Un mese dopo, circa
-Cleo, mi passeresti quel foglio, quello...- si gratta la testa, cercando probabilmente di ricordare cosa gli serve. Alzo lo sguardo, prima rivolto al documento davanti a me, per osservare la sua espressione confusa. Nel periodo trascorso insieme ho notato che, quando si concentra molto nello scrivere, tende a perdere coscienza del mondo che lo circonda.
-Tieni. - sorrido, passandogli uno dei tanti fogli sparsi sulla scrivania. -Hai mai pensato di comprare un computer? È molto comodo, e sprecheresti meno carta.-.
- È la decima volta che me lo chiedi, da quando ci siamo conosciuti, e seguirei anche questo tuo consiglio se non fosse che io e la tecnologia abbiamo un rapporto infelice. Ho preso un telefono per necessità, visto che devo pur comunicare con la casa editrice, ma mi limito a quello.- mi risponde distrattamente, passandosi due dita sul mento e sottolineando una frase a matita.
-Hai un telefono? E dov'è? - sono stupita.
-Al sicuro, nel cassetto del comodino. - dice, convinto.
Scoppio a ridere -Quindi tu hai un telefono, ma lo nascondi come se fosse una reliquia? E se qualcuno ti chiamasse, o ti mandasse dei messaggi?
-Non conosco nessuno. - si sta un po' innervosendo. -Quindi il telefono sta bene dov'è.-
-Questo non è vero.-.
Alza la testa e mi guarda negli occhi. Il mio cuore fa una capriola, ma faccio finta di nulla.
Alza un sopracciglio -In che senso?-.
-Conosci me. E sarebbe proprio ora che ci scambiassimo i numeri, visto che lavoriamo insieme da tre settimane, tutti i giorni, dalla mattina alla sera. Praticamente abitiamo insieme. - mi rendo conto della gaffe troppo tardi e, considerando lo sguardo intenso che mi sta attraversando, se n'è accorto anche lui.
-Quindi...- continuo, leggermente a disagio - ti segno il mio numero qui, sul block notes.
Mi piego per scrivere sul blocco, e mentre lo faccio posso percepire i suoi occhi non abbandonarmi nemmeno per un attimo.
È da quasi un mese che lo assisto nella stesura del libro, ormai.
Sto dedicando tutte le mie giornate a lui, o al suo libro, per essere precisi.
La cosa positiva è che il nostro rapporto si è notevolmente rilassato.
Siamo anche un ottimo team.Nonostante la nostra collaborazione non sia iniziata nel modo più convenzionale, in queste settimane si è evoluta in direzione della normalità.
A cominciare dal mercoledì dopo il giorno della sua assenza, il giorno del mio incontro del terzo tipo con il lupo gigante; incontro che, ad oggi, mi sembra sempre di più di aver immaginato.Quel mercoledì mi ero presentata come al solito in perfetto orario, pronta per lavorare, ma soprattutto pronta per scusarmi per la mia fuga da panico.
Tuttavia, dopo aver premuto un po' di volte il campanello e aver capito che nessuno sarebbe arrivato ad aprirmi, ero tornata sconsolata al mio appartamento.Quello che non mi sarei mai aspettata di trovare era Jason in piedi davanti alla mia porta, con un libro in mano.
Quel libro è stata la sua offerta di pace.
Alla fine ci siamo scusati entrambi, io per la mia reazione offensiva, e lui per... Beh, dal mio punto di vista per avermi quasi fatto consegnare il mio corpo ad un uomo semi-sconosciuto senza nessuna remora.
Non è questo quello che ha detto, però.
Le testuali parole sono state "Scusami per essere stato una testa di cazzo".Sul momento mi aveva fatto sorridere, ma non scherzava minimamente.
Era pentito davvero, come se mi avesse fatto un torto terribile.
Non era stato così però, per me.
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Tricked by the Moon
LobisomemCleo è una ragazza che sa cosa vuole, e lavora sodo per ottenerlo. È tranquilla, soddisfatta, e sicura di sé, anche se sul fronte amore la fortuna scarseggia (anzi, è più sfortuna). Quando meno se lo aspetterà, però, il destino potrebbe avere pronto...