto di Park Jimin....ammirate i suoi perfetti zigomi e la sua pelle baciata dal sole. Per non parlare poi della sua altezza potrebbe invidiare un girante-disse esaltato osservando la sua opera puntandola con le mani come se dovesse pubblicizzare un articolo.

-é perfetto-risposi ridendo insieme a lui.

-facciamolo ogni anno finché non lo troverò davvero, come una sorta di richiesta al destino-proposi e lo vidi annuire da subito contento.

-chissà magari l'anno prossimo smetteremo di farlo se avrò trovato il mio uomo perfetto-dissi ormai con il buon umore ridendo e scherzando con Jungkook.

Lui era l'unico che mi aveva sempre capito e che mi aiutava in tutto. Gli dovevo tanto, forse troppo. Era con me in ogni momento, supportandomi ed incoraggiandomi. Era una delle persone che più contavano nella mia vita. Non sarei riuscito a fare a meno di lui.

Mantenemmo la promessa. Ogni anno facemmo l'uomo d'argilla senza mai sgarrare un anno. Era diventato quasi una specie di tradizione che ero contento di condividere con lui.

L'UOMO PERFETTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora