Un raggio di sole, sfuggito all'oscurità delle tende, illumina precisamente il mio occhio sinistro. Ho tentato di non pensare a quanto la luce mentre dormo mi infastidisca, ma alla fine ho deciso, vista l'impossibilità di continuare a riposare, di aprire gli occhi.
Appena le palpebre si schiudono, riesco a vedere solo sfocato. La camera sembra essere poco definita, come quando scatti una fotografia senza mettere a fuoco. La testa mi pulsa così forte, che anche solo tenere gli occhi socchiusi mi fa venire voglia di strapparmi il cervello. Sento una puzza di vomito misto ad alcool atroce e, nel preciso istante in cui la percepisco, mi giro di scatto su un fianco per guardare il pavimento accanto al mio letto.
Il mio tappetto è interamente coperto di vomito blu, esattamente come il colore del cocktail che avevo bevuto ieri sera. Per terra sono appoggiati tutti i vestiti che indossavo ieri. Mi guardo d'istinto il corpo per vedere cosa ho addosso e nel farlo mi muovo troppo velocemente, tanto che la stanza comincia a girare vorticosamente. Appoggio due mani sulla faccia e chiudo gli occhi come a poter stabilizzare la rotazione, alla fine in qualche modo riesco a farlo e posso finalmente osservarmi. Sono completamente nuda sotto il piumone bianco, anch'esso impregnato in corrispondenza dell'angolo che ricade sul pavimento.
Mi assale il panico, ma fortunatamente, mi rendo conto che né accanto a me nel letto, né in quello di Kate c'è nessuno. Sono sola e almeno questo mi fa sentire meglio, non dovrei aver fatto troppe cazzate ieri notte. Ricordo di aver baciato un ragazzo mentre stavo ballando, ma Jay mi ha fermata in tempo prima di fare qualche errore più grave. Sono sicura che poi lui sia rimasto con me per tutta la serata, almeno fin quando io me lo ricordo.
A questo punto capisco che se voglio saperne di più del mio comportamento di ieri non posso che contattare l'unica persona che mi è stata accanto.
Prendo il mio nuovo Iphone. Papà ha insistito tanto per convincermi a comprarlo, dopo avergli raccontato in che condizioni era il vecchio. Ovviamente, non gli ho detto come io avessi fatto a ridurlo così, né tanto meno il perché.
Apro la chat con Jay e gli scrivo:
Eva: Ti prego dimmi che ieri non ho fatto cazzate, non ricordo nulla... Ho vomitato ovunque e ancora mi gira la testa.
È online, quindi so che a momenti mi risponderà e così tengo aperta la chat.
Sta scrivendo...
Passa un minuto, due, tre e poi è offline.
Visualizzato senza risposta.
Ok, inizio a temere di aver fatto qualcosa di sbagliato ieri.
Cerco di ripercorrere con la mente tutta la serata, ma ogni sforzo mi riporta sempre e solo in un luogo: le scale. La mia mente è rimasta lì a scherzare con Jay, poi non ricordo altro, né come sono tornata in camera, né quando mi sono spogliata, né quando ho vomitato. Zero assoluto.
Tenendo gli occhi chiusi e, cercando di muovermi il meno possibile, agguanto un flacone dal comodino.
Mi ci vorrebbero una trentina di aspirine in questo momento.
***
Qualche ora dopo, ho ripulito tutto, sebbene la puzza sia rimasta, così decido, prima di andare a mensa, di lasciare tutte le finestre spalancate per evitare che Kate muoia una volta tornata in stanza.
Controllo il cellulare e con sorpresa trovo una notifica:
JJ: Ti aspettiamo per colazione/pranzo. Ti prego di sbrigarti, c'è anche Steve, potrei tagliarmi le vene. Pls.
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The Art Of Being Art
RomanceEva, diciannove anni e un metro e sessanta di insicurezze. I traumi del passato torneranno prepotentemente a tormentarla, quando dall'Italia si trasferirà a Los Angeles per cercare di esaudire il suo sogno e quello di sua madre. Soltanto una persona...