9.

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Jungkook's pov
Non sapevo esattamente cosa fosse successo o come fossimo arrivati a quel punto ma non potevo lamentarmi. Sembrava un sogno che diventava realtà,un meraviglioso sogno.

Entrai in casa mia, spingendo il corpo del mio migliore amico ancora attaccato al mio mentre aggrediva brutalmente le mie labbra. Eravamo entrambi ubriachi e non sapevamo come eravamo arrivati a quel punto.

Lo sollevai, facendogli allacciare le gambe intorno al mio bacino, così da chiudere la porta e sbattercelo contro. Avevo sognato varie volte questo momento, immaginandomelo nudo varie volte. Avevo ben notato come il suo fisico in quei anni fosse cambiato e di come si fosse tonificato, soprattutto il suo sedere. Ogni volta che indossava dei pantaloni aderenti, avrei voluto schiaffeggiare le sue natiche per vedere quanto sode fossero. Era perfetto.

Spostai la mia attenzione ben presto sul suo collo, mentre lui si lasciava andare sempre di più a degli ansimi di piacere che mi fecero eccitare sempre di più. Vederlo in quel modo era qualcosa di dannatamente erotico ed eccitante, tanto che non aspettai altro tempo dirigendomi in camera da letto con ancora lui tra le braccia.

Nel tragitto non si risparmiò a formarmi un enorme succhiotto sul collo, tanto che lo avrei preso in quel esatto momento in mezzo al corridoio per quanto l'avesse fatto bene.

Non appena in camera mi sedetti sul letto con Jimin ancora a cavalcioni su di me. Iniziò subito a muoversi sulla mia erezione cercando di creare uno sfregamento, aiutato da me.

Le nostre labbra erano tornate a torturarsi e mordersi senza freni, mentre le mie mani scorrevano sul suo corpo. Era piccolo e snello.

Alzai la sua maglietta, aggredendo subito i suoi capezzoli con la bocca alternandola con le dite, sentendolo eccitarsi sempre di più come del resto io. Non sapevo se fosse giusto tutto quello ma in quel momento l'alcool mi stava annebbiando.

Portai la mano libera ad aprire i suoi pantaloni, abbassandoglieli un po così da poter palpare pesantemente il suo sedere ormai sotto il mio controllo.

Lui aveva poggiato le sue mani dietro il mio collo facendole scorrere tra le ciocche nere dei miei capelli mentre si lasciava andare al piacere che gli stavo procurando.

Spinto dai suoi sospiri, spostai la mani dentro ai suoi boxer iniziando ad accarezzare le sue morbide e lisce natiche finché non avvicinai un paio di dita verso la sua entrata iniziando a giocarci un po'.

Appena cercai di inserirne una al suo interno, Jimin cambiò in un istante. Si staccò drasticamente da me, spingendomi indietro ed alzandosi da me, guardandomi con il terrore negli occhi.

Lo osservai qualche secondo vedendolo tremare ed indietreggiare sempre di più finché non arrivò al muro.

Non capivo cosa fosse successo da scatenare una reazione così. Non era vergine, lo sapevo me lo aveva rivelato. Forse ero stato frettoloso o forse non voleva proprio farlo.

-minnie...-sussurrai sotto voce, alzandomi cercando di avvicinarmi a lui con cautela. Era già molto spaventato e non volevo spaventarlo ancora di più.

-s...tai....stai lontano...-rispose titubante balbettandolo appiattendosi ancora di più contro il muro.

-minnie...tranquillo, sono io Kokkie....non voglio farti del male- dissi dolcemente e cautamente, avvicinandomi lentamente a lui.

Dovevo essere cauto o sarebbe scappato.

-kokkie...-sussurrò con gli occhi lucidi, prima di iniziare a piangere finendo tra le mie braccia. Lo strinsi senza chiedere ne aggiungere altro, cercando di trasmettergli calma e sicurezza.

Non sapevo perché avesse reagito così, ma non era il momento di scoprirlo.

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