Mi guardo allo specchio, dopo aver indossato il mio costume di Halloween. Effettivamente Kate ha ragione, assomiglio moltissimo a Bloom delle Winx. Se avessi un qualche tipo di dote attoriale potrei quasi interpretarla in una possibile serie tv... peccato che alla recita di fine anno delle medie io sia scoppiata a piangere sul palco perché non ricordavo più la mia battuta e che, da allora, io mi sia sempre rifiutata di partecipare a qualsivoglia altro spettacolo.
Le ragazze mi hanno praticamente obbligata a mettere una gonnellina cortissima e un top altrettanto striminzito con degli strani stivaletti bianchi. Me lo hanno ripetuto cento volte che a nessuno importa ad Halloween di vestirsi da streghe, mostri o fantasmi...l'importante è che qualsiasi costume si indossi, sia la versione più volgare possibile dell'originale. Gli americani sono davvero strani, ma per stasera intendo perfettamente calarmi nelle loro vesti.
Diciamo che questa mia decisione di ricominciare a prendere le pillole mi fa stare bene, non solo perché ovviamente le medicine mettono a tacere le voci nella mia testa, ma soprattutto perché mi risparmiano tantissimi combattimenti con me stessa; ora ho la possibilità di dire sì a tutto quello che mi viene proposto, senza più dover ingaggiare una continua lotta con il mio cervello.
Fortunatamente quest'estate Gabri ha insistito per rifornirmi comunque, malgrado io inizialmente mi fossi rifiutata. Alla fine, quando pochi giorni fa l'ho chiamata, implorandola di trovare una soluzione per farmi avere le pillole, è stata più accomodante di quanto mi aspettassi - considerato il trattamento che le avevo riservato qualche mese fa. Mi invierà una bella scorta di flaconi, nascosta sotto forma di integratori. Meno male che non prendo ecstasy, altrimenti sarebbe stato ancora più complicato farmele arrivare, o forse no, visto che almeno quelle pasticche avrei potuto comprarle a ogni angolo dell'università, mentre le mie non ho ancora ben capito nemmeno come si chiamino o dove lei le prenda.
«Pronte?» Jaimie irrompe nella stanza nel suo mini-abitino magenta.
«Sì» squittisce Kate, mentre si strizza le tette nel micro-top arancione, più piccolo di almeno una taglia rispetto a quello che avrebbe dovuto essere.
«Sophie?» Mora si rivolge a me.
«Mi ha mandato un messaggio, ci vediamo direttamente lì» le rispondo distrattamente, mentre passo l'ultimo strato di mascara sulle ciglia.
In questi ultimi giorni io e Sophie siamo state sempre insieme, sia la mattina a lezione, sia il pomeriggio in biblioteca per studiare in gruppo con alcuni nostri colleghi del corso. Quando le ho detto del nostro travestimento per la festa di Halloween ne è stata talmente entusiasta che si è precipitata ad acquistare una tutina rosa, perfetta per interpretare Flora.
«É venuto Jay a prenderci» Jaimie mi guarda con un sorrisetto provocatorio.
Le faccio il dito medio di rimando.
«E dai su, che dovevo fare! Almeno il fatto che sia un alcolista in redenzione ci torna utile» ridacchia.
«Tanto ormai, una volta in più una in meno a giocare al gioco del silenzio, non mi cambia molto» alzo le spalle, sbuffando leggermente.
Sono giorni che mi evita completamente e, anche quando per caso ci troviamo nello stesso gruppo di persone, a stento mi rivolge qualche monosillabo.
***
Il viaggio è stato silenzioso, esattamente come immaginavo, lui mi ha praticamente rivolto appena un cenno del capo per salutarmi. Non capisco perché si comporti così, è vero sì che non sono stata proprio gentile con lui, ma non gli ho neppure detto niente di talmente tanto grave da indurlo ad assumere questo comportamento.
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The Art Of Being Art
RomanceEva, diciannove anni e un metro e sessanta di insicurezze. I traumi del passato torneranno prepotentemente a tormentarla, quando dall'Italia si trasferirà a Los Angeles per cercare di esaudire il suo sogno e quello di sua madre. Soltanto una persona...