Capitolo 15

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Quando arrivo alla casa editrice mi muovo come un tornado per i corridoi, fino a raggiungere l'ufficio di Cory.

Individuo in fretta i documenti: sono proprio sulla tastiera del computer.

Probabilmente li aveva lasciati lì apposta per ricordarseli, ma non ha funzionato.

Li prendo, e, accesi il computer e la stampante, li scannerizzo. Dopodiché li invio all'email di Cory.

Fatto.

Le mando anche un messaggio per avvisarla che ho mandato tutto.

Uff. Che corsa.

Adesso posso tornare da Jason, ma prima mi fermo a salutare i miei colleghi, che non vedo da un sacco di tempo.

Rispondo alle domande di rito -come sto, come va con l'autore, se è una persona normale, come mi sembra che proceda il lavoro...-, poi saluto ed esco..

Ho lasciato la macchina in sosta davanti all'ingresso, cosa che non si dovrebbe fare, ma almeno adesso sono comoda.

Una mano si appoggia sul mio braccio.

-Cleo! Eccoti, finalmente!

Mi volto a guardare la persona che mi sta parlando, ma non riesco a capire chi sia, nonostante la voce mi sembri familiare.

-Scusa, chi sei? - chiedo.

-Sono Lucas. Sono in incognito. - si abbassa gli occhiali da sole per mostrarmi il volto.

-Aaah, ecco. - dico, con poco entusiasmo.

Tra gli occhiali scuri, la mascherina e il cappuccio, era impossibile capire chi fosse.

-Purtroppo devo andare in giro così, per non avere costantemente i paparazzi alle calcagna.

-Certo. Si può sapere perché sei venuto qui?

-Per portarti a pranzo, ovviamente. Ti avevo detto che sarei passato, no?

-Sì, ma credevo avessi cambiato idea.- lo speravo.

-No, ero deciso. Sono venuto un po' di volte, ma non ti ho mai vista uscire per la pausa pranzo. Tranne oggi.

-Fammi capire: tu da un po' di giorni ti apposti qui davanti all'ingresso aspettando che io esca?

-Esatto.

-Non hai pensato di cercare di contattarmi, o di chiedere a qualcuno se ci fossi? È da un sacco di tempo che lavoro da casa. - non la mia, ma comunque - Potevi non incontrarmi mai.

-Ma ti ho incontrata, no? Deve essere destino. Allora, ci vieni a pranzo? Poi ti lascio in pace. - mi prega.

Poi mi lascia in pace.

-Lo prometti? - alzo le sopracciglia.

-Certo. Dai, andiamo, la mia macchina è dietro l'angolo.

Se questo è il prezzo della pace, lo pagherò. Accontentiamolo.
-Va bene, ma tu parti che io ti seguo con la macchina.

Meno tempo da soli.

-Ti avrei riportata qui a prenderla, ma va bene.

Meno male, non ha fatto storie.

Guidiamo per circa dieci minuti, e parcheggiamo davanti ad un piccolo ristorantino.
Sembra carino, ma dentro non c'è nessuno.

Lucas mi aspetta all'ingresso, poi entra e chiama il cameriere.

-Buongiorno, avevo prenotato fino alle tre.

-Il suo nome?

-Lucas Rodriguez.

Tricked by the MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora