Capitolo 38 - Leggera

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Gli ultimi giorni del semestre sono passati velocemente. Alla fine, come gli altri due precedenti, sono riuscita a ottenere il massimo dei voti in tutti e tre i corsi che ho seguito. Aggiudicandomi, tra l'altro, le votazioni più alte di tutta la classe.

Io e Jay ci siamo distinti particolarmente con il nostro lavoro per il corso di storia, mentre la mia tesina di medievale è stata così apprezzata da Caulfield che, oltre a darmi una giudizio che mai aveva concesso a nessuno studente della facoltà, mi ha anche invitata a raggiungerlo dopo le feste nel suo studio, per confrontarci su una mia possibile carriera futura in ambito universitario.

Dovrei essere la persona più felice del mondo, eppure non riesco a smettere di pensare che tutto quello che ho raggiunto non sarà mai abbastanza, sarà sempre troppo poco rispetto a quello che lei avrebbe potuto fare. 

Sento che questa mia continua tendenza a cercare di raggiungerla mi sta portando ad abbandonare la mia strada per percorrere quella che lei si era costruita. 

A tratti mi sembra quasi che non esista nulla che Eva desideri davvero, se non onorare la sua memoria.

Questo è il pensiero che maggiormente mi affolla la mente in questi ultimi mesi, e quello che la sta facendo da padrone anche in questo momento, ora che disperatamente cerco di reprimerlo mentre Kate conduce me, mio padre e mia zia verso la residenza delle vacanze dei suoi genitori. Anch'essa collocata a Malibu come quella dei Cook, sarà il luogo dove passeremo il Natale io e la mia famiglia. I suoi infatti ci hanno tenuto a invitare tutti e tre, vietandoci categoricamente di trascorrere le feste in hotel. Mio padre e mia zia ripartiranno tra pochi giorni, mentre a Capodanno sarà un'altra persona a raggiungermi e insieme ritorneremo a stare nella mia camera alla Usc

Il mio migliore amico finalmente mi verrà a trovare, rimanendo però con me solo pochissimo tempo, a causa di un imminente corso di regia che dovrà svolgere dall'altra parte del Paese.

Non poteva però trasferirsi negli Usa senza farmi prima almeno una piccola visita. Ho un fottuto bisogno di averlo accanto e credo che per lui sia lo stesso.

Per smettere di pensare a tutto ciò che mi frulla per la testa, decido di isolarmi dai discorsi che mio padre sta facendo con la mia amica, mentre mia zia canta a squarciagola le canzoni passate alla radio, accendendo le mie Airpods e Spotify. La mia playlist 20 anni, dal titolo così particolare perché sono trascorsi proprio lunghi venti anni di vita prima che io mi decidessi a fare una lista di canzoni preferite tutta mia e non ad ascoltare quella degli altri, mi propone come prima canzone Coraline dei Maneskin

Il testo sembra sia stato scritto per me, ogni parola, ogni frase, ogni strofa, mi descrive alla perfezione.

Non è forse, però, proprio la musica adatta da ascoltare in questo momento, soprattutto perché nella parte in cui il frontman canta Coraline vuole il mare ma ha paura dell'acqua, e forse il mare è dentro di lei, il mio pensiero si sposta automaticamente a una persona: Jay. L'ultimo individuo al mondo a cui dovrei pensare, soprattutto dopo ciò che è quasi accaduto con Rick l'altro giorno, eppure l'unica persona di cui non posso fare a meno.

A proposito dello spagnolo, però, neanche a farlo apposta, proprio nel momento in cui mi soffermo a riflettere sulla nostra relazione, arriva un suo messaggio.

Rick:

Oggi siamo al Louvre, ti penso.

Eva:

Ti penso, invidiandoti.

Rick:

Se non ti avessi detto dove sono, mi staresti pensando?

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